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Per l’organizzazione dell’Olympic Boxe Gym, di Giancarlo e Giorgio Marinellidi Alfredo Bruno L’Olympic Boxe Gym, di Giancarlo e Giorgio Marinelli, fa un’operazione di buon marketing per la boxe organizzando un’ interessante Torneo o Dual Match, se così lo vogliamo chiamare, chiamando a raccolta alcuni dei migliori pugili del Lazio di quella categoria, che sembra sempre più da Pro, chiamata Elite. Leonardo Bevilacqua contro Marco Castellucci Match che presuppongono una buona esperienza e in ogni caso una vera e propria vetrina, insieme ai più giovani, dello stato di salute di una regione. Il duo Marinelli ha avuto per l’occasione un avversario temibile nel caldo torrido che il pur bell’impianto del PalaVespucci non ha certo mitigato. Diciamo tranquillamente che chi è salito sul ring, arbitro o pugile, ha avuto un doppio avversario. Ma tutti hanno retto bene le difficoltà. La serata iniziava con due match di Senior. Il primo durava appena un round: Trenta presentava dopo appena un minuto un taglio allo zigomo sinistro dopo le prime schermaglie con Campoli. Per il dottor Zaccagno non c’erano gli estremi per continuare e rischiare. Tra San Marco e Rossetti il match scorre sull’orlo dell’equilibrio di un rasoiao. Match nervoso ravvivato da un bello scambio sul finire del primo round. La spunta di un soffio l’allievo di Fiori e Meloni. Tra Cascone e Agona si viaggia a rischio squalifica( 2 richiami al primo e uno al secondo). Cascone appare più vivace, Agona più potente ma lento, il tutto viene condito dalla parità. Tra Frati e Sestili lo spettacolo è garantito a prescindere. Il pugile della Team Roma XI inizia come al solito con possenti mazzate al corpo e al volto che sorprendono l’avversario. Frati, pugile di lungo corso, mette i paletti e replica bene negli altri due round. Match ad alta tensione...non conta il vincitore e il pari viene approvato dal pubblico. Tra Bevilacqua e Castellucci due modi precisi di combattere. L’allievo di Monti ha un pugilato d’attacco a tratti effervescente, ma paga dazio per il maggior allungo di Castellucci, che porta colpi isolati ma quasi sempre a segno. Il verdetto premia il pugile de Il Gladiatore. La potenza di Artino è una spada di Damocle che pende sul capo dei suoi avversari. Le avvisaglie si hanno già al primo round quando un bel gancio destro di Minardi viene bilanciato dalla pronta risposta dell’avversario. Nel secondo round Artino trova la strada e per Minardi, che viene contato due volte, sono dolori. Giusta la decisione dell’arbitro di sospendere il match. La riunione acquista anche una parvenza internazionale con il rientro di Sebastian Mendizabal, spagnolo, che ben conosciamo per averlo visto e apprezzato più volte. Per lui è stato scelto un avversario da prendere con le molle che fa dell’attacco asfissiante il suo dogma. Il match è bello e spettacolare, non sono aggettivi buttati per caso. Mendizabal trova un Papola che le prova tutte prima di cedere di fronte al finale pirotecnico dell’allievo di Agnuzzi. Vescera è un metodico dell’attacco, Prete risponde per le rime. Tre riprese per certi versi a fasi alterne, ma a prevale è Vescera per una maggiore iniziativa. Rivediamo dopo un po’ di tempo Mondongo con all’angolo i fratelli Piatti. Per il rientro deve risolvere un bel problema: tamponare l’argento vivo di Ciardiello. Quest’ultimo impone un ritmo frenetico diventando oltrettutto un bersaglio difficile da inquadrare. Match elettrico con verdetto di misura a Ciardiello. Fazzino sta diventando un bel problema per i migliori della categoria, oltrettutto l’allievo di Zonfrillo e Moretto sembra avere ancora margini di miglioramento. A farne le spese stavolta è Mariani, buon tecnico pronto alla replica. Ma l’equilibrio dura poco perchè il destro di Fazzino scuote l’avversario che viene contato in piedi. Il, match prende una piega ben precisa e per Mariani rimane la soddisfazione di concludere il match. Tra Abbassi e Morri c’era aria di rivincita. Diciamo da sempre che il pugile di Cisterna è uno dei più difficili da inquadrare. Morri per due riprese ha cercato il bandolo difficile soprattutto per le repliche veloci dell’avversario. Il terzo round il nervosismo diventa l’avversario in più per Morri che stavolta perde. Alfredo Bruno |
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