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Negata al romano la giusta vittoriadi Alfredo Bruno Tra De Carolis e Zeuge alla Max Schmeling Halle di Berlino ingiustizia è stata compiuta, anzi ingiustizia stava per essere compiuta. Un giro di parole fino ad un certo punto. Ingiustizia sul verdetto è abbastanza eclatante tenendo conto che due giudici hanno dato il pari e un terzo aveva assegnato la vittoria addirittura a Zeuge su un match che a tratti sembrava a senso unico a favore dell’italiano. La parità ristabilisce equilibrio nel danno dando modo a De Carolis di conservare il mondiale supermedi WBA e di questi tempi non è poco. Diciamo subito che il De Carolis visto a Berlino è apparso leggermente al di sotto del pugile visto con Feigenbutz. Tyron Zeuge (+ 18, - 1) è apparso tecnicamente discreto, ma carente in potenza e questo in una categoria come la sua si fa sentire. Possiede discreta velocità e abilità, ricordandoci un po’ Zbik e quel tipo di pugili che la Germania sembra trarre dal cilindro (Braehmer, Zbik, Stieglitz, Sturm ecc.) con estrema facilità, per il resto ci pensa l’organizzazione di Sauerland. Rivedendola, ma tenendo sempre in considerazione il fattore TV il tedesco è apparso vincitore in un paio di round: il nono e l’ultimo. Per il resto rimane difficile la non assegnazione di molti round a favore del romano, soprattutto per la sua consistenza e per aver cercato a piè sospinto la vittoria, che però non è arrivata prima del limite, una lacuna non certo imputabile al campione, visto che aveva davanti un giovanottone di 24 anni che non ha mai preso punizioni in una carriera pilotata. Un “golpe” quasi riuscito nel verdetto, proprio come era avvenuto nel primo match con Feigenbutz. De Carolis lo aveva detto apertamente nelle interviste che ci avrebbe dato dentro per non arrivare alla fine con i pericoli dietro l’angolo. Non gli è riuscito e questo è un merito che va a Zeuge che oltrettutto accusava fastidi alla spalla sinistra al decimo round. Suona come un piccolo campanello d’allarme per De Carolis l’aver perso l’ultimo round. Forse pensava che il risultato era talmente consistente da non preoccuparsene, oppure la preparazione non è stata così intensa, causa festeggiamenti eccetera, come la precedente. Sono tutte cose che in un match di 12 riprese ci possono stare. C’è solo la brutta sensazione di un pericolo scansato per un soffio, oppure di un pericolo in agguato che sarà bene valutare nelle prossime difese di questo “nostro campione”. Nella stessa riunione Arthur Abraham (+ 45, - 5) batteva prima del limite Tim Robin Lihaug (+ 15, - 2) per il WBO Internazionale. Nelle prime quattro riprese abbiamo visto Abraham in difficoltà di fronte al maggiore allungo del suo avversario, ma alla quinta Lihaug si è presentato affaticato e non poteva essere medicina migliore per l’ex campione del mondo che in pratica lo ha malmenato fino all’interruzione del match avvenuta all’ 8° round. Adesso sarà interessante vedere con che cosa rilancerà Sauerland per un titolo che lui non accetta di vedere fuori dalla Germania. Possibilità di rivincite con Feigenbutz e Zeuge, visto che sono giovani e promettenti, una sfida-rivincita con Arthur Abraham, che però sembra prediligere il WBO per una rivincita con quel Ramirez che lo ha defenestrato. Un altro match in Germania mi dà l’idea del rischio senza ritorno. De Carolis è tallonato in classifica comunque da gente che non scherza come Chudinov, Groves, Chavez e quel Zac Dunn, proveniente dall’Australia, che conclama ai quattro venti di essere disposto a venire in Italia se fosse necessario. Alfredo Bruno |
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