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La prima ghirlanda di Mario Bosisiodi Primiano Michele Schiavone La data dell’11 febbraio 1922 coincise con l’assunzione al vertice italiano pesi leggeri del milanese Mario Bosisio, e fu il primo momento importante di una carriera brillante, ancora tutta da scrivere. Quella sera Mariolino – come veniva affettuosamente chiamato dai suoi tifosi – conquistò la sua prima cintura di campione, nella sua città, riuscendovi in modo clamoroso: imponendosi per fuori combattimento nella quinta ripresa al laziale Dario Della Valle, impegnato nella difesa della cintura conferitagli d’ufficio all’inizio di quell’anno. Dopo quel titolo italiano dei pesi leggeri, Bosisio collezionò l’aureola nazionale ed il primato europeo dei pesi welter, il titolo italiano e la corona continentale dei medi. Il milanese dominò contemporaneamente tra i pesi welter ed i medi e conquistò due volte i titoli d’Italia e d’Europa dei pesi medi. Dopo il successo tricolore al limite dei pesi leggeri, Bosisio sfidò nel capoluogo lombardo il campione italiano welter Abelardo Zambon, suo concittadino, che venne privato del titolo per aver superato il limite della categoria; in quel marzo 1923 Bosisio venne nominato nuovo campione nazionale welter ma sul ring perse il confronto con Zambon dopo 15 riprese. L’anno seguente mantenne la fascia nazionale due volte a spese del genovese Pietro Brichetto, superato sulle 15 riprese, poi si misurò con il campione europeo Piet Hobin, pareggiando dopo 20 riprese a Milano. Nel 1925 mise in gioco il titolo italiano ancora due volte a Milano, contro il romano Alberto Farabullini, sconfitto in 15 tempi nel primo confronto e nell’undicesima sessione nella rivincita. In settembre si ripresentò ai suoi concittadini nella seconda sfida al belga Piet Hobin, destituito dal trono europeo per problemi di peso. Bosisio divenne campione continentale prima di salire sul quadrato, dove il match si concluse con il verdetto di parità deciso dopo 15 tempi. Due mesi dopo a Roma sostenne la prima difesa della cintura europea contro l’olandese Noel Steenhorst, respinto con decisione ai punti in 15 sessioni. Nel luglio 1926 a Milano mise in gioco per la seconda volta la corona welter del vecchio continente, concedendo la chance al francese Emile Romerio che sconfisse sulla distanza delle 15 riprese. In ottobre a Milano affrontò il concittadino Bruno Frattini e gli tolse il titolo italiano dei pesi medi con verdetto ai punti. L’anno seguente si esibì due volte a Buenos Aires, Argentina, perdendo al debutto dal cubano Kid Charol e vincendo contro il locale Luis Galtieri. Al ritorno in patria Bosisio s’impegnò a conservare le sue due cinture: in giugno superò ai punti l’olandese Arie van Vliet per l’europeo welter; in ottobre pareggiò con Leone Jacovacci per l’italiano medi. Nell’aprile 1928 gareggiò per il vacante campionato europeo medi che fece suo al termine di 15 riprese combattute contro il francese Barthelemy Molina. In giugno a Roma perse ai punti da Leone Jacovacci, al quale cedette i titoli d’Italia e d’Europa dei pesi medi. L’anno successivo il milanese vincolò l’attività alla difesa della cintura italiana welter, pareggiando a Roma con il locale Romolo Parboni e vincendo contro lo stesso avversario a Milano. Nel gennaio 1930 perse per la terza volta nella sua città, cedendo al romano Vittorio Venturi, al quale consegnò il primato nazionale welter. In agosto si riprese il titolo italiano medi da Leone Jacovacci e lo mantenne contro Mario Dobrez due mesi dopo. In novembre si riprese anche la corona continentale medi spodestando il francese Marcel Thil. Detenne lo scettro europeo nel marzo 1931 contro Enzo Fiermonte e lo cedette in giugno all’austriaco Poldi Steinbach a Vienna. In ottobre Enzo Fiermonte gli fece mollare il titolo nazionale medi a Roma. La parabola pugilistica di Bosisio, iniziata nel novembre del 1920, si concluse esattamente 12 anni dopo, con il pregevole record di 130 combattimenti: 101-13-10-6. Primiano Michele Schiavone |
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