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A Roma, per una difesa mondiale con tante incognitedi Primiano Michele Schiavone La terza difesa del titolo mondiale dei pesi medi da parte di Nino Benvenuti dopo la riconquista da Griffith fu programmata per il 22 novembre del 1969 a Roma. Avversario di turno un brutto cliente, il 32enne cubano Luis Manuel Rodriguez, soprannominato “el feo“ per il suo aspetto fisico. Il centroamericano, residente a Miami, in Florida, dopo l’avvento di Castro alla guida dell’isola caraibica, dove aveva iniziato il professionismo dal giugno del 1956, era stato campione mondiale dei pesi welter, vincendo a Emile Griffith nel 1963. Pensò poi di militare tra i medi, la categoria di peso regina tra tutte le divisioni di peso, che per certi versi poteva essere ritenuta seconda solo ai pesi massimi. Comunque Rodriguez il limite che faceva registrare era abbondantemente inferiore a quello massimo delle 160 libbre. Infatti, a Roma fece segnare alla bascula kg 70.760 – circa un chilo e ottocento grammi in meno del limite – contro kg 72.460 del triestino. Il più basso cubano impiegò tre riprese per prendere le misure al 31enne Benvenuti, abile a usare il sinistro, fintare i colpi, piazzare il montante destro e, appena in difficoltà, chiudere le azioni con destrezza, legando e impastoiando le braccia dell’avversario. Dal quarto round in poi Rodriguez riuscì a imporre il suo pugilato, mettendo in grossa difficoltà il campione, trovatosi a reggere il confronto con alcune ferite, una alla palpebra sinistra, l’altra all’attaccatura naso-fronte che continuava a stillare sangue senza sosta. Quando la situazione generale sembrava oltremodo compromessa per il campione, nell’undicesima ripresa un suo magistrale gancio sinistro si stampò con rara potenza sul mento dello sfidante, schiantandolo al tappeto per il conto totale. Quel colpo fenomenale di Benvenuti, 80-3-1, ormai simbolo delle sue vittorie anzitempo, lasciò il segno ancora una volta, salvandogli la corona mondiale. La piccola disattenzione di Rodriguez, 98-8-0, spazzò via in pochi secondi oltre trenta minuti di sapienza pugilistica che lo aveva portato a un passo dalla conquista di un secondo titolo mondiale, più prestigioso del primo, agguantato abilmente sei anni prima. Il sensazionale peso massimo spagnolo Jose Manuel Urtain, imbattuto basco di 26 anni, non tradì le aspettative dei suoi mentori iberici, conseguendo il diciannovesimo risultato prima del limite, su altrettanti combattimenti, obbligando al fuori combattimento nella ripresa iniziale l’americano George Holden, 8-9-3. Nella massima divisione di peso anche il 23enne bresciano Mario Baruzzi, 12-0-0, dimostrò potenza e condizione nei confronti dello statunitense Jimmy Jones, 7-10-3, mettendolo ko nella seconda sessione. Il 26enne spagnolo Pedro Carrasco, 82-1-1, lasciato il titolo europeo dei pesi leggeri con cinque vittoriose difese, si presentò sul ring da superleggero contro il 27enne cremonese Giampiero Salami, 19-7-5-1 NC, e sommò un nuovo successo prima del limite registrato nella sesta frazione. La serata fu caratterizzata dalla realizzazione di un torneo a quattro tra pesi medi fuori dal limite della categoria. Al primo turno si affermarono il 29enne argentino Antonio Aguilar e il 27enne forlivese Sauro Soprani. Il sudamericano mise fuori combattimento nel round iniziale lo statunitense Floyd Palmer, 13-7-1, mentre l’italiano prevalse in quattro tempi sull’americano Eddie Owens, 22-9-3. Nella finale il sudamericano Aguilar, 54-6-5, si affermò sull’italiano Soprani, 21-7-7, con decisione ai punti dopo quattro sessioni. Ancora nei medi, l’unico romano in programma, l’imbattuto 23enne Mario Romersi, 8-0-0, portò alla sconfitta nella quinta frazione lo statunitense Joe Hooks, 2-2-2. Nella stessa divisione di peso il 24enne Dante Lazzari, ferrarese di Portomaggiore, affrontò sulle sei riprese il più esperto Severino Pastore, 29enne padovano. Dopo il suono dell’ultimo gong Lazzari, 5-0-0, fu proclamato vincitore di Pastore, 6-14-3, con verdetto ai punti. Primiano Michele Schiavone |
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