La Boxe al Cinema: il diciottesimo film, pure nel 1956
di Primiano Michele Schiavone Il tema del pugilato ha destato sempre grande fascino nel mondo della celluloide. Fin dai primordi, quando veniva definito muto, i cineasti hanno aperto gli studi alle storie intrecciate attorno alla noble art, una delle discipline sportive più amate al mondo, in ogni epoca. L’elencazione è tanto lunga quanto coinvolgente. L’irresistibile smania di raccogliere la lista, più o meno completa, di tutte le produzioni aventi la stessa materia ci ha guidato nella difficile ricerca. Siamo in grado, dunque, di presentare una collana inedita che raccoglie un nutrito numero di pellicole. Abbiamo catalogato oltre 50 film, con la non celata speranza di aver compreso tutti, senza esclusione alcuna. Sono rimasti fuori film memorabili come "Fronte del porto", per fare un esempio, nel quale si parla indirettamente di pugilato, come professione del passato di Terry Malloy, interpretato da Marlon Brando. Non sono parte della raccolta anche i film girati per la televisione. Ve li presentiamo seguendo l’ordine della loro realizzazione, dal primo all’ultimo, in successione di uscita nelle sale cinematografiche. Lassù qualcuno mi ama (1956 film)
Lassù qualcuno mi ama (Somebody Up There Likes Me) è un film americano del 1956 diretto da Robert Wise. Il soggetto è tratto dalla biografia di Rocky Graziano campione di boxe attivo dal 1942 al 1952. La trama parla di Thomas Rocco Barbella, conosciuto da tutti semplicemente come Rocky, è un ragazzo italo-americano dell'East Side di New York, figlio di un ex pugile fallito e alcolizzato, che lo picchia severamente a causa delle sue bravate. La sua infanzia è caratterizzata da ripetute spacconate e furti che lo portano ad essere assegnato ad un istituto per ragazzi diretto da padre Benedetto, da dove scappa ogni volta. Dopo l’ennesima fuga raggiunge la madre che l’ammonisce e gli dice che padre Benedetto non lo accoglierà più nel suo istituto. In quel mentre arriva il padre, con il quale intrattiene un violento alterco e si ritrova per strada, cacciato da casa. Senza fissa dimora Rocky si accompagna alla sua gang di quartiere con continui scontri con altre bande rivali. In occasione di uno dei conflitti viene perquisito dalla polizia e trovato in possesso di 200 dollari. Ai poliziotti dichiara di averli avuti dal padre, il quale sconfessa il figlio e gli arreca la condanna alla detenzione in una casa di correzione per minorenni. Nel corso della reclusione il comportamento di Rocky diventa sempre più aggressivo fino al punto di aggredire il direttore del riformatorio, arrivando a spegnergli una sigaretta nella mano. L’avventato atto lo porta al trasferimento presso una casa di correzione più efficace nella restrizione di individui minorenni. Anche nel nuovo istituto il comportamento di Rocky non cambia: riduce in fin di vita una guardia al culmine di una infuocata lite. A quel punto viene condannato alla carcerazione presso l’istituto penitenziario di Rikers Island, all’interno della città di New York. Nel corso del trasferimento in carcere conosce Frankie Peppo, un altro detenuto che vanta precedenti esperienze come manager di pugili. Questi gli consiglia di dedicarsi al pugilato, dove potrà dare sfogo alla sua rabbia repressa e dimostrare la sua vera capacità. Al termine della pena Rocky si trova al punto di partenza, con il suo carattere irrequieto, capace solo di metterlo nei pasticci. Nemmeno il servizio militare gli porta buoni consigli. Dopo reiterati episodi di violenza culminato con l’aggressione di un ufficiale ed un sottufficiale, scappa dalla caserma . Tornato a New York e senza soldi Rocky si reca alla palestra Stillman con l’intento di incontrare Frankie Peppo e riprendere il discorso sulla boxe. Ma l’ex manager è ancora in prigione. L’allenatore Irving Cohen lo mette alla prova e dopo aver testato le sue potenzialità gli propone di iniziare la carriera di pugile. Dopo una serie di incontri, per effetto del mandato di cattura ancora vigente, Rocky viene arrestato dalla polizia federale. Dinanzi alla giustizia militare, nonostante il suo dichiarato ravvedimento, viene condannato ad un periodo di carcerazione e congedato dall’esercito con disonore. Al termine della detenzione Rocky si ripresenta alla palestra Stillman di New York per mettersi a disposizione di Cohen e farsi guidare nella carriera pugilistica. In quel periodo conosce Norma, un’amica di sua sorella, dalla quale viene conquistato fino a diventare suo marito. Con l’animo meno vorticoso si afferma nel mondo della boxe fino ad ottenere una chance per il titolo mondiale dei pesi medi detenuto da Tony Zale. La fida finisce male ma il coraggio e la tenacia mostrati nel confronto rimettono presto Rocky nel circuito iridato. Mentre la rivincita con Zale prende forma si presenta in palestra Frankie Peppo, uscito dal carcere, con una proposta ricattatoria diretta a Graziano: perdere il prossimo incontro con Cowboy (Reuben) Shank per evitare di far sapere a tutti i giornali notizie sulla sua scalmanata vita, con una negativa scandalosa propaganda al prossimo combattimento mondiale. Rocky finge un infortunio e rinuncia ad affrontare Shank per non cedere all’estorsione. La Commissione pugilistica di New York convoca una commissione d’inchiesta e dopo aver ascoltato la dichiarazione di Rocky gli revoca la licenza di pugile, mettendo a rischio il secondo match iridato con Zale. Non tutte le Federazioni degli Stati hanno ratificato la decisione newyorkese e tra queste Chicago, la città dove si esibisce il campione. Il manager Cohen, pur di concedere al suo pupillo la seconda opportunità mondiale, si adopera perché la sfida abbia luogo comunque, ovunque, nondimeno in quella città ostile che è Chicago. La sera prima dell’importante appuntamento iridato Rocky sente il desiderio di rivedere la madre: prende un aereo e vola New York. Lì incontra anche il padre, ubriaco come al solito ma lucido nel ricordo dei suo trascorsi pugilistici che gli hanno negato il grande sogno mondiale. Dopo una breve litigata col figlio lo sprona a diventare campione del mondo. Graziano torna a Chicago per realizzare quel sogno vagheggiato dal padre, a lungo detestato, ma certamente meritevole di vivere attraverso le sue gesta la realizzazione di un miraggio. Nel Chicago Stadium, dopo cinque riprese condotte dal campione, Rocky scaglia la controffensiva nel sesto round, spiegando tutto il suo potenziale fino a mandarlo sulla stuoia per l’esaltante successo prima del limite che lo consacra finalmente campione del mondo dei pesi medi. Tornato a New York una parata organizzata in suo onore gli tributa il meritato riconoscimento sportivo e la considerazione, l’ossequio per la sua dimensione umana. Durante la sfilata Rocky si rivolge alla sua amata Norma dicendo lassù qualcuno mi ama, mentre punta lo sguardo e la mano al cielo.
Interpreti e personaggi Paul Newman: Rocky Graziano Pier Angeli: Norma Sal Mineo: Romolo Steve McQueen: Fidel Everett Sloane: Irving Cohen Eileen Heckart: sig.ra Barbella Harold J. Stone: Nick Barbella Sammy White: Whitey Bimstein Robert Loggia: Frankie Peppo Stanley Adams: Avvocato di Romolo Joseph Buloff: Benny
Primiano Michele Schiavone |