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LOVAGLIO STUPISCE E CONQUISTA IL TITOLO ITALIANO

 

 

Al terzo tentativo centra l'obiettivo nazionale

Rezzato, Brescia, 13 dicembre 2013 – Contro i pronostici della vigilia il piemontese Maurizio Lovaglio ha indossato la sua prima cintura di campione d’Italia. Al suo terzo tentativo ha cinto quella dei pesi massimi-leggeri togliendola a Leonardo Damian Bruzzese, presentatosi alla sua prima difesa con il record professionistico immacolato. Lovaglio, kg 85.700, ha fornito la sua più calcolata ed esaltante prova da professionista riuscendo nel finale a travolgere Bruzzese, kg 88.700. Nella decima ed ultima ripresa il romagnolo è crollato sotto i colpi precisi dell’avversario. Dopo il rituale conteggio da parte dell’arbitro Giovanni Poggi il confronto è apparso compromesso per l’insistenza del pugile piemontese. Infatti dopo pochi secondi dal knockdown Bruzzese è stato fermato inesorabilmente. Un istante dopo il romagnolo si trovava nuovamente sulla stuoia perché malfermo sulle gambe. Il match era già finito con la decisione arbitrale di knockout tecnico a 1:02 del decimo round.
Il confronto nella sua interezza non è stato uno spettacolo per i palati fini del pugilato. Si è svolto sotto l’alone della confusione al limite della tolleranza. Le fasi calde del combattimento sono state permeate da azioni caotiche.
 
La prima ripresa della difesa del campionato italiano inizia sottotono, con movenze inespressive rispetto all’appuntamento che i due pugili si sono dati sul quadrato. Il round di avvio mostra due avversari poco inclini al combattimento. Usano colpi lungi da media distanza, abbondano in schivate laterali e legano con insistenza quando si trovano a corta distanza. L’impressione che si ricava è quella di dover assistere ad un brutto match con connotazioni di scarso pugilato.
 
Il tatticismo iniziale viene superato dal campione che, nel secondo tempo, cerca di attaccare per dimostrare sul campo una superiorità vantata alla vigilia del confronto. Lo sfidante è abile nel portarlo nella fase inoffensiva del clinch. Lovaglio trova la tattica giusta azionando i suoi colpi lunghi, anche se isolati, prima di legare. Il campione non trova la misura per andare a segno e rimane preda della ragnatela che lo sfidante sa costruire dopo ogni azione condotta con successo. Bruzzese insiste negli attacchi ma lo fa in modo scomposto senza creare danni nella difesa dell’avversario.
 
Il confronto continua nella terza frazione con azioni a media distanza. Lo sfidante usa il tempismo necessario per arretrare sugli attacchi dell’avversario, mandarlo a vuoto e replicare con precisione.
 
Il canovaccio tattico prosegue nella quarta ripresa quando i sinistri lungi del piemontese si stampano con metodica precisione sul volto del romagnolo. Lovaglio migliora l’uso del sinistro al volto dell’avversario che sanguina dal naso. (Maurizio Lovaglio insieme al suo tecnico Antonio Pasqualino / foto di Marco Chiesa)
 
Lovaglio si fa preferire per la precisione dei colpi anche nel quinto round. Bruzzese prova ad attaccare ma si disunisce ed incappa nei diretti sinistri dello sfidante.
 
La sesta ripresa propone un campione più deciso ad incalzare il suo sfidante ma non trova la misura per andare a segno. Bruzzese è lento nello scaricare le sue combinazioni. Il tempismo dell’uno-due di Lovaglio gli crea la difficoltà. Poi trova il guizzo per piazzare due sinistri di buona fattura ma lo sfidante riprende a sfruttare la sua boxe di rimessa, abilmente applicata sulle imprecisioni del campione. Il piemontese arretra servendosi anche del tronco per evitare i colpi avversari.
Nel settimo tempo l’intemperanza dei due pugili li porta a scambiare colpi alla nuca prontamente ammoniti dall’arbitro. Il sinistro lungo di Lovaglio appare come uno stillicidio di fronte alle azioni di attacco del campione. Nelle fasi di clinch Bruzzese si mostra attivo, ma si trova fuori misura quando ritorna a fare capolino la media distanza. In queste fasi va a vuoto e viene pescato con precisione da ripetute serie al volto.
 
Bruzzese si porta sotto con determinazione nell’ottava frazione. Lovaglio sa replicare e usare l’esperienza per arginare l’impeto dell’avversario. Lo sfidante sa scoccare il sinistro impietoso con tempismo sul viso dell’avversario, spesso doppiato con il diretto destro.
 
Il piemontese seguita con la strategia di rimessa anche nella non ripresa, molto combattuta nonostante l’evidente stanchezza dei pugili. Lovaglio si avvita sul tronco e replica con colpi precisi al volto mentre Bruzzese è monocorde nei tentativi di prevalere.
 
Nel decimo ed ultimo round l’uno-due dello sfidante fra breccia nella guardia aperta del campione, ferito sull’arcata sopracciliare sinistra.
Bruzzese non riesce a sottrarsi alla precisa continuità dell'avversario e cede il passo fino al tracollo definitivo.
 
Lovaglio in fase di attacco contro Bruzzese  /  foto di Marco Chiesa
 
Lovaglio ha registrato la vittoria numero 15 (10 prima del limite) contro 9 sconfitte.
Bruzzese ha lasciato la palma dell’invincibilità dopo 14 successi (4 anzitempo).
Il match valevole per il titolo italiano è stato valutato a bordo ring dai giudici Sauro Bertaccini, Giovanni Fiorentino e Gaetano Virgillito. Supervisore designato l’arbitro internazionale Giuseppe Quartarone.
 
Il campionato italiano è stato preceduto da 4 confronti a torso nudo.
 
Carmine Tommasone, kg 59.500, ha portato a casa la vittoria ai punti dopo aver lottato strenuamente per sei tempi con l’ungherese Zoltan Horvath, kg 59.500. Anche questo confronto ha offerto poco dello spettacolo pugilistico riconosciuto ai professionisti. Il magiaro Horvath, 1-22-0, nonostante il pessimo record si guadagna ogni volta l’ingaggio, mettendo in gioco il suo cuore fino all’ultimo secondo di lotta. Tommasone, 9-0-0 (3), ha inanellato comunque il meritato successo.
 
Il ritorno sul ring di Giammario Grassellini, kg 68.800, contro Gaetano Guttà, kg 69.200 si è concluso con il risultato di parità dopo sei riprese. Grassellini, 19-6-10, 10, ha mostrato la ruggine accumulata dalla lunga inattività ed ha espresso insieme al suo avversario un pugilato carico di agonismo ma disordinato. Grassellini ha riportato tagli sulle due arcate sopracciliari ed ha subito un richiamo ufficiale dall’arbitro Giovanni Fiorentino. Anche il meno esperto Guttà, 4-0-1 (1), è sceso dal ring con una ferita sull’occhio sinistro.
 
Salvatore Erittu kg 90.100, ha faticato poco per sbarazzarsi dell’ungherese Karoly Rizsak, kg 85.900, giunto in Italia all’ultimo momento per sostituire Marko Rupcic. Il sardo Erittu, 24-1-0 (10), ha abbattuto l’inconsistente avversario nel secondo round.
 
Salvatore Esposito vincitore di Petar Zivkovic
 
Sulla carta il match da seguire più degli altri di contorno era la sfida tra il campano Samuele Esposito, kg 64.500, ed il serbo Petar Zivkovic, kg 64.100. Di fatto è stato il più intenso per spettacolo, ma ricco di insidie per l’italiano che ha dovuto faticare molto per superare lo sbarramento del sinistro avversario. Zivkovic si era presentato con il record immune da sconfitte ed è stato all’altezza della presentazione. Esposito ha rincorso il suo avversario mirando sempre al volto. Il sinistro di sbarramento dell’avversario e la velocità di gambe hanno ridotto al minimo i rischi degli attacchi. La svolta è giuntaa nell’ottava ed ultima ripresa quando l'ex campione italiano ha colpito duro ai fianchi. Il serbo ha accusato i colpi, si è fermato un attimo abbassando la guardia ed è stato trafitto al capo. Dopo due atterramenti Zivkovic, 16-1-0 (10), è stato fermato dall’arbitro Guido Cavalleri per la gioia incontenibile dell’italiano. Erano trascorsi 40 secondi dall’inizio dell’ultimo round. Esposito, 17-1-0 (10), ha chiuso il confronto con l’occhio sinistro gonfio.
 
L’annunciato confronto tra i pesi superwelter Orlando Fiordigiglio e Bogdan Mitic non ha avuto luogo.
 
C.R.: Gianni Spagnoli
Annunciatore: Mimmo Zampara
 
Primiano Michele Schiavone
 

 

 

 

 

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