LOVAGLIO NUOVO CAMPIONE UE
Manzano, Udine, 21 novembre 2015 – La cintura dell’Unione europea dei pesi massimi-leggeri è stata consegnata per la quarta volta ad un italiano: dopo l’inaugurale titolo vinto da Pietro Arino nel 2002, il successo di Giacobbe Fragomeni nel 207 e la conquista di Mirko Larghetti nel 2013, alla lista si è aggiunto il nome di Maurizio Lovaglio, che si è imposto al connazionale Leonardo Damian Bruzzese per fuori combattimento tecnico alla dodicesima ed ultima ripresa. I due si sono affrontati per la seconda volta: il torinese ha ripetuto il risultato prima del limite conseguito nel dicembre del 2013 quando aveva tolto la cintura italiana dei cruiser al romagnolo per knockout tecnico nel decimo conclusivo round.
La rivincita non ha offerto novità sui due fronti avversari, improntati entrambi alla ricerca del colpo risolutore. La diversità è derivata da qualche capitombolo in più rispetto al combattimento precedente. Lovaglio è caduto nella quinta ripresa, con conteggio arbitrale, mentre ha toccato il tappeto in altre occasioni per la troppa foga e l’instabilità sulle gambe. Bruzzese ha toccato il tappeto nel sesto round ed è stato contato a sua volta.
L’arma vincente del piemontese è stato il sinistro lungo, stampatosi con ripetitività sul volto dell’avversario, che, a sua volta, ha trovato facile il percorso del destro, scarsamente usato per concludere favorevolmente le sue azioni.
Entrambi hanno accusato mancanza di stamina per una competizione importante e di lunga durata.
Lovaglio ha messo a nudo le sue carenze caratteriali che influiscono sul rendimento e la capacità di profitto ad alto livello: molte energie sono spese attraverso la tensione che manifesta palesemente, anche quando ha il match sotto controllo e potrebbe gestire evitando la concitazione che, invece, esprime negli attacchi convulsi.
Bruzzese ha saputo tenere alta la spalla sinistra mentre il pericolo arrivava dalla sua destra, da dove giungevano i diretti ed i ganci lunghi: si è preoccupato troppo della difesa ma non ha fatto quanto l’azione avversaria richiedeva, senza movimento sul tronco ed il tempismo necessario per le repliche essenziali a bloccare le prevedibili azioni offensive del piemontese.
Alla fine lo stillicidio dei colpi lunghi di Lovaglio ha aperto la breccia necessaria per chiudere il secondo capitolo. Per l’ennesima volta il piemontese, benché spossato, ha fatto arretrare sulle corde l’ostinato Bruzzese, ormai instabile sulle rigide gambe. A quel punto l’intervento risolutivo dell’arbitro ha chiuso la partita senza conteggio.
Lovaglio, 19-11-0 (12), ha conquistato il titolo dell’Unione europea al secondo tentativo, dopo la sconfitta sofferta a Grugliasco nel settembre 2014 contro il croato Stjepan Vudelija per squalifica nella quinta ripresa.
Bruzzese, 15-2-0 (5), dovrà ripartire dal campionato nazionale per ricostruire la carriera.
A CIRIANI LA CINTURA ITALIANA
L’udinese Nicola Ciriani è il sedicesimo campione italiano dei pesi massimi-leggeri dopo il successo pieno conseguito contro il giovane romano Simone Federici. Al termine delle 10 riprese il verdetto è stato unanime, come hanno riportato i cartellini dei tre giudici: 97-93, 97-94 e 96-94.
Ciriani ha fatto la sua seconda esperienza tricolore dopo il fallito tentativo di aggiudicarsi la vacante cintura dei mediomassimi nel marzo del 2014: a Roma è stato sconfitto con decisione unanime dal capitolino Mirco Ricci.
Ciriani, 13-1-0 (8), ha messo a frutto la sua esperienza contro il principiante avversario, dotato di tanta buona volontà ma a volte maldestro nelle sue fasi offensive.
Il confronto è stato convulso, farraginoso, incapace di offrire uno spettacolo soddisfacente.
Federici, giunto all’appuntamento con il record immacolato di 7 vittorie (4 prima del limite), costruito in due anni a spese di avversari balcanici di modesto calibro ma necessari per la sua crescita, ha portato contro l’avversario friulano solo la sua giovane vigoria fisica. Il laziale non ha saputo condurre azioni di attacco validamente offensive: solo colpi larghi portati con l’interno dei guantoni; il suo destro a martello veniva intercettato alla partenza e scansato con spostamenti sul tronco dell’avversario.
Ciriani, con un fisico più da mediomassimo che da cruirer, è stato molto attivo fin dalla prime battute del combattimento. Ha alimentato il confronto con le sue azioni d’attacco ed ha tentato di costruire un filo conduttore alla sua tattica.
Con il passare delle riprese la competizione è scivolata sul piano della baruffa, nella quale il friulano ha fatto valere la sua dimestichezza raccolta in più anni di pratica pugilistica.
Federici, 7-1-0 (4), deve fare tesoro di questa esperienza, benché negativa, perché ha il temperamento che serve al pugile volenteroso di andare lontano: dedizione ed esperienza faranno il resto, per sua grande soddisfazione.
Altri risultati:
Welter, Dario Morello V PT 6 Italo Brussolo
Superleggeri, Luca Maccaroni V KOT 3 (Abb) Emanuele De Prophetis
Leggeri, Massimiliano Ballisai V KOT 4 (Abb) Laszlo Fekete (Ungheria)
Piuma, Luca Rigoldi V KOT 2 David Hoppal (Ungheria)
Primiano Michele Schiavone
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