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SCARDINA ED IL SOGNO AMERICANO

14/02/2016 - 15:24:00

 

 

La fantasia che può diventare realtà

di Primiano Michele Schiavone

Domenica  14 febbraio 2016 – Il lombardo Daniele Scardina da un anno ha lasciato la sua Rozzano, alle porte di Milano, per trasferirsi a Miami, in Florida, inseguendo il sogno americano con la voglia di raggiungere il firmamento del pugilato mondiale. L’italiano ha trovato l’accoglienza di un noto manager statunitense, John Seip, che ha creduto nelle sue qualità combattive e gli ha firmato un contratto esclusivo.
Seip (ritratto nella foto con Scardina) è noto negli ambienti pugilistici che contano per aver guidato la carriera di Peter Quillin, diventato campione mondiale WBO dei pesi medi.

Al manager nato a New York si è affidato anche il peso medio britannico Steed Woodall (9-1-1), che ha lasciato Birmingham, in Inghilterra, per cercare fortuna negli States.
“Toretto” Scardina, 24 anni il prossimo aprile, ha abbandonato la canottiera dopo 56 combattimenti dilettantistici, alcuni dei quali gli hanno dato la soddisfazione di vincere il Guanto d’Oro ed altre medaglie nei campionai e tornei nazionali.
Ha fatto esperienza nel torneo World Series of Boxing, vincendo per l’Italia Thunder Boxing Team contro la Germania.
Scardina ha iniziato a praticare il pugilato seguendo un suo zio, dilettante a Rozzano, ed ha combattuto con la maglietta della locale società sportiva Domino.
In una delle sue ultime interviste italiane ha palesato il suo sogno di diventare campione in America, ricordando la figura di Arturo Gatti, uno che ce l’ha fatta proprio in America.
Questa sua spasmodica aspirazione lo ha portato a “studiare” i filmati dei combattimenti di Miguel Cotto, Floyd Mayweather Jr e Roy Jones Jr per mette a punto un proprio stile di combattente.
Il suo nomignolo “Toretto” lo ha mutuato dal personaggio della saga cinematografica  Fast and Furious, nella quale si trova il protagonista Dominic Toretto – interpretato dall’attore Vin Diesel – che incarna tutte quelle qualità appartenenti ad una figura carismatica, dalla forza, al coraggio, all’umanità. Lui si sente come Dominic Toretto, capace di risolvere le cose, di aiutare gli altri, di rappresentare la fratellanza ed il rispetto.
Un’altra peculiarità ostentata da Scardina è il suo corpo tatuato: ogni disegno rappresenta una tappa della sua vita, nella buona e nella cattiva sorte. Tra le immagini e le scritte tiene molto alla citazione che si staglia sulla testa: My Lord, rivolta a Dio, sempre presente nelle sue preghiere.
L’italiano si è presentato nella storica palestra di Miami Beach, 5th St. Gym, aperta nel 1950 da Chris Dundee, dove si sono allenati tra gli altri campioni del mondo come Willie Pep, Sonny Liston, Carmen Basilio, Willie Pastrano, Archie Moore, Emile Griffith, Cassius Clay – divenuto poi Muhammad Ali – Roberto Duran e Bernard Hopkins, solo per citarne alcuni, con la voglia di apprendere le nozioni fondamentali per sfondare nel professionismo.

Daniele Scardina nella palestra di Miami Beach

Le sue prime frequentazioni in palestra hanno attirato le attenzioni del manager Seip. Questi si è accorto di lui e della esuberante bramosia che traspariva dal suo impegno negli allenamenti; rimasto affascinato da tanta avidità mostrata, oltre che dalle sue qualità combattive, ha pensato di affidarlo alle cure degli allenatori Guy Laieta e Dino Spencer, per eliminare i suoi comportamenti tipicamente dilettantistici. Dopo un lungo lavoro fatto dai due tecnici l’approccio professionistico di Scardina è cambiato notevolmente: ora sa usare la sua altezza, è capace di combattere a distanza, mostrando un buon uso del jab e del gancio, a detta di Sep. Di lui il manager ha detto anche che ha una grande passione per il pugilato e che ascolta ed apprende ogni giorno; ha buone mani, veloci e potenti. Ha aggiunto che è anche un bel ragazzo. Ha trovato in lui elementi tangibili che lo hanno indotto a firmare il contrato di procura sportiva.
Scardina è migliorato molto sotto la guida tecnica travata in palestra, ambiente nel quale si respira un’atmosfera che invoglia a migliorarsi continuamente, per la presenza di tanti pugili che hanno voglia di arrivare lontano.
La meravigliosa esperienza attesa da Scardina è stata vissuta a pieno titolo da Vito Antuofermo, uno degli ultimi campioni del mondo nato in Italia e cresciuto come pugile in America. Nato a Palo del Colle, provincia di Bari, lasciò la Puglia adolescente per emigrare negli Stati Uniti. Nel 1970 vinse il Guanto d’Oro sub-novice. di New York nella categoria dei welter; conquistò la cintura europea superwelter nel 1976 a Berlino, spodestando il tedesco Eckhard Dagge, ed il titolo mondiale dei medi nel 1979, deponendo l’argentino Hugo Pastor Corro. Professionista dal dicembre 1971 all’ottobre 1985, disputò 59 combattimenti: 50-7-2 (21).
Scardina vuole diventare campione in America. Questo è il suo sogno americano. Lui pensa che in quella terra ci sono grosse opportunità e che con il giusto aiuto il suo sogno può diventare realtà.
Ritiene il manager Seip la persona giusta per centrare questo obiettivo.
Scardina ha le idee chiare: sta lavorano per diventare campione del mondo; perfeziona il suoi comportamenti sul ring per combattere di rimessa e usare meglio le braccia.
Intanto ha lasciato la più pesante categoria degli 81 chili nella quale ha militato negli ultimi anni del dilettantismo; è sceso di peso per combattere tra i supermedi come professionista.
I primi passi nel mondo professionistico, anche se condotti con molta cautela,  hanno dato ragione a Scardina ed al suo team: 3 combattimenti nella Repubblica Dominicana ad altrettanti fulminei risultati. I loro effetti fanno ben sperare.

Primiano Michele Schiavone