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ANALISI DI UNA SERATA ITALIANA IN DANIMARCA

20/03/2016 - 10:58:58

 

 

Il vantaggio di combattere in casa

di Alfredo Bruno

Dicono che Sauerland oltre che organizzatore è anche un grande appassionato della noble art, per questo la sua partecipazione travalica l’ordinaria presenza soffrendo o gioendo a seconda dei casi. Indubbiamente in quest’ultimo periodo a farlo soffrire sono i pugili italiani, forse per certi versi sottovalutati.

Dopo Giovanni De Carolis ieri è stata la volta di Mirko Larghetti al MusikTeatret di Albertslund in Danimarca. Vedere nei primi sette round il 23enne Micki Nielsen spiccare il volo su un Mirko Larghetti irriconoscibile e spaesato di fronte alla boxe varia e veloce del suo avversario faceva un certo effetto. In palio era il titolo WBC International dei massimi leggeri. Anzi in alcuni momenti si paventava addirittura la soluzione prima del limite, complice un gonfiore consistente nella tempia sinistra. Un gonfiore che sembrava calamitare le veloci “incursioni” del giovane danese. La cosa che sorprendeva di più era poi la facilità con cui Nielsen entrava nella guardia di Larghetti doppiando spesso i colpi. Il gonfiore veniva ridimensionato subito da un abile cutmen come Giulio Spagnoli, Mario Massai poi faceva la sua opera di motivatore. A tutto questo si aggiungeva che Larghetti è un pugile che esce fuori alla distanza e incassa anche le cannonate. A cominciare dalla seconda metà della settima ripresa Nielsen dava segni di affaticamento badando più a difendersi e a legare. Aveva un vantaggio incolmabile dovuto al filotto conquistato nella prima metà del match. L’ottavo e nono round confermavano questa nuova lettura del match e il “secondo”, quel Joey Gamache, che molti ricordano, leggero di valore mondiale negli anni ’90, cercava di riassestarlo dal lato psicologico. Non è facile passare da una quasi vittoria prima del limite a incassare colpi di una certa durezza. Nel penultimo round Nielsen aveva un’impennata d’orgoglio e in pratica aveva poneva le basi del successo, basi che per poco vedeva crollare di fronte ad un incredibile Larghetti che non gli ha dato tregua negli ultimi tre minuti facendolo barcollare a più riprese, e l’arbitro una piccola mano glie la dava interrompendo l’azione per rimettere a posto la fascia di un guantone. Vecchi trucchi, che purtroppo ci possono stare a favore del “padrone di casa”. Al suono del gong finale tutto il pubblico traeva un sospiro di sollievo e il giovane Micki manteneva titolo e imbattibilità con largo margine dai 5 ai 4 punti.
Nella serata combatteva pure un altro italiano. Si tratta del mancino Vincenzo Finiello che ha reso dura la vita all’emergente e imbattuto leggero Rshid Kassem.

Alfredo Bruno