Parata di stelle nelle finali del "Memorial Carlo Maggi"
di Alfredo Bruno
Torneo Esordienti Senior intitolato a Carlo Maggi ieri ha avuto il suo epilogo, come manifestazione, dopo 5 giornate intense, ma in contemporanea è diventato il punto di partenza per un’idea che accomuna sport e celebrazione in una sorta di festa per tutti gli appassionati e i protagonisti. Dimenticare per qualche giorno il “proprio orticello” ha fatto bene a tutti noi e lo dobbiamo a Carlo Maggi, divenuto senza volerlo il filo conduttore per una trama o un sentiero dove non si vede l’arrivo, ma si sentono i benefici con aria fresca. Il PalaSport Vespucci del G.S. Fiamme Oro è stato il teatro ideale per questo gran gala pugilistico dove si sono radunati fior fiore di campioni, ma anche chi non lo è ancora e aspetta con ansia il suo momento.
Vedere insieme Leonard Bundu, Emiliano Marsili, Sergey Demchenko, Alessia Mesiano, Manuel Cappai, Valerio Manfredonia, Emanuele Salvini, Valerio Ranaldi, Manuel Lancia, Daniele Petrucci, Mario Alfano Luca Podda, Vincenzo Bevilacqua, Mirko Geografo, Marco De Paolis, salire sul ring per ricevere una targa che acquista il valore di un bypass per la gloria fa un certo effetto. E’ la volta quindi dei familiari e delle personalità istituzionali, difficile trattenere la commozione da parte della vedova e delle figlie. Poi arrivano i suoi “ragazzi” preceduti da Sergio Calì, il sergente di ferro dal cuore d’oro. Gagliardi, uno dei tanti ex allievi, legge alcuni suoi versi scritti per il suo maestro, crolla alla fine con lacrime copiose e contagiose. Siamo per un verso o per un altro tutti commossi, finalmente rispolveriamo il nostro lato buono con una sensibilità rimasta nascosta, e questo lo dobbiamo a te caro Carlo, nostro pugile, allenatore, amico, padre, fratello. Parlano microfonati da un Valerio Lamanna perfetto Antonio Zonfrillo ideatore e gran regista della manifestazione con tutto lo staff della Boxe Roma Casalbruciato, il presidente del IV Municipio, il Consigliere Federale Flavio D’Ambrosi, che promette che il Torneo intitolato a Maggi diventerà un punto fisso nel calendario agonistico laziale. Si spengono le luci e sullo schermo appaiono le immagini di Carlo Maggi, la sua cronistoria da giovane pugile a maestro difficile da imitare. E’ un filmato incredibile che ce lo fa rivivere come se stesse insieme a noi con noti brani musicali che sembrano ornamentali come la cornice di un quadro capolavoro. Un lavoro da oscar ideato e costruito da Roberto Aschi.
A tutto questo c’è stato un gustoso aperitivo con esibizione sul ring di Daniele Petrucci e Mario Alfano. Petrucci aveva all’angolo come secondo Leonard Bundu, suo grande rivale e amico, mentre per Alfano l’angolo era rappresentato da Emiliano Salvini, il suo ultimo rivale.
Il Torneo in un Palasport gremito, stavolta nel vero senso della parola, aveva inizio con un minuto di raccoglimento per Marcello Calabrese, morto a 47 anni, eroe di cento combattimenti negli anni ’90, idolo nascosto e scoperto purtroppo con la sua scomparsa da migliaia e migliaia di fans, certificati con i sistemi mediatici di oggi. Iniziano Di Carlo e Chavez, che sciolgono subito il peso delle responsabilità scambiando duro. Nel secondo round Chavez deve ascoltare un conteggio che non influenza certo la sua buona tecnica di fronte a un Di Carlo più potente, che diventa il primo campione del “Memorial Carlo Maggi”. Zuffi capisce subito contro Ranieri di avere una strada tutta in salita, ma non si scoraggia e le prova tutte contro una delle rivelazioni di questo Torneo. La bravura di Ranieri, tra l’altro, è ben indirizzata da un giovane maestro come Frontaloni. Boccetti ha messo in evidenza sprazzi di genialità in tutti i matches disputati, dalla corta e dalla lunga distanza. Miozzi non ne vuole sapere e gli dà filo da torcere fino alla fine. Cantoni ha una buona boxe di rimessa, anche efficace all’occorrenza, mentre Collins ha doti, per ora in embrione, da vendere. Il match scorre sul filo dell’equilibrio fino al verdetto assegnato al bravo Collins. Molto atteso il match tra Meuti e Trossi, che ha calamitato attenzione e curiosità nelle giornate precedenti. Il frusinate stavolta trova pane per i suoi denti, Meuti non gli concede spazi e nello scambio ravvicinato non si fa “sottomettere”. Gli interventi dell’arbitro sono numerosi, ma il match viene seguito intensamente dai fans dei due atleti. Meuti, solido e costante, ottiene una preziosa vittoria. Ciccone è un’altra delle rivelazioni. Lo abbiamo visto migliorare match dopo match dandoci l’impressione di avere doti ideali per i Tornei. Sfrutta al massimo il suo maggior allungo con una boxe scarna ed efficace. Francisci, messosi anche lui in buona luce nelle giornate precedenti, stavolta con la sua boxe intelligente non ha trovato la soluzione, subendo tra l’altro due conteggi. Triki aveva destato grande impressione per la sua potenza. Il giovane della Olimpic Romans ci ha provato contro Pastore, che non ha abboccato, ma il suo destro è arrivato poche volte a segno. Invece l’allievo di Zonfrillo e Moretto ha costruito con intelligenza la sua vittoria, anzi a rischiare è stato proprio Triki. Iosif e Romani hanno messo in luce, nonostante i loro 91kg, fiato e velocità non comuni. Il tutto condito da sprazzi di buona boxe con verdetto per Iosif, più potente, per ferita nel terzo round, e applausi anche per il giovane pugile di Colleferro. Impressionante la mole di Viola, Masella ha la vista buona e capisce che è meglio girare al largo. Viola dimostra una buona abilità nell’evitare i tentativi di attacco del suo avversario, che a sua volta evita pedalando le bordate che non dovrebbero essere carezze. Il match viene assegnato a Masella, ma sono due colossi da seguire con attenzione. Ad ogni vincitore è stata consegnata una bellissima Cintura e allo sconfitto una medaglia, ricordi indimenticabili di una bella manifestazione sponsorizzata da Il Ring di Romina Stella e dalla Ditta Titanium di Nando Vignola, coadiuvati da numerosi altri. Ma il marchio di fabbrica è quello della Boxe Roma Casalbruciato, con il presidente Marcello Stella che aggiunge un altro capolavoro al suo personale "cartellino".
Alfredo Bruno
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