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IL RICORDO DI AARON PRYOR, IL FALCO
10/10/2016 - 11:58:49
Fu imbattuto campione del mondo superleggeri, dal 1980 al 1985di Alfredo Bruno Lunedì 10 ottobre 2016 -- Anche Aaron Pryor ci ha lasciato. E’ morto ieri a Cincinnati all’età di 61 anni dopo aver avuto a lungo problemi al cuore. Molti lo ricordano, molti forse impareranno a conoscerlo dopo la sua scomparsa. "The Hawk" (in italiano il falco) così era chiamato Pryor per il suo modo spregiudicato di combattere fino all’estremo della resistenza. Solo un simile pugile poteva battere un fuoriclasse dalla potenza devastante come Alexis Arguello. Riuscire a non farsi travolgere e nello stesso tempo a demolirlo dopo due terrificanti combattimenti hanno lasciato un segno nella storia pugilistica di tutti i tempi. Alle volte ci sembra di esagerare, ma ci sono alcuni match che non puoi descriverli in altra maniera. Il nome di "The Hawk" gli fu affibbiato dopo un’incredibile serie di vittorie, ben 24, che aveva ottenuto dal suo esordio avvenuto alla fine del 1976. Fu così che il 2 agosto del 1980 divenne lo sfidante ufficiale di Antonio Cervantes per il titolo mondiale dei superleggeri per la WBA. Fu il suo battesimo del fuoco perché il colombiano era il campione indisturbato della categoria dal 1977. I favori del pronostico erano tutti per il detentore che all’inizio del quarto round era considerato in vantaggio, ma "il falco" era in agguato. Anzi alla quarta ripresa era proprio Pryor ad assaggiare il tappeto, la reazione fu quasi immediata e travolgente. Cervantes si ritrovò dopo una tempesta di colpi al tappeto, cercò disperatamente di rialzarsi ma inesorabile il conteggio lo inchiodò al ko. Una grande vittoria contro un grande campione, considerato all’epoca imbattibile. Pryor si confermò abbondantemente liquidando prima del limite i suoi sfidanti. Intanto tra i leggeri aveva fatto il vuoto Alexis Arguello, che prima aveva già spopolato tra i piuma e i superpiuma. Avvenne quello che oggi è diventato un po’ uso comune, dove il peso rischia di diventare un optional. Fu così organizzata una delle sfide del secolo tra un campione del mondo dei superleggeri e uno dei leggeri, imbattibili che avevano fatto il vuoto, e come accade in questi casi “uccidendo” l’interesse nelle rispettive categorie di peso. Anche stavolta Pryor aveva i favori del pronostico contro e anche stavolta fece saltare il banco. Arguello dal sesto round lamentava una ferita allo zigomo. Fu un match tremendo con capovolgimenti di fronte che fu fermato al 14mo round perchè Arguello non era in condizioni di continuare. Ci furono polemiche per l’apparizione di una bevanda nell’intervallo del 13mo round all’angolo di Pryor. Ma la polemica si sciolse e il match rivincita si effettuò il 9 settembre del 1983, un anno dopo circa. Stavolta Pryor era favorito e il match disputato al Caesars Palace si concluse al 10mo round. Arguello fu contato al primo round, al quarto e al 10mo round finì ko. Pryor sciolse ogni dubbio sul suo valore e Arguello che sognava di essere il primo pugile capace di conquistare il mondiale in 4 categorie diverse accantonò il suo sogno. In pratica questo match segnò il destino dei due, per non dire la fine. Pryor entrò in una sorta di tunnel a causa di una latente e subdola depressione, una malattia pericolosa che lui scelse di combattere con la droga. Abbandonò il titolo e tornò campione per l’IBF, per poco, ripiombando nella morsa depressione-droga. Si ritirò alla fine del '90 con un record di 39 vittorie (35 per ko), macchiato da una sola sconfitta, quando era nella parabola discendente. Doveva affrontare l’avversario più potente: la droga. Fu il suo match più difficile ma riuscì, grazie all’aiuto dei suoi familiari, a vincere. Probabilmente era destinato a combattere sempre, stavolta era il cuore a reclamare i suoi diritti. Ieri domenica 9 ottobre un arbitro invisibile ha alzato la mano al suo vincitore, stavolta non sono ammesse rivincite. Alfredo Bruno
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