Libro di Giovanni Memola
di Primiano Michele Schiavone
Nel film di Pupi Avati "La seconda notte di nozze", ambientato nell'Italia degli anni Quaranta, c'è un personaggio dal sorriso magnetico e gli atteggiamenti da guascone, attore protagonista di una pellicola di successo: il giallo d'azione "Spie fra le eliche". I modi di fare di questo personaggio e la stravaganza del titolo della pellicola di cui è protagonista lo rendono una simpatica quanto improbabile macchietta che pochi sospetterebbero essere, invece, un raffinato omaggio di Avati ad un divo dimenticato dell'Italia di quei lontani anni: Enzo Fiermonte. Pugliese di nascita, ma romano d'adozione, Fiermonte fu attore di cinema, e prima ancora campione di pugilato; ma fu, nondimeno, gran seduttore e amante di sfide impossibili. Lo chiamavano "il Valentino del ring" e di lui s'innamorò perdutamente una delle donne più ricche al mondo, l'americana Madeleine Astor Dick, famosa oltreoceano per essere sopravvissuta alla tragedia del Titanic. Per Madeleine e per gli agi dei milionari, Fiermonte appese i guantoni al chiodo quando era ormai ad un passo dal battersi per il titolo di campione del mondo; poi ci ripensò, tornò sul ring, e tutto il mondo parlò di lui. Ma quello fu soltanto uno degli episodi avvincenti e rocamboleschi che segnarono la sua esistenza. Ne collezionò tanti e tutti clamorosi, al punto che a Hollywood, in più di un’occasione, si è pensato di realizzare un film sulla sua vita. (L'avventurosa vita di Enzo Fiermonte, pugile attore, Giovanni Memola, Edizioni Dal Sud, 2016 - 234 pagine)
Indro Montanelli, giornalista, saggista e commediografo, scrisse di lui: «Era bello Fiermonte, bellissimo: aveva un volto fotogenico su un corpo di David, lunghe ciglia sugli occhi neri e l’elegante giuoco dei muscoli sotto la pelle ambrata...».
Il libro racconta la straordinaria parabola terrena di Fiermonte, originario di Casamassima, provincia di Bari. Figlio di contadini, nell’età adolescenziale si trasferì a Bari insieme ai genitori ed ai sei fratelli (altri due maschi e quattro femmine). Poi raggiunse Roma per praticare al meglio il pugilato. Dopo alcune trasferte in Inghilterra ed Argentina, "Il Bello del Ring" – come venne soprannominato dalle sue fans – si stabilì negli Stati Uniti, dove si accasò con una ricca donna americana, sopravvissuta all'affondamento del "Titanic". Infine divenne un divo del Cinema.
Fiermonte debuttò come attore alla fine del 1940, nel film "L'Ultimo combattimento" di Piero Ballerini. Il pugliese interpretò la figura di Bruno Dal Monte, in un soggetto autobiografico, ambientato nel mondo della boxe. Al suo fianco si trovarono attori affermati quali Milena Penovich, Peppino De Filippo e Nino Marchesini.
Restò nel mondo della celluloide agli ordini di registi noti come Oreste Biancoli, Guido Brignone, Luigi Zampa, Duilio Coletti, Mario Mattoli, Laszlo Kish, Ignazio Ferronetti, Carlo Borghesio, Alessandro Blasetti, Riccardo Freda, Ennio Cerlesi, Giacomo Gentilomo, Giuseppe Accatino, Mario Volpe, Vittorio De Sica e Pasquale Squitieri. Le pellicole più note di quegli anni furono per lui “Il Mercante di Schiavi” e “L’Ultima carrozzella”. Nel secondo film, sceneggiato da Aldo Fabrizi e Federico Fellini, lavorò insieme allo stesso Fabrizi e ad Anna Magnani. Recitò a fianco di Marisa Vernati, Luigi Pavese e Peppino Spadaro, Gina Amendola, Luigi Erminio D'Olivo, Anita Durante e Checco Durante.
Divise il set con star della cinematografia come Marlon Brando, Burt Lancaster, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Alain Delon, Charles Bronson, Amedeo Nazzari e Robert Taylor; in compagnia di attrici affermate quali, oltre alla citata Anna Magnani, Lea Padovani, Ava Gardner, Jeannr Moreau, Annie Girardot, Claudia Cardinale, Romy Schneider, Silvana Mangano, Anna Maria Pierangeli, Lucia Bosè, Vera Carmi e Silvana Pampanini.
Nel contempo s’impegnò anche come regista, assumendo lo pseudonimo di William Bird, e sceneggiatore, firmando con il nome di Mario Del Fante.
Seguitò con impegno ed interpretò i ruoli più svariati in un centinaio di film, a volte con ruoli di apprezzato caratterista. Lo ricordiamo allenatore di boxe sul set di "Rocco e i suoi fratelli" diretto da Luchino Visconti. Per la circostanza allenò realmente l'attore Renato Salvatori. Fece una delle ultime apparizioni nel film “Gruppo di famiglia in un interno” di Luchino Visconti. Interpretò la figura di un Commissario di polizia, dividendo la scena con Silvana Mangano, Burt Lancaster e Helmut Berger.
Una storia interessante e vera, quasi romanzata, quella di Enzo Fiermonte, coinvolgente per qualsiasi tipo di lettore, dagli amanti dei racconti di boxe ai fedeli intenditori delle vicende del cinema e dello spettacolo. Il libro è arricchito da molte foto inedite che hanno costellato la sua vita, come pugile ed attore.
Il giovane autore del libro, Giovanni Memola, nato a Bari nel 1983, è ricercatore in cinema italiano e visiting fellow dell’Università di Winchester, Regno Unito. Nel 2014 ha conseguito un dottorato in studi cinematografici con una tesi sui film gialli e polizieschi, prodotti in Italia negli anni Settanta (Leaden Italy, Lost Italy). Negli anni di formazione accademica è intervenuto in diverse conferenze e seminari, in Italia e Inghilterra. Tra il 2008 e il 2011 ha collaborato con il festival londinese Cine-Excess. Nel 2013 ha curato un corso sul cinema italiano di genere ("C’eravamo tanto odiati", Bergamo). Per Edizioni dal Sud ha pubblicato un saggio nel volume Il Cinema di Domenico Paolella (a cura di A. Marrese, 2014).
Primiano Michele Schiavone
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