L'apoteosi di Aldo Minelli
di Primiano Michele Schiavone
Negli anni '40 la città di Bergamo poteva vantare due assi del pugilato, i fratelli Aldo e Livio Minelli, l’uno peso leggero, l’altro peso welter. Livio, nato 5 anni prima del fratello, iniziò a competere in campo professionistico nel gennaio 1940; ben presto si misurò con i migliori pugili di quel decennio quali Botta, Fabriani, Bondavalli, Proietti, Cortonesi ed altri. Dopo quattro anni di sfide impegnative, Aldo Minelli ebbe il suo momento di maggiore notorietà: il 16 aprile 1944 si trovò a sfidare il campione italiano dei pesi leggeri Bruno Bisterzo, contro il quale aveva ottenuto un pari nel 1942 ed una vittoria nel 1943, senza titolo in palio. Quella sera a Modena, nel loro terzo confronto, Minelli sconfisse Bisterzo con verdetto deciso al termine delle 12 riprese e coronò l’aspirazione di essere chiamato campione d’Italia. I due pugili si affrontarono otto volte ancora, con alterna fortuna; nell’ultimo confronto del dicembre 1945 Minelli riconsegnò a Bisterzo, due volte anche campione d’Europa, la fascia tricolore. Il bergamasco lasciò l’Italia alla volta di Spagna, Portogallo e Stati Uniti. Tornato in Patria sfidò Giuseppe Fusaro per il campionato nazionale dei leggeri, rimediando il risultato di parità. Riprese la via degli Stati Uniti e chiuse la carriera nel dicembre 1951 in Argentina, dove rimase a vivere per sempre, dopo 131 combattimenti: 73-41-16-1.
Primiano Michele Schiavone
|