Antonio Amaya, campione panamense in tre categorie
di Primiano Michele Schiavone
Il piccolo territorio dello Stato di Panama ha prodotto un numero cospicuo di pugili diventati campioni del mondo, sulla cui scia una notevole quantità di connazionali hanno alimentato le classifiche mondiali nelle diverse categorie di peso. Del secondo gruppo fece parte Antonio Amaya, affermatosi in Patria con il titolo nazionale dei pesi piuma. Il 9 maggio 1965 Amaya respinse lo sfidante Enrique Lawson con una decisione ai punti ottenuta dopo 12 riprese. Alla fine di quell’anno “Buchi” Amaya ottenne anche la cintura panamense dei pesi superpiuma e si fece conoscere all’estero, con diversi ingaggi in Messico, Venezuela, Filippine, Stati Uniti e Portorico. Nell’aprile 1969 volò a Tokyo, Giappone, per sfidare il campione mondiale WBA leggeri jr Hiroshi Kobayashi, ma il risultato ai punti sulle 15 riprese, scaturito da una decisione divisa, lasciò al nipponico la cintura iridata. Il panamense tornò nella capitale giapponese l’anno seguente per aspirare alla stessa corona ma Kobayashi la custodì con verdetto unanime. Amaya riprese a viaggiare, toccando Costa Rica, Messico, Nicaragua, Venezuela, Francia e Colombia prima di approdare per la terza volta a Tokyo ed incrociare i guantoni con il campione WBC superpiuma Kuniaki Shibata, rimediando ancora una sconfitta ai punti in 15 tempi dovuta ad un verdetto deciso a maggioranza. Il panamense riprese la girandola di ingaggi all’estero. Diventato campione nazionale dei superleggeri nell’aprile 1978, sbarcò in Spagna e chiuse la carriera nel giugno di quell’anno a Milano contro Juan Jose Gimenez, trasferitosi in Italia dalla natia Argentina. Il suo palmares conta 75 combattimenti: 47-21-7.
Primiano Michele Schiavone
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