Jose Napoles da Cuba al Messico
di Primiano Michele Schiavone
Il cubano Jose Napoles dimostrò di avere doti particolari fin da quando combattete tra i pesi leggeri, privo ancora dell’appellativo "Mantequilla" che anni dopo lo rese famoso in tutto il mondo. Il giovane Napoles, passato professionista nell’agosto 1958 all’età di 18 anni, il 21 maggio 1960 affrontò nella capitale Havana, sulla distanza delle 10 riprese, il più esperto connazionale Angel Robinson Garcia, forte di 54 esibizioni alle spalle. Napoles arrivò a quel rilevante appuntamento dopo soli 13 confronti, ma impressionò per l’efficacia e la risolutezza mostrata contro l’abile avversario, aggiudicandosi il verdetto ai punti. L’anno seguente Napoles superò una seconda volta il connazionale Garcia, prima di lasciare definitivamente la sua isola per trasferirsi in Messico e continuare a praticare la boxe professionistica, vietata dal Lider Maximo Fidel Castro. Lo stesso fece Garcia che migrò nel vecchio continente, e tanti altri pugili cubani che ripararono a Miami in Florida. Il profugo Napoles lavorò sodo per affermarsi nella Patria adottiva e salire sulla scala dei valori internazionali. Dopo otto anni di esilio conquistò la cintura mondiale dei pesi welter piegando il texano Curtis Cokes, campione da tre anni. Difese la corona tre volte prima di cederla all’americano Billy Backus; la tolse allo statunitense nella rivincita e la perse dopo 10 conclusioni favorevoli. Diventò così grande ed impareggiabile al punto da metterlo davanti al potente Carlos Monzon, campione universale dei pesi medi. Il portento dell’argentino venne fuori alla distanza ed il cubano-messicano dovette arrendersi prima del limite. Oltrepassò le corde l’ultima volta nel dicembre 1975 quando si arrese all’inglese John H.Stracey, nel combattimento numero 88: 81-7-0.
Primiano Michele Schiavone
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