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CAMPIONI DEL MONDO DI ORIGINE ITALIANA, SAMMY MANDELL
22/05/2017 - 17:06:44
Al secolo Salvatore Mandalàdi Pietro Anselmi e Vincenzo Belfiore Salvatore Mandalà è forse uno dei più grandi tra quelli ricordati in questa rassegna. Venne soprannominato lo "Sceicco di Rockford" per il suo stile e la sua eleganza sul ring. Furoreggiava in quegli anni in America Rodolfo Valentino con il film lo Sceicco ed il paragone calzava a pennello. Sammy Mandell era italiano, era un bel ragazzo e maneggiava il suo sinistro sul ring come una spada. La sua è una storia come tante altre vissute nel triste periodo dell’emigrazione dal Sud Italia verso altri paesi. Salvatore vide la luce a Piana degli Albanesi, ad una cinquantina di chilometri da Palermo, il 5 Febbraio 1904. La madre moriva di parto e fu l’ultimo di cinque figli, tre femmine e due maschi. Il padre allora decise di trovare sistemazione in America e partiva con il figlio più grande. Dopo tre anni riuniva la famiglia a Rockford nell’Illinois. Sammy frequentava la locale scuola ed era molto portato per lo sport. Un giorno, dopo che aveva notato le continue assenze pomeridiane del fratello maggiore Joe, volle seguirlo e scopriva che si recava nella locale palestra per fare pugilato. Subito il suo spirito di emulazione ebbe il sopravvento e volle seguire l’esempio del fratello. Notato da due famosi manager organizzatori, Eddie Kane e Eddie Long, fu affidato all’allenatore Jack Blackburn, uno dei tanti “re senza corona” che aveva calcato i ring con successo alcuni anni prima. Questi, grande estimatore del jab portato in tutte le maniere, sottopose il ragazzo ad allenamenti durissimi. Dopo avergli legato il braccio destro dietro la schiena, lo mandava sul quadrato in combattimenti simulati per abituarlo ad usare quella che sarebbe diventata la sua arma più efficace. Salvatore Mandalà (Mandalà era un cognome di origine araba molto diffuso a Piana degli Albanesi) divenne Sammy Mandell e fece il vuoto intorno a sé. Tutti i migliori pugili della categoria furono battuti e la logica conseguenza fu il match per il titolo mondiale contro Rocky Kansas. Facilmente Sammy fece valere la sua migliore tecnica sullo stanco avversario. Rimase campione tre anni e difese la corona solo due volte prima di perderla in modo imprevedibile. Nessuno voleva incontrarlo e solo due grandi ebbero la forza di tentare la scalata al titolo. Dapprima fu Jimmy McLarnin, irlandese, un grande che in seguito avrebbe conquistato il titolo mondiale nella categoria superiore. Al Polo Ground di New York vinse con una esibizione di classe che in città non avevano più visto dai tempi di Benny Leonard. Un anno dopo fu Tony Canzoneri a dover sottostare alla sua superiorità. Perse il titolo in modo imprevedibile, forse l’unico campione del mondo ad aver perso la corona in un confronto SD, ovvero senza decisione. Era il 17 Giugno 1910, allo Yankee Stadium di New York l’avversario era Al Singer, non un campione ma che poteva contare su una sola dote, il pugno fulminante. Sorprese Mandell con il suo destro al primo round e vinse il match. Nei combattimenti SD non era prevista la decisione dei giudici ma il fuori combattimento era validissimo. Sammy Mandell annunciava il suo ritiro nel Novembre 1930 ma poco dopo si rimangiava la sua decisione e tornava sul ring come peso welter. Nel 1934 abbandonava definitivamente la boxe con un curriculum di tutto rispetto: 188 combattimenti disputati (84. 21. 10. 71sd. 2nc.). Molte delle sue sconfitte le subì dopo aver perso il titolo. Nel 1988 venne eletto nell’International Boxing Hall of Fame. Dopo il ritiro mise a frutto i molti soldi guadagnati; divenne proprietario di tre palazzi in Rockford, e lavorava come addetto alla sicurezza della locale banca. Moriva per un attacco cardiaco a Oak Park nell’Illinois il 7-11-1967.
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