Cerù impatta con Marocco
di Priminao Michele Schiavone
Quando il toscano Piero Cerù divenne campione italiano superleggeri per la seconda volta concesse la chance tricolore al laziale Tommaso Marocco. Il match si svolte l’8 settembre 1973 nella sede dello sfidante, a Priverno, in provincia di Latina, e si concluse con il risultato di parità deciso al termine delle 12 riprese. Il pugile di Carrara divenne professionista nel gennaio 1966 e giocò la sua prima carta tricolore nel maggio di quattro anni dopo, sfidando a Reggio Emilia il campione Ermanno Fasoli, dal quale rimase sconfitto con verdetto ai punti in 12 tempi. Nella rivincita con il lombardo Fasoli, disputata nel marzo 1971, il guardia destra toscano si affermò con un fuori combattimento tecnico nella settima frazione e conquistò l’agognata cintura nazionale. Cerù mantenne il primato italiano contro Romano Fanali, Nicola D’Orazione e Bruno Freschi, prima di perderlo nella quinta ripresa a favore del livornese Fanali nell’agosto 1972. Il carrarese riscattò la brutta serata consumata dinanzi ai suoi concittadini, imponendosi nel giugno dell’anno successivo a Romani Fanali, dopo 12 riprese, conquistando per la seconda volta la corona nazionale dei pesi superleggeri. Archiviato il pareggio con Marocco, disputò altre due difese vittoriose nei confronti di Giuseppe Minotti e Giorgio Braconi. Cerù lasciò vacante la cintura tricolore per sfidare il campione continentale della categoria, lo spagnolo Perico Fernandez: nell’agosto 1974, a Viareggio, l’italiano non ebbe il tempo di giocare l’importante partita a causa di una perfida ferita che lo fermò nella seconda ripresa. Il mese dopo Fernandez venne incoronato a Roma campione mondiale WBC. Il toscano disputò ancora una volta il campionato italiano, nel marzo 1975, cedendo all’udinese Bruno Freschi nel corso della settima ripresa. Cerù salì sul ring per l’ultimo match nell’agosto 1978, chiudendo la carriera dopo 68 sfide: 34-27-7.
Primiano Michele Schiavone
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