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CAMPIONI DEL MONDO DI ORIGINE ITALIANA, TONY MARINO

17/09/2017 - 16:38:57

 

Al secolo Antonio Marino

di  Pietro Anselmi  e  Vincenzo Belfiore

Antonio Marino è l’unico tra tutti gli italo-americani elencati in questa rassegna di cui non abbiamo potuto trovare altri indizi della sua origine, se non il suo italianissimo nome. Tony nacque a Duquesne in Pennsylvania nel 1912; a 14 anni espresse il desiderio di seguire le orme del fratello maggiore Angelo,  peso gallo che combatteva negli anni trenta sotto il nome di Tommy Ryan. Da dilettante peso mosca, conquistava il titolo di campione della sua regione. Nel 1930 passava al professionismo. Dopo un buon inizio,  si trasferiva in California ma la sua carriera trovava ostacoli insormontabili  contro i migliori pesi mosca del momento come Midget Wolgast, Small Montana e Pablo Dano. Ritornava a New York da peso gallo. Marino non era pugile potente ma un combattente continuo che amava assaltare i suoi avversari. Dopo pochi confronti batteva l’ex campione del mondo Lou Salica e quella che sembrava essere stata una fortuna in realtà era l’inizio della sua tragica vicenda. Baltazar Sangchili aveva tolto il titolo mondiale al grande Panama Al Brown e necessitava di una facile difesa della corona.Tony Marino sembrava il giusto avversario ed i due si confrontarono al Queensboro Club di New York il 29 giugno 1936. Le previsioni di una facile vittoria dello spagnolo sembravano avverarsi. Per tredici riprese la sua superiorità fu evidente. Marino atterrato quattro volte, da orgoglioso lottatore, resisteva alla furia dell’avversario. Al quattordicesimo round azzeccava la giusta combinazione, un potente sinistro al plesso solare seguito da un preciso destro mettevano fuor combattimento Sangchili. Tony  era campione del Mondo! In quel periodo infuriava la diatriba tra la NYSAAC e la NBA per il governo del pugilato mondiale e Marino fu costretto a battersi con il fortissimo portoricano Sixto Escobar, campione NBA per la riunificazione del titolo. A New York il 31 agosto dello stesso anno alla Dykeman Oval Arena il combattimento fu un autentico massacro: atterrato cinque volte nella seconda ripresa, ferito ad entrambi gli occhi ma orgogliosamente in piedi, al tredicesimo round Tony veniva fermato dall’arbitro, sollecitato dal medico di servizio. Dopo due combattimenti di tale cruenta drammaticità e durezza qualunque pugile avrebbe avuto bisogno di adeguato riposo, viceversa Marino riprese subito la via del ring e disputava altri sei matches, l’ultimo dei quali con il duro picchiatore Carlos ”Indian” Quintana, perso ai punti in 8 riptese il 30 gennaio 1937. Il giorno dopo ricoverato in Ospedale a New York Tony Marino moriva per commozione cerebrale. Aveva solo 24 anni. Fu una tragedia che ha avuto dei colpevoli e che poteva essere evitata.