Piero Tomasoni, desiderata vittoria su Amonti
di Priminao Michele Schiavone
La prima vittoria per il titolo italiano di Piero Tomasoni, bresciano della provincia, arrivò per lui il 5 novembre 1965 a Milano, nella seconda sfida portata al campione Santo Amonti, bresciano del capoluogo. In quel confronto conseguì un successo prima del limite che si realizzò nel corso della nona ripresa. Tomasoni iniziò a praticare il professionismo nel febbraio 1961 come mediomassimo e nel dicembre dell’anno seguente, ancora invitto, si confrontò a Roma con il pisano Piero Del Papa per il vacante campionato italiano dei pesi mediomassimi lasciato vacante dal laziale Giulio Rinaldi, perdendo con verdetto ai punti deciso dopo 12 riprese. In seguito il bresciano aumentò la corporatura, senza tradire la validità del suo appellativo ‘il martello di Manerbio’. Nel gennaio 1964 superò sulle 10 riprese il cremonese Benito Penna nella semifinale al titolo nazionale dei pesi massimi e divenne concorrente del campione Santo Amonti: l’atteso match ebbe luogo nel maggio seguente a Brescia e Tomasoni perse per la seconda volta una competizione tricolore sulla lunga distanza. In luglio concesse la rivincita a Penna, sul ring di Cremona, ma una ferita lo fermò nell’ottavo tempo. Il successo sul tedesco Wilhelm Von Homburg, ottenuto nel gennaio 1965 a Dortmund, in Germania, gli schiuse le porte continentali ed in maggio a Francoforte disputò 15 riprese con il campione europeo Karl Mildenberger. Dopo il trionfo su Amonti, nel dicembre 1965 a Brescia incappò nei pugni pesanti dell’americano Jim Fletcher. Difese per la prima volta il titolo italiano a Roma, dove nell’aprile 1966 respinse l’alessandrino Giorgio Masteghin, squalificato nella decima frazione. In giugno a Londra dispose nel terzo round del guardia destra inglese Jack Bodell. Poi pareggiò a Milano con lo statunitense Billy Daniels. Nel gennaio dell’anno successivo impegnò nuovamente per 15 riprese il campione continentale Karl Mildenberger, ancora a Francoforte. In marzo a Torino mantenne per la seconda volta la cintura tricolore contro il bolognese Dante Canè, che lo impegnò per 12 tempi. Chiuse quella stagione contro gli statunitensi Hubert Hilton e Billy Joiner, vincendo il primo match e pareggiando il secondo. Nel 1968 si avvantaggio di altri due americani, Bob Stallings e James J Woody, prima di vincere la semifinale europea contro il tedesco Juergen Blin. L’anno seguente giocò per la terza volta la carta europea nella sfida all’inglese Henry Cooper, combattuta a Roma ma finita nella quinta tornata. Poi cedette il primato nazionale a Dante Canè, contro il quale provò a riprendersi il titolo, senza riuscirci a causa di una ferita. Lasciò la boxe dopo quell’ultimo incontro del dicembre 1969, il numero 47: 33-9-5.
Primiano Michele Schiavone
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