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UN GIORNO COME OGGI, IL 6 NOVEMBRE DEL 1965

06/11/2017 - 08:04:34

 

 

Ciro Patronelli sconfigge Luciano Piazza

di Priminao Michele Schiavone

Il brindisino Ciro Patronelli si trasferì a Pesaro con l’intento di perseguire il risultato di affermarsi come pugile professionista. L’aspirazione massima si realizzò nella stessa città marchigiana che lo adottò, dove la sera del 6 novembre 1965 sconfisse il fiorentino Luciano Piazza al termine di 12 riprese e gli tolse la cintura italiana dei pesi superwelter, divenendo il quarto campione nazionale di quella nuova categoria di peso nata due anni prima. Il pugliese debuttò a torso nudo con successo nell’aprile 1962. Conobbe la prima sconfitta nel maggio dell’anno seguente a Ferrara, quando una ferita lo fermò nel quarto tempo a favore del salernitano Ciro Cipriano, campione italiano 1958 tra i dilettanti. La sua seconda battuta d’arresto gliela procurò un’altra ferita che lo bloccò a Roma, nell’ottobre 1964, a favore del forlivese Alfredo Parmeggiani, vincitore agli assoluti italiani del 1957. Riportò il terzo esisto sfavorevole nel marzo 1965 a Venezia, dopo 8 riprese combattute con il locale Armando Pellarin. In maggio, poi, affrontò a Frosinone il titolare italiano dei pesi welter Domenico Tiberia, contro il quale concluse la sfida nella terza tornata. Nel febbraio 1966 Patronelli tornò a Venezia per difendere il titolo italiano superwelter contro il pugile di casa Armando Pellarin e per la seconda volta dovette cedere ai punti. Il pugliese continuò a combattere senza inseguire altri sogni, sconfinando tra i pesi medi solo spinto dalla passione per la boxe. Chiuse nell’agosto 1969 dopo 47 confronti: 24-15-7-1 NC. Sul suo record si trovano anche i nomi di Sauro Soprani, Massimo Bruschini, il francese Jo Gonzales, Luciano Sarti, l’austriaco Peter Marklewitz, Giuseppe Muzio, Sergio Jannilli ed Aurelio De Rossi. Dal maggio 1969 al settembre 1973 suo fratello Armando, pure superwelter, continuò la tradizione professionista di famiglia senza emigrare da Brindisi.

Primiano Michele Schiavone