Parboni e Garzena, titolo deciso sulla bilancia
di Priminao Michele Schiavone
Il romano Romolo Parboni fu l’ottavo campione d’Italia dei pesi leggeri e, quando fu chiamato a mettere in gioco il suo titolo contro il piemontese Edoardo Garzena, l’1 febbraio 1924, venne dichiarato decaduto dal titolo per aver superato il limite del peso. Nella stesa cerimonia della pesatura dei pugili lo sfidante Garzena venne proclamato d’ufficio campione d’Italia dei pesi leggeri, in applicazione del regolamento vigente a quella data, diverso da quello in vigore ai giorni nostri. Il combattimento tra i due si svolse regolarmente nella stessa data anche senza titolo in palio e si risolse nella sesta ripresa per abbandono di Garzena. Il campionato nazionale dei pesi leggeri sotto il regno di Garzena fu organizzato sei volte, dal giugno 1934 al giugno 1926, ed il piemontese si affermò in cinque occasioni, contro Edoardo Piacentini, Dario Della Valle, Pietro Davoli, Oreste Moglia e Pietro Bianchi, perdendo da Mario Farabullini alla sesta difesa. Garzena, classe 1900, debuttò al professionismo nell’aprile 1922 a Ginevra, Svizzera, dove chiuse la carriera nel novembre 1929, dopo 60 incontri: 42-12-6. Si esibì più volte all'estero: Basilea, Monaco di Baviera, Marsiglia, Bilbao, Stoccolma, Alessandria d'Egitto e Cairo, Bucarest e Buenos Aires, riportando più successi che rovesci. “Uragano” Parboni, nato come il suo avversario nel 1900, mosse i primi passi come professionista nel maggio 1921 a Roma, dove salì per l’ultima volta sul ring nel marzo 1930, disputando il combattimento numero 91: 64-14-13. Divenne campione nazionale il 20 maggio 1923 sullo sfortunato Pietro Mascena, deceduto dopo l’incontro per commozione celebrale, e mantenne il titolo contro Al Francis. Dopo aver perduto il primato nazionale dei pesi leggeri per eccesso di peso, si trasferì in Sudamerica e nel luglio del 1924 debuttò con successo a San Paolo del Brasile; seguitò l’attività in Argentina, tra Mar del Plata, Buenos Aires, Rosario e Mendoza, con altre sortite a Montevideo, Uruguay ed ancora San Paolo e Rio de Janeiro, Brasile. In oltre tre anni riportò solo 2 sconfitte e 3 risultati nulli a fronte di 31 affermazioni. Parboni si ripresentò al pubblico romano nel settembre 1928 e nel marzo dell’anno seguente a Roma concluse la sfida al campione italiano dei pesi welter, il milanese Mario Bosisio, con il risultato di parità deciso al termine delle 15 riprese. Sette mesi dopo a Milano finì sconfitto sulla stessa distanza da Bosisio, pluridecorato in Italia ed Europa nei welter e medi.
Primiano Michele Schiavone
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