Frank Tate trionfa in Inghilterra
di Priminao Michele Schiavone
La prima difesa del titolo mondiale IBF dei pesi medi da parte dello statunitense Frank Tate lo portò a esporre la cintura contro Tony Sibson, campione British, EBU e Commonwealth delle 160 libbre. Il match si svolse il 7 febbraio 1988 a Sheffield, in Inghilterra, ed il campione sovrastò lo sfidante di Leicester fino allo stop deciso dall’arbitro nel decimo round. Tate aveva guadagnato la vacante corona iridata il 10 ottobre 1987 a Las Vegas, Nevada, assoggettando sulla distanza delle 15 riprese il canadese Michael Olajide, imbattuto come lui. Nato a Detroit, Michigan, il 27 agosto 1964, Tate iniziò la carriera a torso nudo con successo il 7 dicembre 1984 a Houston, Texas, dove si era stabilito da tempo, dopo aver indossato lo stesso anno la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Los Angeles, California, al limite di 71 kg. Guidato con avveduta professionalità arrivò al primo confronto titolato nel luglio 1987, quando ad Atlantic City, New Jersey, sconfisse ai punti in 12 tempi Troy Darrell, newyorkese proveniente da Bermuda, ottenendo la vacante cintura USBA dei pesi medi, titolo che gli aprì le porte al campionato mondiale. Dopo il successo inglese Tate si presentò a Odessa, Texas, in vista dell’impegnativa difesa obbligatoria del suo scettro iridato, e sconfisse in 10 tempi il connazionale Sanderline Williams dell’Ohio. Il 28 luglio 1988 l’invitto Tate si ripresentò a Las Vegas, Nevada, per mettere in gioco il primato IBF dei pesi medi contro il guardia destra Michael Nunn, anch’egli imbattuto, che aveva intrapreso la strada professionistica tredici giorni dopo l’avvio del campione, ma che poteva contare sette confronti in più all’attivo. La difesa di Tate si risolse nella nona frazione, quando l’arbitro dovette fermararlo dinanzi alla prestanza combattiva dello sfidante. Tate si ripresentò vittorioso sul ring nel gennaio dell’anno seguente, nella divisione di peso superiore. Il 27 gennaio 1990 si confontò a New Orleans, Louisiana, con il connazionale Lindell Holmes dell’Ohio, per il vacante campionato mondiale IBF dei pesi supermedi, cedendo ai punti sulle 12 riprese con decisione a maggioranza. Tate salì anora di peso per trovare nuovi stimoli e, dopo due positivi incontri di rodaggio, nel febbraio 1991 affrontò ad Atlantic City, New Jersey, il giamaicano Uriah Grant, futuro campione mondiale dei pesi massimi-leggeri, battendolo dopo 12 tempi che gli valsero la vacante cintura IBF Inter-Continental dei mediomassimi, titolo difeso vittoriosamente in Italia contro il mancino italo-ugandese Yawe Davis, in seguito titolare tricolore ed EBU. Nel gennaio dell’anno successivo conquistò la vacante fascia NABF mediomassimi a New York, piegando nell’undicesimo round il connazionale Andre Maynard, oro olimpico di Seoul nel 1988 tra gli 81 kg. Archiviata un’altra vittoria prima del limite, per Tate si presentò uns nuova chance mondiale, al limite delle 175 libbre, e il 29 settembre di quell’anno a Bismarck, North Dakota, affrontò il locale Virgil Hill, medaglia d’argento nei 75 kg alle olimpiadi del 1984, per il vacante campionato mondiale WBA di quella divisione di peso, perdendo con decisione unanime in 12 tempi. Altri quattro successi consecutivi portarono Tate alla corte di Virgil Hill, per un nuovo incontro iridato: il 23 luglio 1994, ancora a Bismarck, North Dakota, il risultato ai punti confermò la superiorità del campione WBA. Tate riprese a mietere successi, uno dei quali gli valse il titolo di campione WBU mediomassimi, fino allo scontro avuto il 9 ottobre 1998 a Port Chester, New York, quando il locale David Telesco lo inchiodò alla sconfitta nel quarto round. Per Tate i riflettori del ring si spensero definitivamente quella sera, dopo 14 anni di professionismo, durante i quali aveva compilato il record con 46 combattimenti: 41-5-0.
Primiano Michele Schiavone
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