Al secolo Carmine Basile

di  Pietro Anselmi  e  Vincenzo Belfiore

Se la notizia delle sue origini ciociare fosse venuta a galla una cinquantina di anni fa, la campagna fra Veroli e Monte San Giovanni Campano, meglio ancora fra Scifelli e la salita di ”Scannacapra”, sarebbe stata battuta, palmo a palmo, da una infinita schiera di inviati e televisione di tutto il mondo alla ricerca dei suoi parenti italiani. Perché Carmen Basilio non è stato un puglie qualunque, ma un campione autentico che godette di una immensa popolarità. Prima di lui forse solo Jack Dempsey e Joe Louis furono altrettanto amati ed ammirati. Il suo coraggio, quasi al limite dell’incoscienza, lo portava a non fare mai un passo indietro, neanche quando il suo volto diventava una maschera di sangue per i suoi lineamenti molto delicati. Una vera macchina da guerra, fu campione mondiale in due diverse categorie, quella dei Welter e dei Medi, titoli che, fra il ’55 e il ’60, perse e riconquistò più volte. Molta della sua fama è legata alle due epiche sfide, una vinta e l’altra persa, con Sugar Ray Robinson. Ancora oggi questi due combattimenti vengono riproposti sugli schermi a testimoniare dove il coraggio e la volontà di un uomo possano arrivare su un ring. Carmine Basile, questo era il suo vero nome d’origine, fu sempre molto legato alla terra dei suoi genitori, perché anche la madre era emigrata da Campobasso. Fu eletto nella Hall of Fame, la galleria degli indimenticabili della boxe.  Mai un riconoscimento fu  più meritato. Dopo la boxe divenne istruttore di educazione fisica nel Le Moyne College di Syracuse e direttore sportivo di una birreria di Rochester. Fu molto ammirato per il suo lavoro caritatevole in favore della gioventù bisognosa. E’ morto il 7-11-2012.