Deceduto all'età di 91 anni
Fu medaglia d'oro ai Gichi Olimpici del 1956
di Primiano Michele Schiavone
23 giugno 2020 -- Il 4 giugno scorso è venuto a mancare lo statunitense Pete Rademacher, vincitore della medaglia d’oro dei pesi massimi alle Olimpiadi del 1956 a Melbourne, Australia, e passato alla storia del professionismo per aver debuttato in un combattimento valevole per il campionato mondiale della massima divisione di peso.
Lo straordinario quanto singolare evento avvenne il 22 agosto del 1957 nel Sick’s Stadium di Seattle, Washington, con Floyd Patterson nella veste di campione, impegnato nella seconda difesa della cintura mondiale.
Rademacher, dopo aver messo al collo la prestigiosa medaglia olimpica, mostrò grande abilità nell’allestire la sfida iridata, coinvolgendo prima il magnate Melchior Jennings, grande produttore di articoli sportivi, poi il manager del campione, Cus D’Amato, ad accettare le condizioni della sfida, incentrate soprattutto nella cospicua somma di 250mila dollari, come minimo garantito, per il 22enne Floyd Patterson (nella foto in basso con Pete Rademacher).
Il confronto non venne sostenuto dalle scommesse perché i bookmakers lo ritennero scontato a favore del detentore e lo definirono, nel linguaggio inglese, un ‘grotesque mismatch’.
Nonostante tutto ci furono 16mila spettatori paganti che poterono raccontare come andarono le cose sul ring, in mancanza di TV e radio.
L’audace sfida si concluse amaramente per Rademacher a 2:57 della sesta ripresa, quando l’arbitro Tommy Loughran, ex campione mondiale dei mediomassimi, lo dichiarò ‘out’ dopo il settimo atterramento.
Nel secondo tempo si erano accese le speranze per lo sfidante, che obbligò il campione al tappeto. Ma Patterson si rimise in piedi e fece capire all’avversario che per lui sarebbe stato difficile, se non impossibile, arrivare alla fine delle 15 tornate.
Rademacher ritornò sul ring il 25 luglio 1958 a Los Angeles, California, per misurarsi contro l’esperto 27enne Zora Folley, con 44 incontri all’attivo (40-2-2), ma dovette inchinarsi di fronte alla potenza dell’avversario che lo mise fuori combattimento a 1:15 del quarto round.
Dopo una mesta riflessione, Rademacher riprese la via del ring puntando a confronti meno ambiziosi. Fu così che infilò 6 successi consecutivi. L’ultimo a spese del tedesco Ulli Nitzschke in Germania, dove poi pareggiò con Ulli Ritter.
Concluse la trasferta europea a Londra dove cedette all’inglese Brian London a 15 secondi dall’inizio della settima ripresa.
Tornò al successo contro valenti avversari come LaMar Clark, il canadese George Chuvalo a Toronto, Kirk Barrow e altri, sommando 7 risultati positivi.
Poi si ritrovò in un altro periodo burrascoso, di fronte a Doug Jones, George Logan e Archie Moore, che lo eliminarono prima del limite.
Dopo la vittoria anzitempo su Buddy Turman, conobbe l’unica sconfitta ai punti dinanzi al tedesco Karl Mildenberger a Dortmund.
Rademacher chiuse la carriera professionistica il 3 aprile 1962 a Honolulu, Hawaii, superando in dieci tempi il locale Bobo Olson, ex titolare mondiale dei pesi medi e sfidante iridato dei mediomassimi.
Nato il 20 novembre 1928, appese i guantoni al chiodo all’età di 34 anni, nel suo quinto anno di professionismo, con il record di 23 incontri, 15 risultati positivi, 7 negativi e 1 di parità.
Non abbandonò l’ambiente pugilistico, dove si cimentò in qualità di organizzatore, arbitro e giudice, fino al 2007.
Primiano Michele Schiavone
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