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UN GIORNO COME OGGI, IL 7 SETTEMBRE 1963

07/09/2020 - 09:35:25

 

 

A Milano, Sandro Mazzinghi campione del mondo

Quarto italiano dopo Carnera, D’Agata e Loi

di Primiano Michele Schiavone

Il 7 settembre del 1963, nel Velodromo Vigorelli di Milano – dalla fine del 2000 denominato Velodromo Maspes-Vigorelli in onore del defunto ciclista Antonio Maspes, sette volte campione del mondo nella velocità – veniva incoronato il quarto italiano campione mondiale di pugilato, dopo Primo Carnera, Mario D’Agata e Duilio Loi. Si trattava di Sandro (Alessandro) Mazzinghi, il secondo toscano dopo il citato D’Agata. L’italiano conquistava la cintura dei pesi medi jr, conosciuta anche come categoria dei pesi superwelter, togliendola allo statunitense Ralph Dupas, detentore dello scettro da cinque mesi, da quando l’aveva sottratta al connazionale Denny Moyer con una difesa all’attivo sostenuta contro lo stesso avversario due mesi dopo. Il campione di New Orleans iniziava la difesa del titolo con una tattica di rimessa basata sull’uso del sinistro di sbarramento. L’italiano, aiutato nella preparazione da Steve Klaus, mostrava maturità, evitando di gettarsi nella lotta feroce. Usando la mobilità sul tronco evitava i colpi dell’americano, poi lo avvicinava per colpire in modo razionale ed efficace. Già nella prima ripresa un destro largo faceva tremare le gambe all’americano, portandolo a inciampare e a finire per un istante fuori dalle corde. A quel punto Dupas capiva che doveva cambiare tattica se voleva mantenere il titolo. Dal secondo tempo passava alla pratica di attacco per rubare il tempo allo sfidante che, dal canto suo, continuava a incalzarlo con discernimento. Con il passare dei minuti l’americano univa alla strategia tattica l’esperienza per creare problemi al toscano, ferito all’occhio sinistro e con il viso segnato da abrasioni. Mazzinghi non demordeva, anzi, alimentava sempre di più il combattimento con la sua azione asfissiante, ma regolata con atti studiati in palestra e messi in pratica nella sfida milanese. Nella nona ripresa, mentre l’americano provava a lanciare il suo largo sinistro, che più volte era entrato nella guardia avversaria, Mazzinghi scagliava il suo destro che andava a segno e faceva crollare al tappeto il campione. Mentre l’arbitro svizzero Rolf Neuhold scandiva il 6 del conteggio Dupas si alzava, ma mostrava gli occhi spenti e le braccia penzoloni, manifestazioni sintomatiche che lo obbligavano a fermare il confronto a 1:45. In quel preciso istante l’italiano si trovava sul tetto del mondo, ripagato di tutti i sacrifici sostenuti nei mesi precedenti l’incontro. In quel match l’italiano aveva fatto vede i progressi acquisiti, che lo ponevano sul piano di un autentico demolitore, capace di combattere in modo razionale, rischiando di meno ma sempre pronto a cogliere il risultato prima del limite. Aveva messo a frutto la tattica tesa a demolire l’avversario ripresa dopo ripresa, preparando il terreno per il colpo risolutore. Il campione di Pontedera, a un mese dal 25mo compleanno, aveva migliorato la serie dei trionfi portandola a quota 29 (19 anzitempo) contro 1 sconfitta. Il creolo Dupas, prossimo al 28mo anno di età, lasciava il ring con l’insuccesso numero 19 a fronte di 100 risultati positivi e 6 verdetti di parità.
Nella riunione organizzata dalla S.I.S. il campionato del mondo veniva sorretto da quattro confronti.
Nella divisione dei pesi massimi il 27enne bresciano Piero Tomasoni, 18-1-2, perveniva al successo sul 23enne alessandrino Giorgio Masteghin, 12-4-0, al termine delle 10 riprese. Il più basso lombardo aveva combattuto l’anno precedente per il vacante titolo italiano dei pesi mediomassimi, perdendo ai punti contro il toscano Del Papa. Il più pesante piemontese era stato campione italiano nel 1958 agli assoluti di Terni e aveva affrontato quattro volte Franco De Piccoli, divenuto poi medaglia d’oro alle olimpiadi di Roma, vincendo in due occasioni e perdendo in altrettante circostanze.
Per i pesi medi il 24enne Tommaso Truppi, 24-2-2, superava in 8 tempi il 32enne tedesco Heinrich Freytag, 15-8-3. Il vincitore, originario di Brindisi che si era stabilito a Modena come professionista, aveva vinto la cintura tricolore agli assoluti del 1959 a Milano.
Tra i welter il 24enne fiorentino Luciano Piazza, 14-1-0, s’imponeva allo statunitense Willie James, 26-12-2, per fuori combattimento tecnico nell’ottava sessione. Il toscano aveva vinto agli assoluti del 1960 a Torino nella categoria dei pesi superleggeri.
Il 31enne peso gallo marchigiano Federico Scarponi, 37-18-3, superava ai punti sulle 8 riprese il 29enne fiorentino Alfredo Filiè, 7-3-0. Il più esperto vincitore era stato due volte campione italiano dei pesi gallo e sfidate al titolo europeo della categoria in due occasioni.

Primiano Michele Schiavone