Morto a 69 anni
di Primiano Michele Schiavone
12 settembre 2020 – Alan Minter, la leggenda del boxing britannico, è venuto a mancare il 9 settembre scorso dopo una strenua lotta condotta contro il male incurabile che lo aveva attaccato da alcuni mesi.
Nato il 17 agosto del 1951, aveva maturato l’idea di combattere a torno nudo dopo aver vinto la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Monaco di Baviera nel 1972, nella categoria dei pesi superwelter. Nella semifinale aveva perso contro il tedesco dell’ovest di origine polacca Dieter Kottysh con il risultato di 3 a 2. In precedenza, nel 1971 e nel 1972, si era fregiato del titolo di campione ABA dei pesi medi. Passava professionista nell’ottobre seguente e, nonostante le numerose ferite che lo avevano costretto a perdere quattro incontri a distanza di poco tempo, nel novembre del 1975 otteneva la vacante cintura British dei pesi medi dopo 15 riprese combattute con Kevin Finnegan. L’anno seguente la difendeva con successo due volte e iniziava a scalare le classifiche mondiali con perentorie affermazioni contro Tony Licata e Sugar Ray Seales. Il 4 febbraio del 1973 si faceva conoscere dal pubblico milanese con un esplicito fuori combattimento nella quinta ripresa ai danni di Germano Valsecchi, al quale sottraeva la cintura Ebu dei pesi medi. Ancora una sconfitta a causa di ferite lo vedeva soccombere di fronte all’americano Ronnie Harris, ma un successo ai punti nei confronti di Emile Griffith, più volte campione mondiale dei pesi welter, medi jr e medi, lo rilanciava in campo internazionale. La doccia fredda per Minter arrivava il 21 settembre di quell’anno, a Milano, per mani del francese Gratien Tonna che gli toglieva la corona continentale nell’ottavo tempo. Tornava al successo due mesi dopo quando riprendeva il titolo British da Kevin Finnegan sulla rotta delle 15 riprese. Nel febbraio del 1978 debuttava a Las Vegas, nel Nevada, piegando nel quinto round il portoricano Sandy Torres, vincitore in Italia per ferita dell’argentino Miguel Angel Castellini, futuro campione mondiale dei pesi medi jr. Il 19 luglio seguente Minter diventava ancor più tristemente famoso in Italia per il trionfo maturato nella dodicesima ripresa contro lo sfortunato Angelo Jacopucci, nella riconquista della vacante cintura Ebu dei pesi medi. Il 7 novembre manterrà lo scettro continentale contro il francese Gratien Tonna, restituendogli nella quinta ripresa il dolore patito nella loro prima sfida. Continuava per un anno a combattere in attesa della qualifica a sfidante mondiale delle 160 libbre. Faceva ritorno a Las Vegas, Nevada, e il 16 marzo del 1980 diventava campione del mondo per le sigle Wba e Wbc dopo 15 terribili tornate combattute con il duro Vito Antuofermo. In giugno concedeva la rivincita all’italo-americano, sul ring di Wembley, a Londra, dove lo respingeva nell’ottavo round a causa di una ferita. L’inglese cedeva all’americano Marvin Hagler, mancino come lui, le due cinture iridate sullo stesso ring londinese il 27 settembre di quell’anno, fermato dall’arbitro nella terza sessione. Minter combatteva ancora un anno, vincendo con lo statunitense Ernie Singletary, perdendo a Las Vegas con il siriano-americano Mustafa Hamsho e a Wembley con il connazionale Tony Sibson nel tentativo di riprendere la cintura Ebu. Lasciava la boxe dopo aver compilato il record con 49 combattimenti, 39 dei quali vinti, 9 perduti, 1 concluso con il risultato di no contest.
Primiano Michele Schiavone
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