A Roma, per un titolo in una riunione fiume
di Primiano Michele Schiavone
La città eterna ha rappresentato tantissimo per il pugilato italiano del passato, con una presenza costante e massiccia di appassionati presenti alle riunioni. Tra le innumerevoli manifestazioni promosse con assiduità, il 13 ottobre del 1962 a Roma si assisteva a un lungo programma formato da sette combattimenti, sui quali spiccaava il campionato italiano dei pesi massimi. Detentore del titolo il bresciano Santo Amonti, a due mesi dal 25mo compleanno, che lo metteva in gioco contro il 29enne ligure Giacomo Bozzano detto Mino, alla sua prima sfida tricolore. Il pugile di Sestri Levante, Genova, aveva iniziato la carriera a torso nudo nel marzo del 1957 dopo una ragguardevole esperienza dilettantistica. Con la canottiera, infatti, aveva vinto il titolo italiano dei pesi massimi nel 1954 a Grosseto e la medaglia di bronzo ai Giochi olimpici del 1956 a Melbourne, Australia, sempre nella massima divisione di peso. Il lombardo, anch’egli professionista dall’anno 1957, ma col debutto nel mese di maggio, militante tra i pesi mediomassimi aveva raggiunto l’apice nazionale, ancora da imbattuto, nel pomeriggio del Santo Steafno pugilistico romano del 1958 contro il toscano Domenico Baccheschi, al quale toglieva il titolo nazionale nell’undicesima ripresa. Nel giugno dell’anno seguente lo manteneva, sempre nella capitale, dopo 12 tempi combattuti con il potentino Rocco Mazzola, e ipotecava la sfida al titolo europeo posseduto dal tedesco Erich Shoppner, che affrontava in novembre a Dortmund, Germania, perdendo ai punti dopo 15 sesssioni. Nel marzo del 1960, ancora a Roma, lasciava la cintura italiana all’anziate Giulio Rinaldi nella seconda ripresa. Amonti riprendeva a combattere puntando al titolo nazionale dei pesi massimi che conquistava nella sua città a spese dell’ex titolare europeo Franco Cavicchi, squalificato nella quinta frazione. La nuova fascia tricolore lo vedeva poi impegnato nei confronti dello sfidante ligure. La superiorità di Amonti, 45-3-2, si traduceva in una facile difesa del titolo che si concludeva nel corso della terza ripresa, quando Bozzano, 31-3-0, abbandonava il confronto. La cocente delusione derivata dall’esito procuratosi del confronto lo induceva anche a lasciare la boxe agonistica.
L’ex campione italiano dei pesi welter Giampaolo Melis, 57-19-2-1 NC, 33enne cagliaritano che aveva arrecato la prima sconfitta da professionista al toscano Sandro Mazzinghi, infliggeva un fuori combattimento tecnico nel quarto tempo al brasiliano Francisco de Oliveira, 5-11-8.
Durava una ripresa in più la presenza sul ring del 26enne welter trapanese Giuseppe Baiata, 21-3-3, nel confronto vinto contro l’altro brasiliano Mario dos Santos, 16-9-5, per arresto del combattimento.
Si concludeva pure nella quinta sessione la prestazione del 23enne peso massimo pisano Franco Badalassi, 9-1-1, vincitore dell’americano Calvin Butler, 14-20-0, squalificato per un colpo basso.
Il 25enne welter milanese Umberto Urzì, 11-3-2, prevaleva sul 26enne napoletano Giuseppe Daniele, 12-2-0, al termine delle sei ripresa.
Un colpo a freddo pietrificava nella prima frazione il 29enne peso leggero salernitano Giorgio Pappalardo, 16-7-1, che chiudeva la carriera dinanzi al 23enne welter cileno Ruben Loayza, 4-1-3.
Finiva nel primo tempo anche il terzo combattimento tra pesi massimi della serata, quando il 23enne padovano Giancarlo Bacchini, 4-2-3, annichiliva il 26enne viennese Johan Zauner, 3-1-1.
Primiano Michele Schiavone
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