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UN GIORNO COME OGGI, IL 23 OTTOBRE 1970

23/10/2020 - 12:59:33

 

 

A Roma, nel confronto tra generazioni

di Primiano Michele Schiavone

La capitale aveva modo di ospitare il 23 ottobre del 1970 uno di quei combattimenti nei quali opposte generazioni si affrontano e si confrontano per far valere il principio che la coesistenza può esserci, ma soprattutto che la giustaopposizione materiale porti al risultato che una generazione debba prevalere sull’altra, di solito quella più recente, innovativa, carica di energie fresche. A sottoporsi a questo mezzo di prova, quella sera, ci pensavano il 35enne anziate Giulio Rinaldi, nei panni di campione italiano dei pesi mediomassimi, e il 24enne ceccanese Domenico Adinolfi, nella veste di sfidante al titolo. Quest’ultimo, professionista da undici mesi e imbattuto nei suoi otto combattimenti disputati, molti dei quali conclusi prima del limite, rappresentava l’ultima generazione di pugilatori a torso nudo, con la congettura da parte dei cosiddetti esperti che gli faceva difetto l’esperienza necessaria per superare lo scoglio rappresentato dalla conoscenza acquisita mediante tredici anni di pratica professionistica vantata dall’avversario. È vero, a favore di Rinaldi stava la lunga militanza sul ring, ma c’era anche l’incognita della ‘nausea’ ormai intuita del lungo rapporto con l’ambiente della professione, sopra ogni cosa dei sacrifici, degli allenamenti e della palestra. Un altro aspetto negativo che poteva scattare a ogni combattimento, per lui che combatteva da troppo tempo, derivava dall’appagamento che aveva conseguito attraverso gli innumerevoli successi e le importanti conquiste: due volte titolare sia in campo nazionale e sia in quello europeo; una sfida al campionato mondiale a New York contro un guru del boxing internazionale qual era Archie Moore, nei cui confronti vantava una vittoria. Quella serata romana dava ragione al giovane Adinolfi, 9-0-0, che costringeva al fuori combattimento l’illustre Rinaldi, 44-16-5-2 NC, nella quinta ripresa. Un esplosivo pugno piazzato al tronco costringeva Rinaldi a toccare il tappeto con il ginocchio. Il campione di Anzio si faceva contare dall’arbitro fino all’out perché sapeva che non aveva più la mente carica di aspirazioni, bisogni, necessità che lo spingessero a proseguire. Chiudeva così, come la maggior parte dei campioni di boxe, la favolosa parabola professionistica. Per Adinolfi, nuovo campione italiano dei pesi mediomassimi, si apriva lo scenario nuovo, dell’ultima generazione in campo.
Il 23enne superleggero privernate Tommaso Marocco, 12-1-0, tornava sul ring dopo l’infausto scontro con l’irlandese Pat McCormack, già giustiziere di Enzo Petriglia, e vinceva in sei riprese contro il 32enne argentino con licenza italiana Hector Omar Oliva, 17-24-10.
Tra i superpiuma il 24enne romano Roberto Franceschi, 3-3-2, non passava il secondo esame sostenuto con il 23enne latinense di origine pugliese Domenico Prezioso, 5-1-0, e veniva sconfitto al termine dei sei tempi. Un mese prima a Velletri Il romano, da non confondere con l’omonimo cagliaritano nato venti anno dopo, aveva sconfitto Prezioso sulla stessa distanza
L’altro combattimento della serata, tra pesi welter debuttanti, si concludeva nella prima ripresa a favore del velletrano Giancarlo Serangeli, 1-0-0, a pochi giorno dal 24mo compleanno, per una ferita riportata dal 23enne frusinate Remo Oddi, 0-1-0.

Primiano Michele Schiavone