A Torino, per un mondiale tra stranieri
di Primiano Michele Schiavone
Nei primi minuti del 20 novembre 1977, da Torino, iniziava il collegamento Cbs via satellite con gli Stati Uniti e l’Argentina per irradiare le immagini del campionato mondiale Wba dei pesi mediomassimi combattuto tra il detentore Victor Galindez e lo sfidante Eddie Gregory, match clou della riunione iniziata nella serata del giorno prima, caratterizzata da sei confronti, quattro dei quali con l’etichetta di internazionali.
Il 29enne Galindez, campione in carica dal dicembre del 1974, da quando aveva conquistato la vacante cintura piegando nel tredicesimo tempo lo statunitense Len Hutchins, aveva riportato otto successi in altrettante difese, respingendo le pretese del sudafricano Pierre Fourie a Johannesburg, del connazionale Jorge Ahumada a New York, ancora Pierre Fourie e di nuovo a Johannesburg, del norvegese Harald Skog a Oslo, dell’americano Richie Kates e del sudafricano Kosie Smith a Johannesburg, di nuovo di Richie Kates a Roma, dove fece altrettanto con l’altro americano Yaqui Lopez.
Lo sfidante Eddie Gregory, 25enne di Brooklyn, New York, aveva iniziato la carriera professionista nel settembre del 1972 come peso medio, dopo aver vinto due volte il torneo New York Golden Gloves 147 libbre open. Nella prima finale del 1971 aveva battuto Vito Antuofermo. A torso nudo la prima sconfitta arrivava nel dicembre del 1973 per mani di Radames Cabrera; il secondo insuccesso veniva siglato da Bennie Briscoe nell’agosto del 1975; tra i due risultati negativi rimediava un verdetto di parità a Marsiglia con il francese Nessim Max Cohen. Nel 1977 decideva di passare tra i mediomassimi e superava la prova del fuoco con Matthew Franklin (in seguito si farà chiamare Matthew Saad Muhammad), due volte avversario in Italia dello jugoslavo Mate Parlov, con il quale aveva riportato un successo e un risultato di parità.
Con queste credenziali il confronto torinese si presentava valido sotto tutti i punti di vista. L’argentino, dopo tante battaglie per la difesa del prestigioso titolo iridato, poteva ormai presentare delle crepe nella sua robusta condizione di campione. Dall’altro lato la voglia di affermazione dell’americano, oltre alle sue indubbie qualità pugilistiche, accrescevano lo stato delle pretese che lo avevano accreditato fino a quel momento. La tecnica del più altro Gregory (in futuro cambierà il nome in Eddie Mustafa Muhammad) era un utile sbarramento per le combinazioni a corta distanza preferite dall’argentino. Nel quinto tempo due veloci sinistri di Galindez si stampavano sul volto dell’americano che cadeva all’indietro. Dopo il conteggio il match tornava sui binari tematici preferiti dai due. Gregory diventava più accorto e usava con maggiore precisione il diretto sinistro, mentre l’argentino replicava con il montante sinistro al tronco, doppiato da colpi a corta distanza. Il confronto continuava così fino alla quindicesima ripresa. Alla fine il verdetto veniva assegnato all’unanimità a Galindez, 48-6-4. Lo sconfitto Gregory, 22-3-1, aveva fatto una utile esperienza che lo avrebbe sostenuto nelle battaglie future.
Tra i pesi medi l’angelo biondo Angelo Jacopucci, già campione europeo e da tre mesi tornato campione italiano della categoria, incappava in una serata decisamente negativa con il 24enne inglese Frank Lucas, reduce dalla infruttuosa sfida al titolo British. Il tarquinese, a un mese dal 29mo compleanno, aveva vinto quattordici giorni prima contro Giuseppe Borghi in otto tempi. Con l’avversario d‘oltremanica Jacopucci, 32-2-0, incappava in un colpo risolutore di Lucas, 7-4-0, finendo sulla stuoia per il conto totale nella seconda ripresa.
Nella stessa divisione il 24enne argentino Hugo Pastor Corro, campione nazionale e sudamericano, in attesa di ottenere l’occasione di affrontare il colombiano Rodrigo Valdez, tornato campione mondiale due settimane prima, incrociava i guantoni con l’abile 31enne romano Mario Romersi, ex campione italiano che aveva ceduto la fascia tricolore a Jacopucci nell’agosto precedente con verdetto ai punti. Il determinato Corro, 41-2-1, non lasciava spazi di manovra a Romersi, 26-4-2, e otteneva il verdetto ai punti dopo 8 riprese.
Ancora allo stesso peso Ramon Hector Pardo, imbattuto 27enne della capitale argentina, incontrava per la seconda volta il 34enne Gianni Mingardi di Fidenza, Parma. Nel primo confronto tenuto in giugno a Roma l’argentino aveva vinto ai punti dopo 6 riprese. Nel combattimento torinese Pardo, 10-0-2, concludeva la sua fatica nella quarta sessione quando Mingardi, 19-20-6, veniva squalificato per scorrettezze.
Il 31enne welter argentino Mario Omar Guillotti, 53-8-5, aveva vita facile con il demotivato Piero Cerù, 34-26-7, che si lasciava sconfiggere in due riprese. Il 35enne guardia destra carrarese, prossimo al pensionamento come pugile, era stato più volte campione italiano dei pesi superleggeri e sfidante al titolo Ebu della categoria,
Il primo combattimento tra italiani metteva a confronto il 26enne mediomassimo Gianni Filippetto, torinese nato a Campo San Pietro, Belluno, e il 26enne medio Gabriele Lazzari di Portomaggiore, Ferrara. La partita si concludeva nella quinta tornata a favore dell’imbattuto Filippetto, 5-0-0, quando il più esperto Lazzari, 19-19-9, era costretto all’abbandono. Il vincitore si era fregiato l’anno prima della fascia tricolore dei mediomassimi, ottenuta ai campionati italiani dilettanti svoltisi nel capoluogo piemontese.
Il secondo incontro tra italiani vedeva di fronte i superleggeri Francesco Gallo, 23enne di Chivasso originario della Calabria, e Domenico Milone, 30 anni in dicembre, proveniente da Sarno, in provincia di Salerno. La vivacità del più giovane Gallo, 10-1-1, progrediva con il passare delle riprese nei confronti di Milone, 1-16-1-1 NC, fino al fuori combattimento nel sesto e ultimo tempo che condannava inesorabilmente il campano alla sconfitta.
Primiano Michele Schiavone
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