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IL RICORDO DI EZIO RAGGINI

30/11/2020 - 13:13:31

 

 

Morto a 81 anni

di Primiano Michele Schiavone

Lunedì 30 novembre 2020Con la morte di Ezio Raggini, avvenuta ieri, un altro pezzo del grande mosaico pugilistico dell’era dorata del nostro amato sport si è staccato per raggiungere la più estesa raccolta di tessere mussive al mondo, quella che non è data di vedere agli umani e accresce sempre più la sua conformazione.
L’ex pugile riminese è venuto a mancare all’età di 81 anni nella sua abitazione di San Vito, una frazione posta al confine tra Rimini, Santarcangelo di Romagna e San Mauro Pascoli, dove era nato il 18 novembre del 1939.
Pastore di professione, aveva iniziato a praticare il pugilato nel 1958 a Santarcangelo sotto la guida del tecnico Elio Pandolfini, debuttando sul ring con la canottiera nello stesso anno a Ravenna. Divideva la palestra con Efrem Donati, Edo Petrucci e al professionista Nello Carabini.
Dopo 64 incontri amatoriali, dei quali 54 vinti, 6 perduti e 4 pareggiati, decideva di abbandonare la maglietta. Debuttava con successo a torso nudo il 6 gennaio del 1965 a Rimini, nella riunione in cui Efrem Donati combatteva per il titolo italiano dei pesi superleggeri, pareggiando con il campione Piero Brandi. Militante tra i pesi superleggeri, infilava nove vittorie consecutive prima di essere battuto ai punti a Pesaro da Bruno De Pace, tarantino radicato nella città marchigiana. Seguiva un altro insuccesso a Ravenna con il locale Gilberto Fusconi. Chiudeva la seconda stagione con un risultato positivo contro il livornese Amleto Restano. Nel 1967 saliva sul ring solo due volte, riportando altrettanti verdetti a suo favore, con il triestino Mario del Degan e il torinese Giuseppe Sabri. Purtroppo per lui, il lavoro di pastore lo impegnava molto e gli lasciava sempre meno tempo libero da dedicare agli allenamenti. L’anno seguente, con il moltiplicarsi dei problemi di lavoro, accettava tre ingaggi infruttiferi, che si traducevano in altrettante sconfitte, con il marchigiano Francesco De Angelis a Belgrado, allora Jugoslavia, e con i lombardi Serafino Lucherini ed Ermanno Fasoli, futuro campione italiano. Dopo venti mesi di inattività ritornava sul ring, e al successo, nel giugno del 1970, seguita da un’altra vittoria nel mese successivo. Poi veniva battuto a Pesaro da Bruno Melissano, già campione nazionale dei pesi leggeri che aveva scelto la città marchigiana per l’attività professionistica, e a Lione, in Francia, dal guardia destra locale Emile Rodriguez. Iniziava il 1971 a Udine con un successo sull’ex titolare australiano e italiano dei pesi leggeri Aldo Pravisani, squalificato nel sul ultimo incontro. Seguivano una vittoria sul ciociaro Giuseppe Minotti, una sconfitta per ferita contro il lombardo di origine marchigiana Piero Meraviglia, un verdetto di no-contest, causa la pioggia, diviso con Ermanno Fasoli, un esito negativo con l’imbattuto Enzo Pizzoni, in seguito titolare tricolore, un trionfo-rivincita contro Piero Meraviglia e un risultato negativo con l’ex campione italiano Enrico Barlatti. Tornava sul ring ancora una volta, nella sua Rimini, il 18 marzo del 1972, per chiudere la carriera professionistica come l’aveva iniziata, con un successo ai punti. Lo faceva contro Felice Becco, chiavarese di origine piemontese, superato sulla distanza delle 10 riprese. Aveva compilato il record personale con 18 risultati positivi, contro 10 negativi e 1 verdetto di no contest, per un totale di 29 combattimenti.

Primiano Michele Schiavone