La Boxe al Cinema: il tredicesimo film nel 1953
di Primiano Michele Schiavone
Il tema del pugilato ha destato sempre grande fascino nel mondo della celluloide. Fin dai primordi, quando veniva definito muto, i cineasti hanno aperto gli studi alle storie intrecciate attorno alla noble art, una delle discipline sportive più amate al mondo, in ogni epoca.
L’elencazione è tanto lunga quanto coinvolgente. L’irresistibile smania di raccogliere la lista, più o meno completa, di tutte le produzioni aventi la stessa materia ci ha guidato nella difficile ricerca.
Siamo in grado, dunque, di presentare una collana inedita che raccoglie un nutrito numero di pellicole. Abbiamo catalogato oltre 50 film, con la non celata speranza di aver compreso tutti, senza esclusione alcuna. Sono rimasti fuori film memorabili come "Fronte del porto", per fare un esempio, nel quale si parla indirettamente di pugilato, come professione del passato di Terry Malloy, interpretato da Marlon Brando. Non sono parte della raccolta anche i film girati per la televisione.
Ve li presentiamo seguendo l’ordine della loro realizzazione, dal primo all’ultimo, in successione di uscita nelle sale cinematografiche.
The Joe Louis Story (1953 film)
The Joe Louis Story è un film noir drammatico sportivo del 1953, diretto da Robert Gordon e interpretato da Coley Wallace, anch’egli in precedenza pugile, nel ruolo di Joe Louis, Hilda Silmms e Paul Stewart.
Film biografico sulla storia di Joe Louis, segue l'ascesa del pugile dall’esistenza grama in una famiglia povera alla vita di campione del mondo dei pesi massimi. Nel corso dei 12 anni di regno mondiale mette in palio con successo il suo titolo 25 volte, registrando il record delle difese. Il film documenta anche le sfide altrettanto importanti che ha affrontato fuori dal ring, superando il razzismo per aiutare a cambiare il modo in cui venivano viste le persone di colore, e alla fine diventare il primo vero eroe sportivo nero d'America.
Joe Louis, nato il 13 maggio 1914 a LaFayette, Alabama, con il nome Joseph Louis Barrow, come pugile viene soprannominato Brown Bomber per le sue doti di combattente.
Il padre di Joe Louis, un mezzadro, viene allontanato dalla famiglia per essere ricoverato in un ospedale psichiatrico statale quando il piccolo ha circa due anni. In seguito alle seconde nozze della madre, Joe segue la nuova famiglia, comprendente otto figli, a Detroit, nel Michigan, dove inizia a praticare la boxe amatoriale. In quegli anni vince il campionato delle 175 libbre della U.S. Amateur Athletic Union e il Golden Gloves. Chiude la parentesi dilettantistica dopo 54 incontri, dei quali riporta 50 vittorie e 4 sconfitte. Il suo primo incontro professionale porta la data del 4 luglio 1934 e nel giro di 12 mesi elimina l’ex campione del mondo Primo Carnera; in seguito vanta successi su altri campioni dei pesi massimi quali Max Baer, Jack Sharkey, Jim Braddock, Max Schmeling e Jersey Joe Walcott. Louis subisce la sua prima sconfitta da professionista nel 1936 per mano di Schmeling. Nel 1938, dopo aver battuto Braddock e conquistato il titolo, Louis incontra Schmeling in una rivincita, descritta dai media americani come una battaglia tra nazismo e democrazia, sebbene Schmeling stesso non fosse un nazista. La drammatica vittoria a eliminazione diretta di Louis al primo turno lo rende un eroe nazionale. Diventa il primo nero americano ad essere ampiamente ammirato dai bianchi, un fatto attribuibile non solo alle sue straordinarie capacità di pugilatore, ma anche al suo comportamento sportivo sul ring. Louis non si vanta mai nei confronti dei suoi avversari bianchi, si mostra sempre umile, usando contegno nel parlare e discrezione in merito alla sua vita privata.
Campione del mondo dei pesi massimi dal 22 giugno del 1937, quando elimina Jim Braddock in otto riprese a Chicago, continua a regnare fino al 1° marzo del 1949, quando si ritira come campione imbattuto. Durante il suo regno, il più lungo nella storia di qualsiasi divisione di peso, difende con successo il suo titolo 25 volte, più di ogni altro campione in qualsiasi divisione, riportando 21 ko. Dal 1943 al 1945, in pieno conflitto mondiale, presta servizio militare senza poter mettere in gioco la sua cintura iridata. Durante la parentesi bellica sostiene 96 esibizioni davanti a circa due milioni di soldati e si fa apprezzare per le donazioni in denaro a favore dei fondi di soccorso dell'esercito e della marina.
Tutti i guadagni di Louis, stimati in 5 milioni di dollari statunitensi, sono spesi tutti o dati via in beneficenze varie. Quando l'Internal Revenue Service chiede all’ex campione del mondo più di 1 milione di dollari americani per tasse arretrate e sanzioni, egli è stato costretto a tornare sul ring per pagare i suoi debiti. Il 27 settembre del 1950 si ritrova sul ring a contendere al detentore della cintura NBA mondiale Ezzard Charles il vacante titolo di campione del mondo. Alla fine delle 15 riprese Louis viene dichiarato sconfitto con verdetto ai punti. Nella sua ultima battaglia il 26 ottobre 1951 si trova tra le corde contro il futuro campione Rocky Marciano, dal quale viene eliminato nell’ottavo round. Finisce la lunga cavalcata con il record di 69 combattimenti, dei quali 66 vittoriosi (52 per K.O.) e 3 perduti.
Dopo il suo secondo ritiro Louis continua ad essere afflitto da problemi di soldi, al punto da essere brevemente costretto ad esibirsi come wrestler professionista. In seguito diventa un addetto all'accoglienza per il Caesar's Palace, un resort e casinò di Las Vegas, in Nevada, dove muore il 12 aprile del 1981. Viene sepolto nel Cimitero Nazionale di Arlington, in Virginia; uno dei portatori della bara al suo funerale è Schmeling. Nel 1982 viene insignito della Medaglia d'oro del Congresso. Louis rimane un'icona di Detroit dopo la sua morte: la Joe Louis Arena ospita i Detroit Red Wings della National Hockey League dal 1979 al 2017 e un noto monumento pubblico a Louis (un braccio di 7,3 metri con un pugno chiuso sospeso in una cornice piramidale) viene eretto nel centro di Detroit nel 1986. Louis vine inserito nella Ring Magazine Boxing Hall of Fame nel 1954 e nella International Boxing Hall of Fame nel 1990.
Primiano Michele Schiavone
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