Tre volte campione d'Italia ed una d'Europa
Morto a 70 anni compiuti
di Primiano Michele Schiavone
Mercoledì 12 ottobre 2022 – È giunta notizia dalla Francia, precisamente da Metz, dove si era trasferito da diversi anni, della morte dell’ex pugile [Giuseppe Martinese], pugliese di nascita trapiantato nelle Marche, campione d’Italia e d’Europa dei pesi superleggeri.
Nato il 18 febbraio del 1952 a Gallipoli, in provincia di Lecce, aveva vissuto l’adolescenza nel comune transalpino di Forbach, dove era emigrata la sua famiglia, e dove aveva iniziato a praticare la boxe dilettantistica.
Per il passaggio al professionismo trovava casa a Senigallia, in provincia di Ancona. L’impostazione della boxe francese gli dava garanzie per una traiettoria lunga e pregevole. L’inizio non appariva incoraggiante ma, passo dopo passo, sempre più solido, si costruiva una reputazione energica che lo proiettava al vertice nazionale della categoria dei pesi superleggeri. Nel frattempo anche la cittadina amica francese di Forbach si prestava a dargli una mano per farlo combattere. Nell’agosto del 1977 a Grado strappava la cintura italiana dei pesi superleggeri al friulano Bruno Freschi. Da allora infilava quattro riuscite difese del titolo nazionale contro il toscano Giancarlo Barabotti, il campano Ernesto Bergamasco (classe ’50), già superato sulla strada che portava al campionato, l’altro campano Giuseppe Corbo e il sardo Efisio Pinna. Il dominio in Patria lo faceva collocare in posizione di sfidante per il titolo EBU della categoria. Dopo aver collaudato la condizione fisica con un’affermazione a Metz, in Francia, nel dicembre del 1978 si recava a Bilbao, nella Spagna basca, per contendere la corona continentale al locale campione Fernando Sanchez. Il confronto durava 15 riprese alla fine delle quali la cintura rimaneva sul suolo iberico.
L’anno seguente il salentino riprendeva a difendere il suo primato italiano imponendosi nuovamente al citato Giuseppe Corbo, dopo un no-contest con il piemontese di origine calabra Francesco Gallo che lo confermava campione, respingeva le pretese dei pugliesi Luciano Navarra e Giuseppe Russi, nuovamente del barese Navarra e del toscano Patrizio Burini. Al termine di tale trafila si meritava una nuova sfida europea, per la vacante cintura, che centrava nell’agosto del 1980 a Senigallia avverso al britannico di provenienza giamaicana Clinton McKenzie. Purtroppo per lui il regno continentale durava solo quattro mesi: nel dicembre di quell’anno lo doveva cedere senza appello, sullo stesso ring, allo spagnolo Antonio Guinaldo.
Nel maggio dell’anno successivo si riprendeva il titolo di campione d’Italia dal barese Navarra, ma lo doveva cedere per una infausta ferita al sanseverese Giuseppe Russi, già affrontato a sconfitto.
Nel 1982, dopo una vittoriosa puntata a Forbach, nella sua prediletta cittadina francese, sfidava il napoletano Patrizio Oliva che sedeva sul trono italiano della categoria. A Forio d’Ischia il risultato ai punti gli andava contro ma la condotta lo manteneva nell’alveo dei migliori superleggeri italiani.
L’anno seguente, infatti, riprendeva per la terza volta la guida del campionato nazionale, allora vacante, superando il toscano Bruno Simili. Dopo una difesa vittoriosa con il pugliese Giovanni Carrino cedeva il primato nel febbraio del 1984 a Juan Jose Gimenez, argentino naturalizzato italiano con oltre cento incontri alle spalle. Tornava sul ring a Ginevra, in Svizzera, cedendo ai punti al locale Michel Giroud, e poi tentava di riprendere il suo alloro italiano dal toscano Alessandro Scapecchi, ma una ferita gli toglieva ogni speranza di riuscita.
Martinese chiudeva lì con la boxe, dopo 50 incontri, con 35 trionfi, 10 insuccessi, 4 risultati di parità e 1 verdetto di no-contest. Aveva disputato 22 confronti titolati, 19 per il campionato italiano e 3 per il titolo Ebu, stabilendo un primato nazionale.
Primiano Michele Schiavone
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