SPORT & NOTE

Notizie

IL RICORDO DI LUIGI MINCHILLO

25/09/2023 - 15:11:44

 

"Il Guerriero del Ring"

L’unico italiano capace di sconfiggere a Londra il britannico Maurice Hope, vincitore di Vito Antuofermo, Vincenzo Ungaro e Rocky Mattioli in due occasioni.

di Pietro Anselmi

Lunedì 25 settembre 2023 – La scomparsa del grande campione pugliese [Luigi Minchillo], che in un recente passato, grazie al sito sportenote, lo abbiamo classificato al quinto posto tra i migliori pesi superwelter italiani, ci permette di rievocare l’articolo con il quale è stata tracciata a grandi linee la sua splendida carriera pugilistica.
Nato il 17 marzo 1955 a San Paolo di Civitate, provincia di Foggia, si era trasferito a Pesaro, nelle Marche, dopo aver mosso i primi passi come dilettante tra le fila della Pugilistica Di Mauro di San Severo. Come peso welter nel 1975, dopo essere stato medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo ad Algeri, a Cagliari vinse la fascia tricolore agli Assoluti, mettendo in fila Giorgio Cola, Silvio Migale, Pierangelo Pira e Stefano Oppo. L’anno seguente indossò la maglia azzurra vittoriosamente contro la Francia, la Danimarca e la Cecoslovacchia. A Londra con la canottiera delle Fiamme Oro vinse la medaglia d’oro ai Campionati Europei di Polizia. Nel luglio del 1976 rappresentò l’Italia ai Giochi Olimpici di Montreal, uscendo al secondo turno dopo aver lottato tre riprese contro il tedesco occidentale Reinhard Skricek, vincitore della medaglia di bronzo.
Nel giugno del 1977 debuttava a torso nudo, esibendo doti di combattente spettacolare e generoso. Al suo ventunesimo match conquistava il vacante titolo italiano superwelter schiantando dopo appena due minuti di lotta il romagnolo Clemente Gessi. Difendeva la corona contro validi avversari quali Paolo Zanusso, Alvaro Scarpelli e due volte contro Vincenzo Ungaro, prima di lasciare il titolo sentendosi pronto a scalare vette continentali. A Formia, contro il francese Louis Acaries, favorito d’obbligo, il pugliese sfoderando la sua proverbiale grinta, con continuità ed efficacia, annullava la superiorità tecnica del francese strappando un giusto verdetto di misura. Dopo la decorosa prova contro il fuoriclasse panamense Roberto Duran a Las Vegas, Minchillo dimostrava i grandi progressi conseguiti sbaragliando in quindici secondi il francese Claude Martin a Rennes in difesa del titolo europeo. Nel 1982 tre difese consecutive contro grandi avversari quali l’ex-campione del mondo Maurice Hope a Londra, il tedesco Jean André Emmerich a Praia a Mare e finalmente a San Severo contro lo slavo Marijan Benes dopo una furiosa e drammatica lotta. Stabilmente nelle alte sfere del ranking mondiale, Minchillo otteneva la grande opportunità di battersi per il titolo mondiale WBC  detenuto dal grande Tommy Hearns. Abbandonava il titolo europeo e a Detroit, l’11 Febbraio 1984, pur non vincendo usciva dal match a testa alta battuto di misura dal grande picchiatore americano. L’ottimo risultato gli procurava una seconda occasione, questa volta sotto l’egida della WBA. L’opportunità gli fu offerta a Milano ma l’avversario di turno, il campione Mike McCallum, non concesse scampo alla vigoria fisica dell’italiano imponendogli lo stop nella tredicesima ripresa. Dopo un salutare periodo di riposo, riprese la via del ring cercando di riconquistare quel titolo europeo che tante soddisfazioni gli aveva dato in passato. Ma una maligna ferita nel quarto round gli tolse ogni speranza di coronare quel sogno. Si era a Rimini e il francese René Jacquot godette di quell’infortunio per vincere il vacante titolo continentale. Lasciava la boxe attiva dopo aver calcato il ring da professionista 59 volte, riportando 54 successi, 30 prima del limite, contro 5 sconfitte.
Minchillo rimaneva nell’ambiente pugilistico in qualità di tecnico fino ad avere una società propria denominata ASD Minchillo Boxe. Da questo fine anno la matricola 3330 assegnata al suo nome non sarà più parte attiva dell’agonismo.

Pietro Anselmi