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IL RICORDO DEL COMPIANTO TOMMASO GALLI

01/05/2024 - 16:04:06

 

La boxe in lutto per la scomparsa di Tommaso Galli, tra i più grandi del pugilato italiano

Fu campione europeo in tre diverse categorie

Mercoledì 1 maggio 2024 Lo vogliamo ricordare con il racconto della sua carriera professionistica descritto da Pietro Anselmi, che lo ha collocato al primo posto dei pesi superpiuma italiani.

di Pietro Anselmi

I tre titoli di campione d’Europa in categorie diverse pongono Tommaso Galli su un piedistallo alto nel panorama pugilistico italiano, ma i pareri sul suo valore non sono concordi. Pugile tecnicamente dotato ma freddo e distaccato, non riusciva a trasmettere calore e ad attirare la folla come fanno di solito i grandi. Il romano fu campione d’Italia anche fra i dilettanti, nei pesi mosca a Modena nel 1962, e a ventidue anni staccava la licenza professionale come peso gallo. Alla sua terza stagione nella stessa categoria di peso, immune da sconfitte, battendo Scarponi a Roma l’11 giugno 1965 conquistava il suo primo titolo, sovrastando con la sua proverbiale tecnica l’aggressività del campione in carica. Due mesi dopo con lo stesso risultato a Sanremo, toglieva l’europeo a Mimun Ben Alì. Il romanino, con una sapiente tattica s’imponeva all’esperto e potente spagnolo marocchino. Abbandonava il titolo italiano e si salvava in Europa con un generoso verdetto di parità mantenendo la corona continentale dall’assalto pericolosissimo del furbo gallese Walter  McGowan sul ring casalingo di Roma. Nel marzo del 1966 a Marsiglia con un capolavoro tattico e di furbizia risultava  talmente superiore da mettersi al riparo da sempre possibili camarille contro il “cosacco” marsigliese Pierre Vetroff. A Barcellona viceversa non seppe opporsi adeguatamente al pugile al quale aveva tolto il titolo. L’ispano-marocchino Ben Alì, forte della prima esperienza negativa, cambiava tattica: attaccava in continuazione togliendo spazio alla lucida tecnica del romano. Nel frattempo Nevio Carbi, che aveva conquistato il titolo italiano, decadeva  per non averlo difeso nei tempi dovuti ed il brindisinoo con Franco Zurlo veniva prescelto a disputarselo sul ring del teatro Giacomini di Latina. Galli, insolitamente abulico, subiva l’aggressività del pugliese e perdeva l’occasione di riappropriarsi del titolo che fu suo. Dopo un po’ concludeva il suo tragitto in questa categoria con una onorevole sconfitta a Melbourne contro il campione del Mondo Lionel Rose. Tommaso Galli entra così tra i pesi piuma e le benemerenze acquisite nella categoria inferiore gli fanno ottenere subito un combattimento per l’europeo. Lo spagnolo Manuel Calvo che aveva conquistato il titolo battendo il nostro Nevio Carbi, a Barcellona non pensava di trovare un avversario così bravo. All’irruenza del campione spagnolo il romano opponeva la sua fredda ma precisa tecnica, intervallata da efficaci colpi d’incontro. Uno di questi apriva una ferita all’arcata sopracciliare destra del campione che si aggravava sempre di più tanto da costringere l’arbitro austriaco Rado a sospendere il match all’ultima ripresa in favore di Galli. I quindicimila spettatori non ebbero nulla da obiettare sulla vittoria dell’italiano. La rivincita disputata sempre a Barcellona l’anno seguente dimostrava la superiorità di Galli che aveva nello spagnolo un avversario fatto su misura per il suo pugilato. Il campione europeo sapeva ben controllare gli attacchi dello sfidante, non accettava gli scambi ravvicinati e dall’alto di una classe superiore dominava il confronto. A Madrid lo spagnolo di origine cubana José Legra, che aveva da poco perso il titolo mondiale della categoria contro Johnny Famechon, cercava ed otteneva un riscatto ai danni dell’italiano. Tommaso, inferiore alle attese ed in soggezione davanti alla tattica funambolica e furbescamente aggressiva dello sfidante, non riusciva ad imporre la sua tecnica e si faceva togliere il titolo. Tutti questi successi conquistati nelle categorie inferiori, ingigantiscono la sua figura all’apparire nella divisione superiore che lo portano ad essere classificato come il primo dei dieci. Perso il titolo europeo dei pesi piuma ne trovava un altro a portata di mano. A Ladispoli inaugurava la categoria dei superpiuma, appena istituita e ne diventava il capofila. A farne le spese fu lo spagnolo Luis Aisa. Difendeva la nuova corona dall’assalto del tedesco Lothar Abend, dal belga Jean De Keers e ancora Luis Aisa prima di lasciarlo nelle mani del tarantino Domenico Chiloiro. Fu questo il suo ultimo combattimento dopo 51 incontri in quasi dieci anni di lotte a torso nudo. E’ stato il primo pugile italiano a detenere tre titoli di campione d’Europa in tre categorie diverse. Pochi altri sapranno emularlo.

Pietro Anselmi