Ali, i 70 anni della farfalla che pungeva come un'ape
Il nostro Mario Giambuzzi racconta la parabola del Più Grande. Il compleanno (17 gennaio '42) di un uomo che ha cambiato la boxe, lo sport, forse il Novecento. Dall'infanzia a Louisville, Kentucky, al Parkinson: tutte le battaglie combattute. VIDEO E FOTO
di Mario Giambuzzi
Vola come una farfalla e pungi come un’ape. Queste poche parole, pronunciate migliaia di volte insieme all’amico Bundini Brown, hanno davvero caratterizzato la vita di Muhammad Ali. Il suo viaggio d’amore intrapreso con l’animo di una farfalla, come Ali scrive nella sua splendida autobiografia, dura ormai da 70 anni. Una vita inimitabile, quella di Ali, uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, ma soprattutto il personaggio di maggior spessore nella storia dello sport.
Cassius Clay nasce a Louisville, Kentucky, in una famiglia del ceto medio nero. Non fa la fame, non cresce nelle strade violente di un ghetto, ma a 12 anni è spinto alla boxe dal poliziotto Joe Martin, dopo aver subìto il furto della bicicletta. Nel '60 vince la medaglia d’oro tra i mediomassimi all’Olimpiade di Roma e poi passa tra i professionisti, convinto di poter diventare presto campione del mondo dei massimi. A 22 anni batte l’ex galeotto Sonny Liston e sale sul tetto del mondo.
E' un vero portento, velocissimo di braccia e di gambe, ha pugno, colpo d’occhio, fantasia. La sua personalità è esplosiva: si definisce il più grande, provoca, recita da clown. Ma conosce Malcolm X e abbraccia l’islam: Cassius Clay, nome da schiavo, lascia il posto a Muhammad Ali, pronto a battersi contro il razzismo imperante in America.
Nel '67 si rifiuta di partire per il vietnam ed è condannato a 5 anni di carcere. Gli tolgono anche il titolo mondiale. Passa 3 anni e mezzo lontano dal ring, a battersi per la libertà e l’uguaglianza dei fratelli neri. Torna a combattere a 28 anni, riuscendo a conquistare altre due volte la corona dei massimi: le sue sfide con Frazier, Norton, Foreman sono entrate nella leggenda.
Muhammad sa come trascinare la gente, la sua forza mentale è straordinaria, coinvolgente. Nemmeno il morbo di Parkinson riesce a fermarlo: con la torcia olimpica ad Atlanta o subito dopo l’attentato alle Torri gemelle di New York, Ali è sempre messaggero di pace e fratellanza. Il suo viaggio d’amore, intrapreso con l’animo di una farfalla, è appena cominciato…
Fonte: sport.sky.it/sport/altri_sport/2012/01/16/boxe_muhammad_ali_70_anni.html
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