4 febbraio 1984 Donald Curry batte Marlong Starling
di Alfredo Bruno
Donald Sample, conosciuto come [Donald Curry], texano di Fort Worth, aveva per soprannome Lone Star Cobra.
Aveva esordito tra i professionisti nel 1980, all’età di 19 anni, dopo una carriera dilettantistica intensa e promettente.
Cobra era un soprannome azzeccato, perché era difficile resistere al suo pressing, ma soprattutto alla potenza che scaricava da entrambi i pugni.
In apparenza sembrava lento per la categoria dei welter, ma i suoi colpi erano micidiali come testimoniavano le 13 vittorie prima del limite sui 17 successi iniziali.
Era pervenuto in fretta al titolo mondiale conquistandolo su [Jun-Suk Hwang].
La sua difesa contro [Roger Stafford] fu fulminea, proprio come il morso di un cobra, animale che aveva disegnato nel suo accappatoio.
Il 4 febbraio del 1984 doveva difendere il suo titolo per la seconda volta. Al Ballys Park Place Hotel Casino di Atlantic City si trovò di fronte un avversario difficile e granitico come [Marlon Starling].
I due si erano già incontrati in precedenza e Curry aveva ottenuto una split decision molto criticata. Il match fu durissimo e fu accolto con entusiasmo dal numeroso pubblico. I due pugili dimostrarono di avere anche basi di buona tecnica.
Starling riuscì ad imporre la media distanza dove i suoi colpi veloci avevano creato qualche difficoltà nel “Cobra”.
Il match dopo un inizio favorevole a Curry divenne molto equilibrato, ma nel finale il campione confermò la sua superiorità su “The Magic Man”, soprannome di Starling, che aveva subito fino ad allora su 33 match le due uniche confitte proprio da Curry.
Il Cobra manterrà il titolo per altri due anni, battendo tra l’altro per ko [Nino La Rocca], e lo perderà ad opera dell’inglese [Lloyd Honeyghan] in maniera sorprendente prima del limite, per abbandono.
Passerà quindi tra i superwelter, ma per certi versi non fu più lui.
Accettò match duri e difficili con gente più pesante e, pur conquistando anche la corona dei superwelter sul nostro [Gianfranco Rosi], diede l’idea di essere stato bruciato prematuramente forse per motivi di cassetta.
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