L’EX CAMPIONE MARCHIGIANO ERA UNA VERA FORZA DELLA NATURA
di Gabriele Fradeani
Il 3 febbraio scorso [Federico Scarponi], il grande sanbenedettese peso gallo, ha compiuto gli 80 anni.
Federico Scarponi premiato sul ring a Chiaravalle
Per i più giovani rammentiamo che Federico è stato uno dei migliori pesi gallo che abbia mai calcato un ring.
Ha combattuto su tutti i ring del mondo: Europa, Asia ed Australia. Un vero globe trotter, nel senso più positivo del termine: non è mai andato per perdere ed ha sempre giocato al meglio le sue carte e non ha mai fatto distinzione di avversario.
La sua inoltre è stata l’epoca, gli anni 50 e 60, di grande spolvero per i pesi gallo: basta ricordare [Alphonse Halimi], [Mario D'Agata], [Piero Rollo], [Gianni Zuddas], [Mario Sitri], [Primo Zamparini], [Giuseppe Linzalone], [Pierre Vetroff], [Ernesto Miranda], [Risto Luukkonen], [Leo Espinosa] e tanti altri.
In questa pletora di campioni il buon Scarponi si è fatto sempre valere ed all’estero è stato un nostro rappresentante fra i più considerato ed ha portato alto il nome della propria terra.
Ha iniziato la sua carriera professionistica nel ’54 contro Fattori a Roma, piazza che lo ha tenuto in grande considerazione ed in cui è stato chiamato a combattere in numerose occasioni.
Nel ’56 se ne è andato in tournee in Australia, dove, sulle 12 riprese ha incontrato migliori pesi gallo del momento strappando l’applauso dei nostri emigranti che sono accorsi in massa alle sue esibizioni e lo hanno colmato di premure e di affetto.
Dopo quattro vittorie e due sconfitte, forte della esperienza maturata, ha tentato la carta europea ma ha trovato la strada sbarrata dal “fenomeno” [Mario D'Agata].
Nel ’59 ha rivolto le sue attenzioni al titolo nazionale che ha conquistato battendo [Gianni Zuddas], un altro fuoriclasse.
Nell’ottobre dello stesso anno ritenta la carta europea ma deve cedere, con molta sfortuna, a [Piero Rollo].
Nel ’61 segue il suo istinto di giramondo e si reca nelle Filippine dove subisce due onorevoli sconfitte ai punti.
Nel ’62 tenta ancora la carta italiana e conquista il titolo ai danni di Mario D’Agata, titolo che difende poi dopo due mesi a Pesaro contro [Giuseppe Linzalone].
Torna in Australia e, a Melbourne e Sydney, si batte da leone e riporta a casa due vittorie ed una sconfitta.
Con alterne prestazioni mantiene il titolo nazionale superando Linzalone e [Luigi Lucini] fino all’undici novembre del ’65 quando viene sconfitto da [Tommaso Galli] ed appende i guantoni al classico chiodo.
Poi, smesso lo sport attivo, nella sua terra si è dimostrato ottimo imprenditore, marito e padre felice ed ha sempre seguito lo sport che gli ha dato notorietà e, come ci ha detto recentemente.”cui lui deve tutto”.
Ora è un arzillo nonno in forma veramente strepitosa che ricorda con nostalgia i tempi in cui calcava il ring.
Si è sentito dimenticato ma non è vero! Sei sempre nei nostri cuori Federico e, noi datati, non dimenticheremo mai le emozioni che ci hai dato sul ring. Buon compleanno Federico e cento di questi giorni!
Federico Scarponi tra i bambini di Ripaberarda
Un ricordo personale di Federico: lo conobbi in palestra, allora frequentavo l’Upa , nel ’57 (avevo 15 anni) ed lui, in allenamento, non ricordo più per quale match, per fare fiato chiese la collaborazione di tutti, anche di noi ragazzini e neofiti.
Incrociare i guanti con quello che per noi e per tutti era un campione ci lasciò titubanti ma poi ci accorgemmo che era un gran signore: appoggiava i colpi e ti dava anche la soddisfazione di toccarlo.
Ed era anche un gran mattacchione sempre aperto alla cordialità ed al riso. Mentre facevamo i guanti ricordo che mi spinse all’angolo e poi mi pestò il piede mentre indietreggiavo con la conseguenza che io caddi sulle corde aprendo interamente la guardia e lui appoggiò delicatamente una serie al corpo ridacchiando. Quando poi gli chiesi se lo avesse fatto apposta e se all’occorrenza l’avesse mai usata in combattimento mi disse, fra il serio ed il faceto, che non si poteva andare in posti come l’Australia e le Filippine a combattere senza avere qualche trucco in serbo, anche quelli fuori regolamento. Bastava non farsi vedere dall’arbitro ed il resto era lecito.
Ricordo anche qualche suo combattimento ad Ancona: i due ko inferti a Priami e Scipioni nel ’59 e l’altro ko contro Cipriano a Falconara nel’63. Una vera forza della natura, un temperamento da fighter di prima grandezza, sempre in attacco fino all’ultimo suono del gong.
Recentemente l’ho incontrato a Ripaberarda, a Chiaravalle, a Civitanova e a San Benedetto del Tronto dove gli hanno tributato il doveroso omaggio ed ho trovato un uomo appagato dalla famiglia che ricorda con piacere e con visibile nostalgia i tempi in cui combatteva.
Fonte: Alfredo Bruno - 2out
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