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LA BOXE INGLESE IN LUTTO PER CHARNLEY
06/03/2012 - 23.59.05
L’EX CAMPIONE INGLESE PASSATO A MIGLIOR VITA DOPO UNA BATTAGLIA CON IL CANCROdi Alfredo Bruno DARTFORD, 3.3.2012- [Dave Charnley], uno dei più grandi campioni della boxe inglese se ne è andato all’età di 76 anni, vittima di un cancro ai polmoni.
La morte di Charnley fa seguito a quella avvenuta due mesi fa di Brian Curvis, tra l’altro suo avversario e amico. Dave era un mancino dalla potenza micidiale, i suoi fans lo chiamarono The Dartford Destroyer, un soprannome che ben gli si addiceva.
La sua fu una carriera intensa nell’arco di 11 anni dove incontrò i più forti leggeri e welter dell’epoca. Fu varie volte campione inglese, campione europeo e del Commonwealth britannico, ma non riuscì a conquistare il mondiale trovando disco rosso di fronte all’allora campione [Joe Brown]. Molte volte il suo nome fu accomunato a quello di [Duilio Loi], una sfida che all’epoca richiedevano in molti soprattutto quando il triestino fu campione europeo dei leggeri. Questo match non si fece mai, nessun organizzatore ebbe il coraggio di attuarlo, sia italiano che inglese, e questo fu un peccato.
Nel 1957 dopo una bella serie di vittorie conquistò il titolo inglese battendo il quotato [Joe Lucy], che dopo questo match si ritirò. Ma a dimostrare che il suo non era un episodio isolato Charnley subito dopo sconfisse prima del limite [Johnny Gonsalves], un americano di caratura mondiale.
La sua ascesa fu fermata dal sudafricano [Willie Toweel] per il titolo del Commonwealth, un incidente di percorso che Dave cancellò due anni dopo mettendo ko il malcapitato Toweel.
Fu nominato sfidante ufficiale di Joe Brown e per questo fu costretto ad andare a Houston a casa del pugile di colore. Questo Brown era un pugile tecnicamente valido, ma era anche molto scorretto: la sua specialità era ferire le sopracciglia degli avversari. Questa sorte toccò a Charnley che fu costretto a non presentarsi per la gravità dei tagli alla sesta ripresa.
L’inglese allora puntò decisamente il suo sguardo in Europa. All’epoca il campione era [Mario Vecchiatto] che aveva conquistato il titolo lasciato vacante da Duilio Loi battendo ai punti il francese [Lahouari Godih].
L’incontro tra Vecchiatto e Charnley si svolse a al Wembley Stadium di Londra. Il match viaggiò nel massimo equilibrio per nove round. Al decimo il gancio sinistro di Charnley pescò un disattento Vecchiatto che andò al tappeto e fu contato, logicamente quando l’italiano si era rialzato Charnley gli si avventò contro per finirlo. La serie di Charnley culminò con una spinta che buttò giù Vecchiatto, che si rialzò prontamente e mentre era contato fece un gesto di stizza con il braccio, che fu interpretato come un abbandono e il match finì li tra le proteste del clan italiano.
Charnley riprese anche la sua marcia mondiale battendo uomini di classifica come [Paul Armstead] e [Gene Gresham].
Si trovò quindi ad affrontare per la seconda volta Joe Brown. I due stavolta si affrontarono a Londra all’Earls Court Arena davanti a 18mila spettatori. Fu un match entusiasmante e tirato allo spasimo per 15 round. Il gancio sinistro di Charnley si abbattè più volte contro la mascella di Brown, mentre questi mise in mostra un jab sinistro insidioso che tenne sempre in allarme l’aggressività del suo avversario. Al termine l’arbitro Tommy Little non ci pensò due volte ad alzare il braccio di Joe Brown. Ci furono molte polemiche, perché per molti aveva vinto Charnley.
Prima del match ci fu un episodio curioso. Il grande organizzatore inglese Jack Solomons il giorno prima andò all’aeroporto a prendere Brown e il suo seguito, ma rimase sconcertato quando vide Brown scendere dall’aereo con il braccio al collo, come se fosse infortunato, ma gli tornò il sorriso quando si accorse che quel burlone gli aveva fatto uno scherzo. Con Brown furono le uniche volte che Charnley si battè per il titolo mondiale perdendo, ma i due s’incontrarono una terza volta, senza titolo, e stavolta vinse l’inglese per ko su un avversario avviato al “viale del tramonto”.
Dopo la seconda sfida mondiale con Brown, Charnley venne a Roma per difendere l’europeo dall’assalto del bolognese Ray Nobile. L’incontro si svolse il 5 luglio del 1961 allo Stadio Flaminio davanti a circa 25mila spettatori. Indubbiamente fu fatto un passo più lungo della gamba. Nobile, fisicamente un peso piuma, si trovò davanti un Charnley, leggero naturale, che spesso affrontava anche dei welter. Il divario fisico fu evidente e Nobile ammainò bandiera dopo 4 round.
Charnley da parte sua non rifiutava certo gli avversari di peso superiore, ma non sempre le cose gli andarono bene come dimostra la sconfitta con [Brian Curvis], ma soprattutto quella subita contro [Emile Griffith], una punizione che finì al nono round quando l’arbitro fermò il match. Quello con Griffith fu l’ultimo incontro, Charnley aveva guadagnato tanto nella sua carriera e lo investì proficuamente e con successo soprattutto nel settore immobiliare, inaugurando anche un salone per parrucchiere.
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