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I SOGNI DI MANUEL CAPPAI

21/03/2012 - 18.53.01

 

 

Un figlio d’arte si confessa ad alta voce

Intervista di Giuseppe Giallara
 
CAGLIARI, marzo 2012 - Manuel Cappai sta per lasciare nuovamente la sua città, Quartu Sant'Elena (a un tiro di schioppo da Cagliari) e la sua famiglia per riprendere gli allenamenti collegiali con la nazionale.

Il tempo stringe, visto che dal 13 al 22 aprile il diciannovenne figlio dell'ex campione italiano dei piuma professionisti [Fabrizio Cappai] sarà impegnato sul ring di Trabzon in Turchia per cercare di ottenere la qualificazione personale per Londra 2012 nella categoria dei kg 49.

Manuel Cappai tra il papà Fabrizio e Vittorio Lai / Foto Giuseppe Giallara

Poco riposo, dunque, appena il tempo necessario per smaltire l'ultima fatica, quella del torneo internazionale “Chemistry Cup” di Halle (Saale) in Germania che ha fruttato al ragazzo una medaglia di bronzo.
A volerla dire tutta, forse Cappai avrebbe meritato qualcosa di più, visto che la sua sconfitta in semifinale per 12-9 davanti al vice-campione europeo del 2011 a Ankara, il russo Belik Galanov, ci è parsa opinabile.
A decidere è sempre la giuria, il cui verdetto va rispettato, e forse a bordo ring le cose si sono viste meglio che a casa davanti al piccolo schermo del computer.
Tuttavia, la nostra impressione è stata che il boxeur sardo, persa la prima ripresa, si sia fatto leggermente preferire nella seconda e nella terza, concludendo la contesa più vispo dell'esperto rivale. Il verdetto e l'oro sono così andati a Galanov, il quale in finale ha superato sul filo di lana il tedesco Hamza Touba, a sua volta vincitore in semifinale dell'aggressivo irlandese Paddy Barnes. Archiviato il torneo di Halle, Cappai guarda avanti e non ha ragioni per non essere soddisfatto di quanto ha fatto sino a questo momento, considerato che calca il ring dal 31 gennaio 2009, cioè da soli tre anni.
A partire dal 2010 il ragazzo ha avuto modo di fare esperienza in maglia azzurra.
Ha partecipato al Torneo Elite “Italia Boxing Tour” a Stintino, in Sardegna, nel quale è stato battuto da Hugh Myers, e ha preso parte anche ai campionati mondiali giovanili di Baku in Azerbaijan dove, superato Rosan Elegedara dello Sri Lanka, è stato eliminato al termine di un match equilibratissimo (3-2) dall'irlandese Ryan Burnett.
Nel 2011 le cose sono andate meglio. Medaglia d'oro al “Memorial Vilaznia” di Shkodra in Albania battendo in finale l'indonesiano Denny Hitariun, al “Nation's Cup” di Porto Torres in Sardegna si è imposto su Mohamed Flissi nel confronto Italia-Algeria. E ancora, al “Memorial Pedro Benedicto” a Simferopol in Ucraina si è aggiudicato il bronzo, battuto in semifinale dall'ucraino Denis Shkarubo per 8-4 dopo aver eliminato Vadim Kudryakov (10-6). A coronare l'attività del 2011 è arrivato il successo ai campionati italiani di Reggio Calabria.
Il 2012 si è aperto con il bronzo di Halle e non si sa ancora cos'altro porterà. “Speriamo delle belle novità – commenta Cappai – anche perché la posta in palio è alta. Sul ring di Halle mi sono misurato con avversari più quotati di me. Considero un grande successo l'essere riuscito a battere Vasquez Santos e Carlos Quipo, due avversari di primissimo piano, e aver battagliato alla pari con il forte Galanov. Ho avuto anch'io l'impressione di non aver perso contro di lui, ma va bene così, non mi lamento, sono già proiettato verso il futuro”.
 
Ossia, verso il torneo di Trabzon...
“Già. E' lì che mi giocherò la qualificazione per le Olimpiadi. I posti disponibili non sono tanti e bisognerà vincere la concorrenza dei migliori pari peso al mondo. E' difficile, ma si può fare. Del resto, i migliori li sto affrontando già da qualche tempo. Dopo i campionati italiani, mi sento maturato e migliorato anche tecnicamente, per cui non penso proprio di partire battuto.”
 
Un'impresa tuttavia difficile...
“Come tutte le imprese che si rispettino. Ma ripeto, sono fiducioso e agguerrito, anche se sono il boxeur più giovane della mia categoria. Molto dipenderà anche dai sorteggi, per cui spero in un pizzico di fortuna che serve sempre”.
 
A Londra andresti dunque volentieri...
“Molto volentieri. A Londra troverei avversari forti, gli stessi che mi sto trovando davanti anche ora. Il livello è quello e penso che sia alla mia portata, a meno che non compaia sulla scena qualche fenomeno a sorpresa, cosa che non credo. Mi piacerebbe molto dare alla città di Quartu Sant'Elena, dove sono nato, il secondo pugile olimpionico della sua storia: il primo è stato Andrea Mannai, che partecipò alle Olimpiadi del 1988 a Seul. Stiamo parlando di 24 anni fa, quando io non ero ancora nato. Ma, per non fantasticare troppo, a questo penseremo eventualmente dopo; per il momento devo pensare solo a farmi valere a Trabzon, in Turchia”.
 
Alle Olimpiadi di Seul stava per partecipare anche un altro pugile quartese, tuo padre Fabrizio...
“Si, lo so. Acqua passata. Adesso è venuto il mio turno di provare a diventare olimpionico”.
 
Quanto pesa stare quasi sempre lontano da casa?
“Abbastanza. Allenamenti, fare il peso, combattimenti, stress... Sono sacrifici non da poco. Ma sono anche sacrifici necessari, senza i quali non si va lontano. E' stato duro anche partecipare alla “Chemistry Cup”, ma l'aver conquistato il bronzo penso mi servirà per entrare tra i primi 50 della classifica mondiale AIBA. Dunque, i miei sacrifici sono stati ripagati”.
 
Cosa c'è nel tuo futuro in guantoni?
 “Sempre il dilettantismo. Sotto un certo profilo, mi piacerebbe misurarmi anche nel professionismo perché è tutto un altro mondo. Tuttavia, sono nelle Fiamme Oro e mi trovo benissimo, per cui di lasciare la Polizia non se ne parla. Mi basta fare il dilettante, spero sempre ad alti livelli, sino all'età di 28-29 anni e magari anche oltre, sino a quando sentirò gli stimoli giusti per salire sul ring.”

Benissimo. La volontà e la serietà ci sono, l'atteggiamento è quello giusto. E allora, non rimane che augurarti “In bocca al lupo!”, giovane e talentuoso Manuel. La boxe sarda e quella nazionale contano anche su di te.

Giuseppe Giallara