Notizie
MORTO STEVENSON, GLORIA DELLO SPORT CUBANO
12/06/2012 - 11.40.38
Addio al mito della boxe cubana, la leggenda dello sport caraibicoIl cubano Teofilo Stevenson, tre volte campione del mondo e vincitore di tre medaglie d’oro alle olimpiadi, è deceduto ieri sera nella capitale cubana La Habana per una cardiopatia ischemica. Aveva 60 anni.
Stevenson è considerato uno dei più grandi pugili cubani di tutti i tempi.
L’ex pugile era vicepresidente della Federazione cubana di boxe e lavorava nella Commissione nazionale che attende agli atleti ritirati dalla professione e quelli ancora in attività dell’Istituto nazionale dello sport ed educazione fisica.
Stevenson aveva partecipato lo scorso sabato in La Habana, insieme ad altri 100 volti noti dello sporto cubano, ad una marcia celebrativa in vista dei prossimi Giochi olimpici di Londra.
La televisione statale, nel dare la notizia del suo trapasso, ha esaltato i suoi trionfi di atleta e la sensibilità mostrata verso il popolo cubano oltre al patriottismo esercitato in ogni circostanza. La sua morte, ha aggiunto il cronista, lascia un vuoto incalcolabile nel senso dello sport rivoluzionario cubano.
Teofilo Stevenson Lawrence nacque da una modesta famiglia il 29 marzo del 1952 a Delicias, una località della provincia orientale di Las Tunas, ad oltre 600 km dal este della capitale, e fu conosciuto come “El Gigante del Central Delicias” per ricordare la sua provenienza. La successiva popolarità internazionale lo accompagnò con l’appellativo di “Pirolo”.
Suo padre, Teofilo Stevenson Pearson, era originario di San Vicente, isola delle Antille, e sua madre Dolores Lawrence era cubana.
Il campione cubano univa la potenza del suo destro ad un magnifico gioco di gambe.
Teofilo Stevenson, all’apice della sua carriera, disse che preferiva l’affetto dei milioni di compatrioti cubani ai milioni di dollari offertigli per passare professionista. Erano gli anni in cui il più volte campione olimpico veniva corteggiato per essere opposto al grande Muhammad Ali, in un match che mai si concretò.
Stevenson, il suo compatriota Felix Savon e l’ungherese Lazlo Papp sono gli unici pugili che hanno conquistato tre medaglie d’oro olimpiche.
Stevenson conquistò la prima medaglia nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco di Baviera in Germania. La seconda l’ottenne nel 1976 a Montreal in Canada. La terza l’ebbe nel 1980 a Mosca in Russia.
Delle tre indimenticabili esperienze il campione caraibico ricordava con commovente esaltazione le imprese di Monaco e di Montreal, perché riteneva di aver espresso il quelle occasioni il meglio della sua prestigiosa carriera.
Si affermò anche a tre Campionati mondiali: nella prima edizione del 1974 a La Habana, nel 1978 a Belgrado in Jugoslavia e nel 1986 a Reno nel Nevada.
Stevenson aveva 14 anni quando iniziò a combattere al limite dei 71 chili. Due anni dopo fu proclamato campione nazionale giovanile.
Teofilo Stevenson (sul podio più alto) medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Alla sua destra il russo Petr Zayev (medaglia d’argento); alla sua sinistra le due medaglie di bronzo, l’ungherese Istvan Levai (con la giacca) ed il tedesco DDR Juergen Fanghaenel (con la tuta).
Nel 1970 conquistò il suo primo titolo internazionale del pesi massimi, nell’allora divisione di peso +81 kg, vincendo il Campionato dell’America Centrale e dei Caraibi. Nel 1975 si consacrò campione ai Giochi Panamericani di Città del Messico.
L’anno seguente a Calì in Colombia ottenne il bronzo ai Giochi Panamericani dopo essere stato fermato dallo statunitense Duane Bobick nelle semifinali.
Nel 1979 Stevenson bissò il risultato ai Giochi Panamericani di San Juan in Porto Rico.
Stevenson si prese una sonante rivincita sull’americano Bobick ai Giochi olimpici di Monaco imponendosi per arresto del combattimento nella terza ripresa. Il match si disputò nei quarti di finale.
Dopo quel risultato Robert Surkein, un dirigente della federazione statunitense di boxe, disse che lo Stevenson che dispose di Bobick nel 1972 era superiore al Cassius Clay (poi conosciuto con il nome di Ali) che vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960.
Un altro esempio della velocità d’esecuzione del pugile cubano arrivò dal pugile tedesco Peter Hussing, vittima di Stevenson nelle semifinali olimpiche di Monaco. Hussing affermò che l’avversario non ha il tempo di vedere il suo diretto. Quando lo vede, è perché gli è arrivato al mento.
Teofilo Stevenson, Fidel Castro e Muhammad Ali
L’ex presidente Fidel Castro, un appassionato dello sport, elogiò a Stevenson in occasione di un discorso pronunciato il 28 settembre 1972 quando disse che Stevenson meritava il riconoscimento del popolo cubano per i suoi risultati sportivi. Aggiunse con apprezzamento che Stevenson ha trasmesso un esempio ancor più grande rinunciò alle favolose offerte americane e disse che lui non cambiava il suo popolo per tutti i dollari del mondo.
Stevenson chiuse la lunga parentesi pugilistica nel 1986 dopo aver calcato il ring per 321 combattimenti. Registrò 301 successi contro 20 sconfitte.
Oltre agli allori ricordati Stevenson è stato 12 volte campione nazionale dal 1971 al 1986 e 7 volte campione sudamericano e caraibico dal 1970 al 1982.
Stevenson ha lasciato i figli Helese, nata nel 1984 e David, nato nel 1994.
Primiano Michele Schiavone
|