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ECHI DAL PASSATO, SECONDA SFIDA DI CAVICCHI A MAZZOLA
17/03/2013 - 9.01.14
17 marzo 1962: Franco Cavicchi batte Rocco Mazzoladi Alfredo Bruno Quella sera al Palasport di Bologna c’era un pubblico numeroso e non poteva che essere così visto che a salire sul ring era [Franco Cavicchi], il colosso di Pieve di Cento rimasto nel cuore degli appassionati emiliani, da quando in 60mila erano andati ad applaudirlo allo Stadio di Bologna nel 1956 quando battè prima del limite il tedesco [Heinz Neuhaus] conquistando, erede di [Erminio Spalla] e [Primo Carnera], il titolo europeo della massima categoria. Da allora erano passati 6 lunghi anni e Cavicchi sembrava indirizzato, ormai 34enne, sul viale del tramonto.
Gli era stata concessa comunque una chance per il titolo italiano detenuto da [Rocco Mazzola], pugile lucano, grande protagonista tra i mediomassimi facendo parte di un quartetto d’eccezione costituito da [Giulio Rinaldi], [Sante Amonti] e [Piero Del Papa].
Per la verità Cavicchi (nella foto) e Mazzola si erano già battuti pochi mesi prima per il titolo. In quell’occasione fu emesso il verdetto di parità, che a detta di molti stava un po’ stretto all’emiliano, per questo motivo venne imposta una rivincita tra i due. Il clan di Mazzola faceva leva su una sfida comune con il negro di Baltimora Bert Whitehurst: Cavicchi fu messo ko dall’americano, mentre Mazzola in vantaggio ai punti vinse per squalifica.
Cavicchi aveva un doppio motivo per questa sfida: la possibilità di riconquistare il titolo e soprattutto la possibilità di ritirarsi con l’onore delle armi. Mazzola invece non era più il brillante pugile che era stato da mediomassimo. Aveva problemi di peso, ma aveva perso parecchio in velocità e colpo d’occhio.
Quella sera a Bologna vinse con pieno merito Cavicchi, che disputò un match tatticamente perfetto, facendo leva sulla sua maggiore possanza fisica. L’incontro si svolse in equilibrio durante i primi sei rounds con buone azioni dell’emiliano dalla distanza e repliche del potentino dalla corta. Al settimo round Mazzola accusava alcuni destri alla mascella e fino alla nona ripresa doveva difendersi strenuamente di fronte ad un avversario deciso e più forte fisicamente. Nel decimo e undicesimo round il pugile lucano si gettava coraggiosamente nella mischia per recuperare lo svantaggio, ma nell’ultima ripresa Cavicchi, che aveva ben distribuito le sue forze, tornava padrone della situazione e veniva proclamato vincitore tra l’entusiasmo del suo pubblico.
Cavicchi dopo due mesi perderà il titolo ad opera di Sante Amonti e si ritirerà un anno dopo. Mazzola invece quella sera a Bologna disputò il suo ultimo match annunciando il ritiro per le condizioni delle sue mani che gli davano problemi in continuazione, ma anche per dedicarsi alla sua azienda a Potenza.
La riunione di Bologna fu organizzata da Renato Torri e vide all’opera il massimo [Federico Friso] sconfitto ai punti da [Bert Whitehurst]; il medio [Tommaso Truppi] ebbe la meglio sul rhodesiano [Julius Caesar]; il welter [Alfredo Parmeggiani] regolò sulle otto riprese il pavese [Annibale Omodei]. Negli altri match ci furono i successi di [Romano Bertocchi] e [Vincenzo Pitardi] su [Attilio Vit] e [Armando Morzilli]. L’unico pari della serata fu assegnato ai superleggeri [Roberto Misin] e [Nino Lolli].
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