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WLADIMIR KLITSCHKO ANNULLA POVETKIN A MOSCA

06/10/2013 - 18.51.25

 

 

Pesante lezione per lo sfidante. Avversario cercasi.

di Giuliano Orlando

Le corone di Wlady Klitschko (WBA, WBO, IBF e IBO) non hanno corso alcun rischio. Più che una sfida, quella espressa sul ring dell’Olimpiyskiy di Mosca, presenti alcuni dei massimi che hanno scritto pagine importanti nella storia dei massimi, quali George Foreman, Lennox Lewis e Niky Valuev, è stata una mattanza in cui il campione Wladimir Klitschko (61-3) ha letteralmente sgretolato ogni resistenza dello sfidante Alexander Povetkin (26-1) che giocava in casa e aveva illuso di poter interrompere la striscia vincente (19+) di questo gigante di 37 anni dal fisico scultoreo e dalla potenza e resistenza di un ventenne. Quando un mondiale termina con il punteggio di 119-114 per i tre giudici, significa semplicemente che non c’è stato match. Così è stato fin dal primo minuto.
 

Klitschko abile nel colpire arretrando
 
L’ucraino, tanto educato e signore fuori dal ring, quanto è spietato quando svolge il lavoro che gli assicurato la ricchezza economica e una montagna di titoli. Povetkin ha capito subito che sarebbe stato come scalare l’Everest in pantofole. La tattica di chiudere la distanza e produrre il volume di fuoco con colpi corti e possenti, si è rivelata una chimera. Per dodici round ha fatto indigestione di sinistri e pure di destri da parte di un Klitschko presentatosi, come d’uso in splendide condizioni atletiche perfette. Mentre, contro Tompson, Wach e Pianeta, non aveva fatto molto movimento di gambe, stavolta ha usato gli arti inferiori per mandare a vuoto il russo, ogni volta che avanzava cercando l’utopia di un bersaglio mai raggiunto. Per la precisione, un bel colpo a Povetkin è riuscito all’undicesimo round, un destro volante che ha raggiunto la tempia di Wladi, costretto a chiudersi per non incorrere in guai ulteriori. E’ stato anche l’unico round, complice il richiamo al campione per tenute e spintoni, di cui ha fatto uso spesso, ma nulla di determinante per cambiare l’esito del confronto, finito a favore del russo. In contrapposizione, un kd al secondo tempo e altri tre nella settima, che l’arbitro Luis Pabon ha deciso per far riprendere fiato allo sfidante, hanno disegnato un mondiale tra i più impari. Povetkin non ha fantasia, ma neppure Klitschko è uno che inventa. La grande differenza è che il campione quello che fa è perfetto: l’uso del sinistro, la difesa attiva e il destro pesante che lascia sempre il segno. Lo sfidante, paga l’handicap della statura bassa, una certa lentezza dei colpi e lo scarso movimento del tronco. Prima del confronto di Mosca, dava garanzie offensive e anche un bella resistenza. Purtroppo per lui, in una sera maledetta, ha incassato la sconfitta più pesante, quattro atterramenti per uno che mai era stato messo giù in quindici anni di attività, e nei dilettanti ha disputato 132 incontri con 125 vittorie. Volendo sottilizzare, ad Amburgo il 25 febbraio 2012, contro il tedesco Marco Huck, cruiser naturale dove è stato mondiale a lungo, qualche dubbio lo lasciò, non solo nel verdetto per split decision, ma per la fatica denunciata nelle ultime riprese, mentre Huck chiudeva meglio. Le successive due difese della cintura WBA, contro l’ormai spento Hasim Rahman (Usa) e il modesto polacco Andrzej Wawrzyk, sembravano aver rispolverato un buon campione. L’esito della battaglia di Mosca, non conferma soltanto la superiorità dell’ucraino, che comanda tutto il reame, assieme al fratello Vitali, vicino al ritiro per dedicarsi totalmente alla politica, nella quale sta salendo ai vertici dalla parte contraria all’attuale premier, ma propone l’interrogativo più attuale: chi sarà il prossimo avversario? La categoria dei giganti è desolatamente priva di sfidanti concreti, se pensiamo che Povetkin era considerato l’unico capace di metterlo in pericolo.
 
Still champion: Wladimir Klitschko celebrates with his multiple world titles after beating Alexander Povetkin 
Ancora campione: Wladimir Klitschko con le sue multi-cinture mondiali dopo aver battuto Alexander Povetkin
 
La maggior parte sono cavalli di ritorno come il polacco Adamek, il cubano Solis e Arreola, che quest’anno ha perduto dal canadese haitiano di nascita, Bermane Stiverne (23-1-1), per il titolo Silver, un giovanotto di 34 anni. Restano i modesti Helenius, Chisora attuale titolare d’Europa, il bulgaro Pulev che è anche lo sfidante ufficiale WBC e l’irlandese Fury, l’unico sotto i 30 anni. C’è pure il lungagnone Wilder (29) protetto dalla Golden Boy, che ha costruito il record affrontando signori nessuno. Forse l’unico per il quale De La Hoya è disposto a investire qualche dollaro e quindi allestire la sfida negli USA. Ipotesi abbastanza concreta, ma a giudizio personale, tutti i nominati non hanno possibilità di farcela, alcuni sono già stati giustiziati da Vitali e un secondo esame iridato potrebbe risultare decisamente rischiosa. Ultima ipotesi, il ritiro del campione, per mancanza di avversari. Con un conto in banca che farebbe invidia a molti milionari.
 
Giuliano Orlando