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ANDRE "MATRIX" DIRRELL, DALLE OLIMPIADI DI ATENE

16/08/2014 - 16.00.57

 

 

AD OGGI, LA LUNGA PARABOLA DEL GENIALE STATUNITENSE

di  Alfredo Bruno

Nel 2004 alle Olimpiadi di Atene gli Stati Uniti conquistarono un bronzo ed un oro, che fu considerato dall’entourage un buon risultato, tenendo presente che alla squadra stellata interessava e interessa più il professionismo. Due pugili di colore con lo stesso nome, Andre, e quasi coetanei salirono sul podio olimpico, Dirrell nei medi come bronzo, superato in semifinale da Gennady Golovkin, e Ward come oro nei mediomassimi, tra l’altro vincitore al torneo del nostro Clemente Russo.
L’anno seguente Dirrell passa al professionismo e si mette subito in luce. Mancino a 360% porta il suo sinistro con velocità eccezionale, preferisce essere attaccato e il suo destro scatta automatico solo nello scambio ravvicinato. Sa trarsi fuori da ogni problema che si presenta sul ring, una sorta di Matrix, personaggio della famosa trilogia. Il suo neo forse è quello di concedere alle volte troppo l’iniziativa all’avversario. Infila una bella serie di vittorie che gli permettono di partecipare al Supersix World Boxing Classic un Torneo a cui parteciparono sei supermedi, considerati all’epoca i migliori al di fuori dei vari enti mondiali. Ad organizzarlo fu la Showtime televisione insieme alla Sauerland Event. Il torneo iniziò nel 2009 e terminò nel 2011. I primi sei “big” iscritti furono oltre a Dirrell, anche Carl Froch, Jermain Taylor, Mikkel Kessler, Arthur Abraham e Andre Ward, che risulterà il vincitore in assoluto nel 2011. Il primo incontro Dirrell lo disputò contro Carl Froch, attuale campione del mondo, praticamente a casa sua. Il verdetto andò di misura a Froch, ma la realtà visionata da tutti confermava che se c’era un vincitore, questi doveva essere Dirrell, soprattutto per un finale tutto a favore del pugile americano, che aveva preso in mano le redini del match. Successivamente Andre affrontò Arthur Abraham, tremendo picchiatore che contro di lui subì il primo conteggio della sua carriera. Anche Dirrell subì un conteggio, ma sembrava avviato ad una netta vittoria, quando scivolò al tappeto e fu colpito mentre stava a terra. Vista la volontarietà Abraham fu squalificato. Ma Dirrell a sorpresa si ritirò da questo Torneo per motivi neurologici. Un sistema nervoso un po’ fragile che lo fece stare fuori per oltre un anno e mezzo prima di rientrare con una facile vittoria su Darryl Cunningham e all’incirca un altro periodo di lontananza prima di superare Michael Gbenga. Altro anno e mezzo sfogliando la margherita del rientro ed ecco Dirrell riapparire l’1 agosto e liquidare con facilità il non eccelso Vladine Biosse. L’impressione è stata buona e il suo manager dice che Matrix ha gettato alle ortiche la sua fragilità psicologica e vuole riguadagnare il tempo perduto. Lui ha due mete: vorrebbe incontrare Golovkin, se questo se la sentisse di passare tra i supermedi, da dilettanti e due si sono incontrati due volte con una vittoria per ciascuno; vorrebbe la rivincita con Froch, anche se da quel lato non è che ci vogliano ascoltare, lo stile di Dirrell non si addice all’inglese, che rischierebbe un’altra brutta figura. Andre se non trova la strada tra i supermedi potrebbe tranquillamente, vista la sua altezza di 1,88, passare tra i mediomassimi per mettere lo scompiglio in una categoria dove sarebbe un gran brutto cliente per Bernard Hopkins, in lotta con l’età, Adonis Stevenson, e Sergey Kovalev, che potrebbe essere il più disponibile ad incontrarlo. Per fare questo Andre Dirrell deve tornare ad essere Matrix e soprattutto deve battere un uomo di classifica per giustificare le sue ambizioni. Intanto stanotte lo vedremo all’angolo del fratello Anthony che si batterà con Sakio Bika per il mondiale supermedi WBC nella mega riunione organizzata dalla Golden Boy Promotions allo  StubHub Center di Carson, dove il clou sarà rappresentato dal mondiale dei welter IBF tra Shawn Porter e Kell Brooks. Potrebbe anche accadere che prossimamente i due fratelli Anthony “The dog” e Andre “Matrix” siedano sullo stesso trono dei supermedi in sigle diverse.
 
Alfredo Bruno