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FREO PARLA DEL DISTACCO DA BOSCHIERO
13/10/2014 - 16:03:29
Gino Freo: "Perché ho lasciato Boschiero""Occorre essere coerenti e di parola, questo è mancato a Devis, in occasione di una serata in cui era l’ospite più atteso."di Giuliano Orlando Il maestro di pugilato, Gino Freo, 63 anni, riconosciuto tra i migliori in Italia, è il fondatore delle Boxe Piovese, nata nel 1985, dopo aver appeso i guantoni al chiodo, al termine di una milizia decennale da professionista, consumata senza il lampo dell’impresa, con modestia e dignità, come specchia il record di 19 vittorie, 18 sconfitte e 3 pareggi, tra il 1974 e il 1984.
“Anche se la boxe è sempre stata la mia passione, ho sempre dato la precedenza al lavoro, svolto presso una società telefonica, dedicando agli allenamenti il tempo libero anche da professionista. Non ero un talento naturale, boxavo in linea senza quella potenza che un mediomassimo deve avere per fare la differenza. Non possedevo la mascella d’acciaio e ne pagavo le conseguenze. Ho il rimpianto di non aver conquistato il titolo italiano. Ci ho provato due volte, ma Cometti e Cavina, che ho affrontato cinque volte, mi hanno battuto. Branchini mi aveva allestito la terza opportunità nel 1983, contro Cevoli, ma all’ultimo momento la riunione saltò. Un vero peccato, per la prima volta mi ero preso le ferie per preparare il match. Era scritto nel destino”.
Nel gym di Piove di Sacco nel padovano, sono passati centinaia di ragazzi, la palestra non è solo il luogo dove si scambiano pugni, semmai l’occasione di crescere e maturare il carattere per formare il futuro uomo. Tra i tanti figurano Cristian Sanavia e Devis Boschiero, i meglio riusciti di tutte le covate.
Gino Freo e Devis Boschiero dilettante
“Cristian arrivò a dieci anni, mentre Devis ne aveva già 14 e praticava calcio a buon livello. Entrambi dotati naturalmente e come i cavalli di razza, con carattere non facile. Tutti e due ottimi dilettanti, il primo ha raggiunto l’europeo e il mondiale da professionista, l’altro solo il titolo europeo, anche se moralmente il mondiale l’aveva conquistato a Tokyo contro Ao.”
Senza contare il periodo dilettantistico, per la prima volta dal 2004 non eri all’angolo del tuo allievo in occasione del tentativo di tornare europeo superpiuma lo corso 10 ottobre. La tua assenza non è passata inosservata, evidenziata dalla sconfitta, stavolta giusta contro Romain Jacob a Calais in Francia, che manteneva la cintura con pieno merito. E’ stato detto che Boschiero ha sbagliato tattica, ha cercato il colpo duro, senza costruire un percorso tecnico che avrebbe potuto dare la svolta al match. Cosa è accaduto tra voi due, ben sapendo che il pugile non è la prima volta che fa qualche capriccio. Anche se alla fine, tutto si è sempre risolto, visto che nelle occasioni più delicate, sei sempre stato pronto a tendergli la mano.
“In effetti questa è la prima sconfitta vera di Devis e mi spiace davvero. Il primo segnale di pericolo nel nostro lungo e fruttuoso rapporto di maestro e allievo, è avvenuto sempre a Calais in occasione del primo confronto con Jacob a febbraio. Tra la settima e l’ottava ripresa, cerco di spronarlo in modo che non perda concentrazione e mantenga il ritmo alto. L’ho sempre fatto, conoscendolo bene, sia tecnicamente che caratterialmente, l’aspetto più debole e delicato. Per tutta risposta mi ha mandato a quel paese. Non era mai accaduto e questo mi ha fatto davvero male. Ho assorbito l’offesa, anche se nelle ultime tornate mi sono limitato al minimo indispensabile, senza insistere troppo. Al ritorno le cose sembravano essere tornate nella normalità, Devis si allenava ed io cercavo di operare al meglio. Quando la OPI2000 vince l’asta, mi adopero per trovare gli aiuti necessari per far svolgere la rivincita con Jacob a casa. All’improvviso vengo a sapere che Salvatore Cherchi si è accordato col clan francese e il match si disputerà ancora a Calais. Sicuramente sia il manager che il pugile avrebbero guadagnato di più, ma il rischio del fattore campo, non so se valeva gli euro in più. Comunque, essendo Devis un professionista non potevo certo oppormi, anche se non ero d’accordo”. (Boschiero con la cintura di campione d'Europa)
Il motivo della rottura è un altro. Si tratta del mancato intervento di Boschiero alla riunione che viene allestita a Piove di Sacco ormai da vent’anni, un appuntamento importante per la città e per la società.
“Esatto, si tratta della manifestazione che coinvolge tutta Piove. Sui manifesti campeggia Boschiero che è il personaggio principale, il più atteso. Presenti la tv locale, il sindaco e gli assessori, per la foto di rito, con lo speaker in grande difficoltà, e il pubblico che aspetta di vedere e applaudire il suo beniamino. Non si presenta tra la delusione generale. Ci faccio una figuraccia e aspetto di conoscerne il motivo. Questo il sabato. Passa la domenica, fino al giovedì senza alcun segnale. Venerdì sera, con le orecchie basse, in silenzio si presenta e inizia ad allenarsi. Aspetto una sua giustificazione, che non arriva. Non dico nulla fino al termine per non creare imbarazzo davanti ai ragazzi. Quando finisce la doccia, lo affronto e gli chiedo spiegazioni. Mi risponde che era stanco. A quel punto gli dico che la palestra chiude in agosto, come è stato deciso dal consiglio della società. Chiaro che se avesse mostrato un minimo di intelligenza, vista la situazione, l’avrei aperta. Invece di cercare il dialogo chiama Salvatore Cherchi dicendo che non sa dove allenarsi perché Freo ha chiuso la palestra”.
Il gesto di Boschiero, può essere interpretato in vari modi. Non intende ammettere di aver agito male riguardo la mancata presenza alla serata di Piove, non vuol chiedere al maestro di riaprire la palestra o forse non vuol più essere preparato da Gino Freo.
“Tutto è possibile. Di fatto Cherchi coglie al volo l’occasione per farlo allenare a suo modo. Due mesi isolato a Malaga in Spagna, un tempo infinito per uno che ha bisogno almeno una volta la settimana di interrompere la routine della palestra. Deve staccare per riprendere con la testa snebbiata. Questo lo so io, non gli altri che il pugile lo seguono al telefono. Purtroppo quello che temevo è accaduto. Ha combattuto senza una guida all’angolo capace di spronarlo nel modo giusto. Per la prima volta in carriera ha veramente perso. Le due sconfitte precedenti sono stati due furti.
Stavolta niente da dire. Sarà un caso che non ero all’angolo?”
Quali sono i punti deboli di Boschiero?
“Come tutti gli introversi ha bisogno di sentirsi protetto, avere una persona sulla quale contare, che goda della sua fiducia. Mi spiace abbia detto che mi volevo intromettere nei suoi affari privati. Anche su questo ci sarebbe molto da dire, Se fosse così vero, forse non avrebbe inciampato di brutto come è accaduto. Ma io voglio essere ottimista, anche se la situazione non è delle più rosee. Ho ripetuto che sono pronto ad accoglierlo se dimostrerà di aver capito gli errori commessi. In apparenza fa vedere di essere un duro, nella realtà ha mille dubbi. Faccia l’esame di coscienza e forse capirà perché in Francia ha sbagliato tattica e meritato la sconfitta”.
Giuliano Orlando
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