di  Alfredo Bruno

 

Matteo Scarponi (+ 6, =1, - 8, nc 1), 22 anni, è il “colosso” della Boxing Arcesi con i suoi 100kg e un’altezza che supera il 1,90 m.. Al di là di ogni considerazione i supermassimi sono i grandi protagonisti della boxe, quelli che stimolano la curiosità. In ogni riunione quando si legge il programma salta subito all’occhio la scritta +91kg., una sorta di marchio di garanzia per lo spettatore che in quella serata se ne vedranno delle belle, senza nulla togliere agli altri. Matteo caratterialmente sembra escludersi dal “gruppo” soprattutto per la sua barba un po’ serafica e il suo sguardo di giovane tranquillo. Ma sul ring ci sa stare con ampi margini di miglioramento.

 

 

“Avevo 15 anni e per mantenermi in forma sono entrato in palestra per fare un po’ di pesi. Però a lungo andare diventava noioso. In quella palestra c’era un tecnico che faceva prepugilistica e mi chiese se volevo allenarmi nel suo gruppo. Poi cambiando palestra sono arrivato alla Boxing Arcesi”.

 

“Ho fatto due-tre settimane come amatore poi lo stesso Arcesi mi ha detto che potevo anche passare tra gli agonisti. Io accettai, pensavo che fosse un grosso impegno, ma non così forte. Io in palestra ormai ci sto tutti i giorni”.

 

“Studio Giurisprudenza a Roma Tre e cerco di conciliarlo con l’allenamento, a seconda delle richieste del mio maestro naturalmente”.

 

“Un modo per staccare la spina. Entro in un mondo completamente diverso che esula dai problemi quotidiani”.

 

“Nella vita sono un giovane tranquillo, però mentre mi accingo a combattere subentrano delle ansie che, devo dire la verità, non conosco e sto imparando a conviverci”.

 

“Forse Carbotti. L’ho incontrato due volte, la prima volta non mi ha impressionato e il match è stato più equilibrato. La seconda volta ho capito che aveva qualcosa in più, gli ho visto fare il salto di qualità”.

 

“Ogni tanto mi piace fare una partita a pallone, forse in contrasto con lo sport che faccio. Il maestro questo non lo capisce”.

 

“No, non ho di questi problemi”.

 

“Mentalmente ho capito come si deve combattere, ma nella pratica non riesco ancora a dare quello vorrei”.

 

“E’ così perché spesso vado a fare sparring in altre palestre, alla MMA Boxing Center dove c’è Barsotti, alla Casalbruciato”.

 

“Dopo una serie di sconfitte avevo pensato di lasciare. Il maestro non ha accettato le mie “dimissioni” e mi ha convinto a riprendere. Sono tornato sul ring e ho vinto. Per me è stata una grande soddisfazione perché pensavo di non essere tagliato per questo sport. In fondo io sono uno che deve essere stimolato. Fa parte del mio carattere e la boxe mi aiuta in questo”.