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IN ROMANIA LE AZZURRE BRAVE OLTRE I VERDETTI

26/10/2014 - 00:04:23

 

 

Vincono Calabrese, Davide e Amato, punite Marenda, Alberti e Severin.

di Giuliano Orlando

Lungo pomeriggio agonistico a Bobadag in Romania, all’insegna del Memorial “Aurel Toma”, uno dei pugili più popolari degli anni ’30-40, campione d’Europa gallo a spese del nostro Gino Cattaneo nel 1938 sul ring infuocato di Bucarest, pugile con la valigia sempre pronta,  dopo anni trascorsi in Francia (tra il 1932 e ’36), con puntate in Inghilterra, nel 1937 emigra a New York, dove chiuderà la gloriosa carriera (48+16-11=) dopo 17 anni di professionismo ad alto livello. Bobadag è la città dove è nato nel 1911, situata nell’estremo est, distretto di Tulcea nella Dobrugia, dove il Dunarea (Danubio) finisce la sua corsa lungo il meraviglioso delta più giovane d’Europa e meglio tenuto, che consiglio di visitare, sfociando nel Mar Nero.

Le azzurre a Bucarest con Renzini

Da Bucarest è un viaggio abbastanza lungo, specie se fatto in treno o in pullman. In onore e ricordo di Toma, si è svolta la sfida al femminile tra Turchia, Italia e Romania, che ha messo sul ring il meglio assoluto, come le squadre ospiti, in allenamento da oltre una settimana a Bucarest. Incontri impegnativi per tutte, non fosse che a guastare il tutto, ci hanno pensato i giudici locali, favorevoli in modo sfacciato alle atlete di casa, distribuendo vittorie alle connazionali a pioggia, che spesso gridavano vendetta verso le sconfitte. Le italiane hanno vinto con la Calabrese (48) di fronte alla Raducanu, argento nazionale, la Davide (57) dall’alto di un talento che non ha età, sulla turca Baku e la napoletana della Fulgor, Francesca Amato salita nei 75 kg. in vista dei mondiali ai danni dell’altra turca Bairar. Ha subito un verdetto iniquo la Marenda contro la Sitar nei 64.kg. e non è stata trattata bene neppure la Severin di fronte alla Turcin, che aveva battuto agli europei in semifinale. La Mesiano salita nei 60, a disagio contro la più pesante Basar, recente vincitrice nel torneo Ahmed Comert di Istanbul. La Romania ha fatto quasi tabula rasa, vincendo sette match su nove. Per fortuna ai mondiali in Corea, la musica sarà diversa. Alla Turchia è andata peggio che a noi, su nove confronti ne ha vinti solo due, nei 64 con la Tatar a spese della Alberti (64) e nei 69 con la Kara meglio della Stancu.
Emanuele Renzini, il ct delle azzurre, raramente ha reazioni forti, sopporta con pazienza i giudizi avversi, pensando alla prova successiva. Stavolta la sua opinione è significativa: “Inutile palare dei verdetti casalinghi, soprattutto quello ai danni della Marenda, che ha dominato il match con la Sitar. Per noi questo è un allenamento e dei verdetti non mi importa un fico secco! Le ragazze stanno entrando in forma e sono tutte molto concentrate sull’obiettivo finale che non è certo questo”. Non serve altro commento per chiarire la situazione verificatasi a Babadag. Domani domenica la seconda parte, vedremo se il vento è cambiato. Solo un auspicio, non oltre, conoscendo gli amici romeni, molto simpatici ma già al tempo dello storico torneo “Centura de aur”, negli anni ’70 e ’80, seguiti da bordo ring, presenti anche gli azzurri in alcune occasioni, capaci di far pagare ai cubani pedaggio pesante. Evidentemente, da allora non è cambiato molto.

Giuliano Orlando