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GRAVILITA, MOLDAVO CON BASE A ROMA

27/10/2014 - 10:01:14

 

 

Intervista a Vladimir Gavrilita, pugile che ama la boxe sovietica

di  Alfredo Bruno

Vladimir Gavrilita (+ 12, = 2, - 10), 24 anni, nativo della Moldavia e residente a Roma, è data la sua ancora giovane età alla ricerca di un’identità pugilistica. Il giovane ha ampie possibilità di miglioramento ma deve dare maggior continuità alla sua boxe. Alla Boxing Arcesi sembra aver trovato la sede ideale e lo si vede soprattutto nel mantenere l’iniziativa. Comunque se si considera che dopo poco tempo è classificato fra gli Elite bisogna ammettere che sta bruciando le tappe.
 
 
Le tue origini pugilistiche…
“Ho iniziato il pugilato nel mio paese in Moldavia. Mia madre, che qui a Roma faceva la badante, mi ha chiamato quando avevo 19 anni. All’inizio non era facile combattere, avevo problemi per mettermi in regola coi documenti. Poi alla fine ci sono riuscito e adesso sono circa due anni che faccio attività piena”.
 
Quanti incontri hai disputato in Moldavia?
“Lì ho disputato solo 5 incontri, ero andato in palestra per rinforzarmi visto che avevo un fisico gracile. Adesso non passa giornata che non mi sia allenato”.
 
Sei entrato subito alla Boxing Arcesi?
“All’inizio ero entrato in una palestra di Fitness. Il maestro che mi allenava l’ho trovato qui da Arcesi e mi sono iscritto. Diciamo che ho imparato la lingua in palestra, dove all’inizio conoscevo solo le parole: diretto, gancio e montante. Adesso il mondo della boxe è diventato la mia famiglia. Tutti i miei amici e i miei parenti appartengono a questo mondo ”.
 
Vorresti far diventare la boxe un lavoro con il professionismo?
“Perché no se mi riesce. Nella vita dobbiamo avere più strade. Io faccio un lavoro saltuario coi suoi normali sacrifici, però se la boxe diventasse il mio lavoro ne sarei felicissimo. Occorre vedere quello che pensano i miei maestri, loro vedono cose che io non posso vedere”.
 
Come ti definisci?
“Io sono un tecnico, mi piace combattere a distanza, ho un’impostazione di boxe sovietica con il braccio in avanti, alla Demchenko”.
 
L’avversario più difficile?
“E’ stato Mattia Izzi, che tra l’altro è un mio amico. Questo mi ha messo in difficoltà, perché non ci ho messo cattiveria. Comunque ho perso e non cerco giustificazioni, perché è stato più bravo di me”.
 
Cosa fai nella vita?
“Adesso sto lavorando come cameriere. Prima ho fatto giardinaggio e ho lavorato in cantiere”.
 
Alfredo Bruno