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A LAS VEGAS UN BOTTAI VERSIONE "ROCKY"
12/12/2014 - 16:11:49
Nella semifinale IBF dei pesi medi jrdi Alfredo Bruno La serata di Las Vegas al Mandalay Bay Resort, che vedrà Leonard Bundu sfidare Keith Thurman
per il mondiale interim WBA dei welter, avrà una doppia motivazione per gli appassionati italiani, perché nella stessa serata Lenny Bottai (+ 22, - 2), 37 anni, campione Intercontinentale IBF dei superwelter affronta sulle 12 riprese il superwelter Jermall Charlo (+ 19, 15 per ko), 24 anni, in un match valido come semifinale al titolo mondiale IBF detenuto da Cornelius Brundage.
La boxe alle volte presenta coincidenze che rendono più piccante l’attenzione e quella del tatuato Lenny s’incastona perfettamente con il match di Bundu, tanto da far venire in mente una sorta di titolo come “Due toscani a Las Vegas”, oppure “Due toscani in dirittura mondiale”, oppure per prendere spunto dallo scrittore Curzio Malaparte “Maledetti toscani”, se in questa magica serata i due si divertissero a sovvertire il pronostico a suon di pugni.
Se Bundu è arrivato alla sfida con Thurman per la via maestra, Bottai è arrivato a Charlo per vie traverse e accidentate, facendoci pensare un po’ al percorso di Rocky Balboa nel primo film, anche se la sua brillante vittoria su Ismael El Messaoudi ne giustifica il merito. Il pugile texano ha una storia particolare visto che è il fratello gemello di Jermell, i genitori evidentemente non volevano faticare più di tanto nel cercare un nome completamente diverso da Jermall, ed è visto come futuro campione, anche se prima dovrà regolare i conti con “Mangusta” Bottai in una sfida che non si presenta come una passeggiata. “Hit Men”, come viene chiamato il texano, si avvale di un buon allungo sinistro che utilizza con disinvoltura e quando il destro si trova nella traiettoria giusta son dolori, come dimostrano le sue numerose vittorie prima del limite. Bottai dal canto suo ha l’arma della tranquillità, di non aver nulla da perdere e solo da guadagnare, sia dal lato economico sia dal lato mediatico. Una sua vittoria costringerebbe gli esperti e i giornalisti a scrivere un capitolo nuovo dove non potrebbe essere eliminato il discorso di Livorno con la sua incredibile tradizione che ha visto combattere campioni come Franco Nenci, Mario Sitri e soprattutti quel Remo Golfarini, anche lui superwelter, che divenne campione d’Europa.
Alfredo Bruno
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