ECHI DEL PASSATO
UN GIORNO COME OGGI, DICEMBRE
07/04/2016 - 08:29:20
IL RACCONTO DELLA BOXE SUL CALENDARIOdi Primiano Michele Schiavone 1 dicembre Maurizio Stecca debutta al professionismo La carriera professionistica di Maurizio Stecca iniziò la sera dell’1 dicembre 1984 a Milano con un successo prima del limite. Il nuovo corso pugilistico del pugile di Sant’Arcangelo di Romagna si avviò con ottimo auspicio dopo i trascorsi dilettantistici di primo piano, al limite dei pesi gallo. Con la maglietta, infatti, oltre a primeggiare in alcuni tornei, divenne campione italiano per tre anni di seguito, nel 1979 a Fano, nel 1980 a Terracina e nel 1981 a Grosseto; nel 1982 conquistò la medaglia d’oro ai campionati europei junior di Schwerin, nell’allora Germania orientale, e nel 1984 salì sul podio più alto alle olimpiadi di Los Angeles, in California. Con la nascita del quarto organismo mondiale, denominato World Boxing Organization, originato dalla scissione provocata all’interno del WBC, per lui si aprì direttamente l’uscio che gli permise l’accesso all’inaugurale campionato mondiale dei pesi piuma e, nel gennaio 1989, a Milano, affrontò e sconfisse in sei riprese il dominicano Pedro Nolasco, già superato con decisione nella semifinale olimpica, diventando il primo campione iridato della neonata sigla mondiale. In giugno, sempre nel capoluogo lombardo, respinse nel nono tempo il venezuelano Angel Mayor, ma in novembre, nella sua Rimini, incappò nella potenza dello statunitense Louie Espinoza, già titolare mondiale WBA supergallo, cedendogli il primato nel settimo round. Maurizio si riprese la vacante cintura mondiale WBO piuma nel gennaio 1991 a Sassari, dopo aver travolto nella quinta sessione il dominicano Armando Juan Reyes. In giugno si affermò ai punti sul messicano Fernando Ramos ed in novembre obbligò all’abbandono l’inglese Tim Driscoll. Nel maggio 1992, a Londra, consegnò la corona mondiale all’inglese Colin McMillan dopo 12 riprese. In dicembre viaggiò in Francia e tolse la cintura europea piuma al transalpino Fabrice Benichou con verdetto ai punti. Nel 1993 andò oltralpe tre volte: lasciò il titolo continentale a Herve Jacob a causa di una ferita, lo riprese dallo stesso avversario per fuori combattimento e, ancora una volta a seguito di una ferita, lo perse a favore di Stephane Haccoun. Inattivo per un anno, Maurizio tornò sul ring nel marzo 1995 e tolse il titolo italiano superpiuma al lombardo Athos Menegola dopo 12 riprese. Lasciò la boxe agonistica dopo 53 incontri: 49-4-0. (pubblicato l'1 dicembre 2016) 2 dicembre Loris Stecca supera Salvatore Melluzzo Ci sono stati pugili che hanno vinto tanto nella loro categoria di peso ideale, ma che hanno raggiunto traguardi ancor più importanti in una divisione di peso inferiore. Uno di essi fu Loris Stecca che il 2 dicembre 1982, a Teramo, mantenne il titolo italiano dei piuma per la seconda volta, superando il mancino siracusano Salvatore Melluzzo, fermato nella sesta ripresa da una ferita. Il romagnolo di Sant'Arcangelo di Romagna partecipò al vacante campionato nazionale dei pesi piuma con il pistoiese di origine potentina Marco Gallo, nel novembre 1981, e vinse il confronto con verdetto maturato al termine dei 12 tempi. Nel maggio dell’anno seguente, a L’Aquila, si trovò a difendere per la prima volta il primato tricolore contro il brindisino Pasquale Mazza ed ottenne il risultato favorevole dopo che lo sfidante venne bloccato nella quarta sessione da una ferita. Come professionista, fino a quel momento, aveva ottenuto lo stesso risultato conseguito con la maglietta nel 1979, nella stessa categoria di peso. Nell’aprile 1983 si misurò con il gallese Steve Sims, in un confronto valevole per la vacante cintura europea dei pesi piuma, che fece sua a Sassari, dove il britannico venne accompagnato all’angolo nel settimo tempo a causa di una ferita. Nell’agosto seguente mise in palio la corona continentale contro il corregionale Valerio Nati – già campione europeo dei pesi gallo, in seguito titolare europeo dei piuma e mondiale WBO supergallo – e vinse il match ai punti sulle 12 riprese. Nel febbraio dell’anno successivo, a Milano, colse il miglior risultato della sua brillante carriera a spese del dominicano Leonardo Cruz, al quale tolse la cintura mondiale WBA supergallo con un fuori combattimento tecnico nel dodicesimo round. Il regno mondiale di Loris si concluse tre meni dopo a Guaynabo, in Porto Rico, ad opera del locale Victor Callejas che lo sconfisse in 8 assalti. L’italiano si ripresentò all’appuntamento iridato con lo stesso campione, per la medesima corona, nel novembre 1985 a Rimini, dove la sua sfida si concluse nella settima ripresa. Loris continuò a combattere ancora per tre anni, senza disputare alcun campionato. Professionista dall’ottobre 1980, lasciò il quadrato dopo l’ultima vittoria ottenuta nel dicembre 1988, a seguito del combattimento numero 59: 55-2-2. (pubblicato il 2 dicembre 2016) 3 dicembre Paolo Cottino batte Nic Maric Nel ristretto numero di pugili aostani un posto di rispetto tocca al peso medio Paolo Cottino che il 3 dicembre 1960 si prese la rivincita sullo slavo Nic Maric, dal quale era stato sconfitto nel settembre dell’anno precedente a Ginevra, Svizzera, a causa di una ferita che lo mise fuori gioco nella settima frazione. Sul ring di Aosta le cose andarono diversamente per l’italiano che si affermò sulla distanza delle 10 riprese. Cottino si esibì per la prima volta a torso nudo nel marzo 1958 e nel novembre seguente conobbe la prima sconfitta a Lione, in Francia, da Michel Vinot, futuro campione nazionale dei mediomassimi. Nel maggio 1958 fece la seconda trasferta estera, in Germania, dove sconfisse il tedesco di origine polacca Horst Borzoskowski. Il terzo insuccesso arrivò nel luglio 1960 ad opera del guardia destra lombardo Gancarlo Garbelli, ex campione italiano dei pesi welter. L’anno seguente Cottino trovò disco rosso più volte, di fronte a Gianni Lommi, Geppino Gentiletti, l’americano Dick Young e l’argentino Juan Carlos Duran, in seguito diventato italiano e vincitore di vari titoli. Chiuse la stagione con un solo successo e continuò con la serie positiva nel 1962 con cinque affermazioni, una delle quali contro il noto sudamericano Juan Carlos Duran, fermato da una ferita nel terzo tempo. In giugno dovette cedere nella terza frazione all’invitto toscano Sandro Mazzinghi, futuro campione del mondo medi jr. e due mesi dopo fallì la conquista del titolo italiano dei pesi medi, quando una ferita lo fermò entro il quinto tempo nella sfida portata al campione Remo Carati. L’aostano fece la sua ultima apparizione sul ring in Francia, nel gennaio 1963, e lasciò la boxe dopo 37 incontri: 27-10-0. (pubblicato il 3 dicembre 2016) 4 dicembre Franco Zurlo supera Carmelo Massa Il campionato italiano dei pesi gallo toccò Campobasso la sera del 4 dicembre 1968 e vide impegnati il campione Franco Zurlo di Brindisi e lo sfidante Carmelo Massa di Cagliari. Il confronto si concluse nella sesta ripresa quando il sardo subì la squalifica da parte dell’arbitro. Il pugliese debuttò a torso nudo nel gennaio 1965 a conclusione di una carriera dilettantistica che lo vide vincere nei pesi gallo tre volte gli assoluti, nel 1962 a Modena, nel 1963 a Pesaro e nel 1964 a Roma, ed ottenere nel 1963 le medaglie d’oro ai campionati mondiali militari ed ai giochi del Mediterraneo. Nel dicembre 1966 sconfisse sulle 12 riprese il romano Tommaso Galli, ex titolare nazione ed europeo, e conquistò la vacante cintura italiana dei pesi gallo. Mantenne il primato due volte contro lo spezzino Antonio Sassarini, poi sfidò il campione europeo Salvatore Burruni perdendo in 15 tempi, quindi pareggiò con il bolognese Enzo Farinelli in difesa del suo titolo. Nel dicembre 1969 seppe sconfiggere sulle 15 riprese lo spagnolo Mimoun Ben Ali e conquistare la vacante cintura europea gallo. L’anno seguente difese la corona continentale con successo tre volte contro lo spagnolo Francisco Martinez Sancho, lo scozzese John McCluskey ed il connazionale Enzo Farinelli. Nel febbraio 1971 a Londra dovette cedere la corona al britannico Alan Rudkin. Nel gennaio 1973 sconfisse il francese Guy Caudron nella semifinale al campionato europeo ma perse tre mesi dopo a Londra dal campione Johnny Clark. Il brindisino si riprese il titolo italiano dal bresciano Ambrogio Mariani nel marzo 1975 e, dopo averlo difeso contro il concittadino Teodoro Corallo nel luglio dell’anno appresso, ritornò a competere per la corona continentale. La riconquistò nel febbraio 1977, togliendola al calabrese Salvatore Fabrizio, e la mantenne nelle cinque difese successive: vinse con il francese Jascky Bihin, il nordirlandese Paddy Maguire, pareggiò con lo spagnolo Esteban Eguia e l’italiano Alfredo Mulas, e superò il campano Franco Buglione. Nel settembre 1978 la lasciò in Spagna dopo 15 assalti condotti contro lo sfidante spagnolo Juan Francisco Rodriguez. L’avanzata professionistica di Zurlo si concluse nell’aprile 1980, a 39 anni compiuti, dopo 50 confronti: 39-6-5. (pubblicato il 4 dicembre 2016) 5 dicembre Ugo Di Pietro batte Efisio Pinna Il laziale Ugo Di Pietro divenne campione italiano dei pesi leggeri la sera del 5 dicembre 1973 a Cagliari, portando via il titolo al locale Efisio Pinna con un successo maturato nella quarta ripresa. Il pugile di Cisterna aveva ottenuto la chance dopo aver chiuso il confronto con l’altro cagliaritano Natale Caredda, il mese prima sullo stesso ring e nel corso del medesimo round. Di Pietro perse il primato nazionale alla prima difesa, nel febbraio 1974 a Piombino, in provincia di Livorno, contro il locale Nedo Fabbri, al termine di 12 tempi, e lo riprese dal toscano in aprile con il verdetto di ferita nella quinta frazione. Nel maggio seguente lo mise in palio a Latina e lo mantenne dopo 12 sessioni combattute con il lombardo di origine marchigiana Piero Meraviglia. In settembre a Foligno, in provincia di Perugia, lo cedette al locale Enzo Pizzoni con verdetto ai punti. Il cisternese disputò un altro campionato italiano dei pesi leggeri, nel giugno dell’anno seguente a Roma, dove impegnò per 12 tempi il titolare Rosario Sanna, romano di origine sarda. Di Pietro raggiunse la schiera dei professionisti nel marzo 1970 e la lasciò nel giugno 1980 a Cagliari, dove era iniziata la sua vicenda tricolore, dopo 31 incontri: 12-15-4. Durante quegli anni sostenne anche cinque trasferte all’estero, contro il finlandese Erik Nikkinen, i francesi Jean-Baptiste Piedvache e Robert Gambini, per due volte, e l’inglese Dave Green. (pubblicato il 5 dicembre 2016) 6 dicembre Remo Carati vince contro Angelo Idi Il bolognese Remo Carati disputò il terzo combattimento professionistico sulle 8 riprese, affrontando il 6 dicembre 1955 a Domodossola, allora provincia di Novara, il più esperto piemontese Angelo Idi, originario di Pallanza, e riportò il successo ai punti. L’emiliano debuttò a torso nudo nell’agosto di quell’anno ed ottenne l’occasione di competere per il campionato italiano dei pesi medi quattro anni dopo. Infatti, nel novembre 1959 a Civitavecchia sfidò il locale campione nazionale Franco Scisciani e lo affrontò sulla distanza delle 12 riprese prima di essere dichiarato sconfitto dal verdetto ai punti. La seconda chance tricolore dei pesi medi si presentò per lui nell’aprile 1962 a Bologna, dove fronteggiò il titolare Bruno Fortilli e lo sconfisse dopo 12 tempi. In agosto mise in gioco la sua cintura nelle città di Aosta contro lo sfidante locale Paolo Cottino e la mantenne quando l’aostano rimase ferito nella quinta sessione. Carati rimase campione italiano ancora due mesi, fino alla squalifica riportata a Milano contro il genovese Fortilli, al quale consegnò il primato nazionale nel secondo tempo. Il bolognese disputò l’ultimo incontro, il numero 54 (31-16-7), nel febbraio 1966. Carati costruì il record attraverso confronti anche con Angelo Brisci, Aristide Dal Piaz, Aldo Chiesa, Gino Rossi, il franco-senegalese Michel Diouf, lo statunitense Ted Wright, Renato Bianchini, i britannici John McCormack e Phil Edwards, il transalpino Michel Vinot, Geppino Gentiletti, il tedesco Manfred Haas, l’argentino Juan Carlos Duran, prima di diventare italiano, Tommaso Truppi, Francesco Fiori ed il franco-senegalese Souleymane Diallo. (pubblicato il 6 dicembre 2016) 7 dicembre Lino Mastellaro prevale nella rivincita con Mario Sitri Il lombardo Lino Mastellaro divenne campione italiano dei pesi piuma a Roma, la sera del 7 dicembre 1962, quando affrontò per il vacante titolo il toscano Mario Sitri. Il combattimento andò avanti per 12 riprese ed alla fine il verdetto incoronò il pugile residente a Lissone, allora provincia di Milano. I due pugili erano al loro secondo confronto, dopo l’incontro disputato nell’agosto dell’anno precedente a Messina e vinto ai punti dal livornese. Mastellaro debuttò a torso nudo nel novembre 1960 ed in poco tempo si fece notare sia a livello italiano che internazionale. Infatti, nonostante l’insuccesso contro Sitri, nel giugno 1962 a Roma sfidò il campione europeo Gracieux Lamperti e lo impegnò fino al risultato di parità decretato dopo 15 tempi. In novembre a Bruxelles, in Belgio, si applicò per 12 riprese contro l’ex campione europeo dei pesi gallo Jean Pierre Cossemyns. Nel settembre 1963, a Milano, respinse il ligure di origine piemontese Felice Becco con verdetto ai punti e mantenne la cintura italiana. Nel maggio 1964 si giocò la seconda carta continentale, affrontando a Londra il titolare Howard Winstone – gallese che divenne anche campione mondiale WBC della categoria – ma dovette rinunciare alla sfida nell’ottavo round. Mastellaro rimase campione nazionale fino all’ottobre di quell’anno, quando a Torino dovette cedere ai punti al ligure Alberto Serti, già campione del vecchio continente. Il lombardo continuò a combattere per alcuni anni ancora, senza avere altre opportunità tricolori. Lasciò il quadrato nel maggio 1970 dopo 51 combattimenti: 30-16-5. Altri pugili ragguardevoli che arricchirono il suo record furono il belga Jean Renard, il ghanese Love Allotey, Alessandro Schiavetta, Carmelo Coscia, il francese Koudier Meftah, Giovanni Girgenti, Ugo Poli, Renato Galli, Umberto Simbola, Mario Redi, Ambrogio Mariani, Augusto Civardi ed Enrico Barlatti. (pubblicato il 7 dicembre 2016) 8 dicembre Enrico Urbinati batte Carlo Cavagnoli La nona cintura di campione d’Italia dei pesi mosca fu assegnata ad Enrico Urbinati la sera dell’8 dicembre 1934, sul ring di Milano, dove tolse il primato al locale Carlo Cavagnoli dopo 12 riprese. Il nuovo campione, originario delle Marche trapiantato a Roma, divenne professionista nel luglio di quell’anno, dopo aver vinto come dilettante gli assoluti nazionali del 1932 a Roma e del 1933 a Ferrara, sempre al limite dei pesi mosca. “Piripicchio” Urbinati mise in palio il suo titolo tre volte prima di occupare il primo posto a livello europeo: un anno dopo dalla conquista sconfisse ai punti Vincenzo Anastasi a Tripoli, nell’allora Libia italiana, dove viveva fin dalla nascita il suo sfidante; nel febbraio 1938 a Treviso superò sulla massima distanza il locale Carlo Mestriner; in luglio dispose in 7 tempi del milanese Gianni Tortolini a Ferrara. Nel dicembre di quell’anno, nella sua città d’adozione, affrontò il francese Pierre Louis per il vacante campionato d’Europa dei pesi mosca e lo sconfisse al termine delle 15 riprese. In seguito Urbinati si impegnò in ulteriori tre confronti continentali, tutti vinti, nel mentre perse e riconquistò il titolo italiano. Nell’aprile 1939 respinse con verdetto ai punti il belga Raoul DeGryse, dal quale era stato fermato in 9 tempi a Milano tre mesi prima, senza titolo in palio. In luglio vinse una semifinale al campionato mondiale, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale gli negò la chance iridata. Nel gennaio 1940, nella seconda difesa europea, costrinse all’abbandono nell’undicesima frazione il sardo Gavino Matta che lo aveva battuto l’anno precedente a Modena. In marzo a Firenze dovette cedere ai punti al tripolino Vincenzo Anastasi, lasciandogli il tricolore. La terza difesa della cintura europea lo mise di fronte allo sfidante spagnolo Fortunato Ortega, sconfitto a Roma nel giugno 1942 per abbandono nell’undicesima frazione. Urbinati salì sul quadrato per l’ultima volta nel novembre di quell’anno, ancora a Roma, dove sconfisse il romano Otello Belardinelli in 12 tempi e conquistò il vacante titolo italiano dei pesi mosca. Lasciò il pugilato con il record di 61 incontri: 50-9-2. (pubblicato l'8 dicembre 2016) 9 dicembre Epifani e De Souza per la terza volta Il 9 dicembre 1982 a Taranto il locale Eupremio Epifani affrontò per la terza volta il brasiliano Eloi Emiliano De Souza, il primo pugile che lo sconfisse tra i professionisti. I due si affrontarono una prima volta nell’ottobre 1979 a Pesaro, dove il pugliese si era stabilito per l’attività a torso nudo, ed il sudamericano residente in Ancona vinse ai punti dopo 6 riprese. Si fronteggiarono una seconda volta nel maggio dell’anno seguente, sullo stesso ring della città marchigiana, ed il tarantino chiuse con successo le 6 sessioni combattute. Il terzo scontro si risolse a favore dell’italiano al termine di 8 tempi. Epifani ingrossò la lista dei professionisti nel giugno 1978, come superleggero, e passò a militare nella divisione di peso superiore nel 1984, dopo un anno di inattività. Nel dicembre di quell’anno, nella sua città, Epifani conquistò il vacante titolo italiano dei pesi welter dopo 12 riprese combattute contro il barese Luciano Navarra. Mantenne il tricolore nell’aprile 1985 a Portici, in provincia di Napoli, dove respinse le aspirazioni del ferrarese Daniele Zappaterra con decisione maturata in 12 tempi. Due mesi dopo a Genova abbandonò nell’ultima frazione dinanzi al campano Gaetano Caso, lasciandogli il primato nazionale. Epifani lasciò la boxe dopo l’ultimo trionfo conseguito nel marzo 1986, chiudendo il record con 27 incontri: 23-3-1. (pubblicato il 9 dicembre 2016) 10 dicembre Daniele Zappaterra supera Rosario Pacileo Gli sportivi di Copparo esultarono la sera del 10 dicembre 1982, quando a Ferrara il loro beniamino Daniele Zappaterra conquistò il titolo italiano dei pesi superwelter dopo che il campione Rosario Pacileo, pistoiese di origine campana, venne squalificato nella quinta ripresa. Il guardia destra Zappaterra arrivò a quell’appuntamento con il record immune da sconfitte, di una carriera a torso nudo iniziata nel febbraio 1977. Il neo campione tornò a Ferrara nel marzo dell’anno seguente e mise in palio il titolo contro il veneto Ernesto Ros, contro il quale il risultato deciso dai giudici dopo 12 riprese diede ragione allo sfidante. Il verdetto non venne omologato ma cambiato in no-contest ed il titolo rimase a Zappaterra, dopo la constatazione che i guanti usati dai pugili per quel match non erano regolamentari per la categoria di peso superwelter. Zappaterra affrontò nuovamente Ros nel luglio seguente, tra i suoi concittadini di Copparo, quando una ferita gli segnò il destino e lo condusse alla sconfitta nel settimo tempo, perdendo definitivamente il primato italiano dei pesi superwelter. In seguito Zappaterra pensò di militare tra i pesi welter, tornò a vincere diversi combattimenti ma incappò in un prematuro insuccesso contro il tedesco di origine spagnola Jose Varela, futuro campione europeo della categoria. Nella nuova divisione di peso giunse a disputare il campionato italiano tre volte, rimanendo sempre subalterno rispetto agli avversari: nell’aprile 1985 a Portici, nel napoletano, con il pugliese Eupremio Epifani; nell’ottobre dello stesso anno a Rovigo contro il campano Gaetano Caso; nel luglio dell’anno seguente a Tortolì, per il vacante titolo, con il sardo Efisio Galici. Dopo altri due esibizioni, Zappaterra appese i guantoni al chiodo nel gennaio 1987, con il record di 37 incontri: 27-7-2-1 NC. (pubblicato il 10 dicembre 2016) 11 dicembre .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... .... 12 dicembre Vincenzo Ungaro professionista in Svizzera Il 12 dicembre 1975 a Ginevra, Svizzera, il bresciano Vincenzo Ungaro chiuse la sua prima stagione professionistica, inizia sullo stesso ring nel marzo precedente, piegando in cinque riprese il belga Fernard Banckaert. Il lombardo, originario di Gussago, riportò la prima sconfitta a torso nudo nel dicembre dell’anno seguente, nella stessa città elvetica, dopo 10 riprese combattute con il francese Georges Warusfel, in seguito campione nazionale superwelter e sfidante europeo. Il secondo insuccesso lo subì sulle 8 riprese nell’ottobre 1977 ad Ostia per mani del romano Vincenzo Moruzzi. Dopo la sconfitta del gennaio 1978 a Londra dal britannico Maurice Hope, campione British, Commonwealth ed europeo, in futuro anche titolare mondiale WBC, il bresciano si stabilì definitivamente in Italia e nel dicembre 1979 si presentò a Pesaro come challenger del campione nazionale Luigi Minchillo, perdendo la sfida nella sesta ripresa. Tentò una seconda chance contro lo stesso Minchillo nel settembre dell’anno successivo a Lido di Camaiore, in provincia di Lucca, dove perse ai punti in 12 tempi. Seguirono gli insuccessi contro il turco con licenza tedesca Agamil Yilderim in Yugoslavia, poi a Zaragoza, Spagna, con lo spagnolo Perico Fernandez, campione nazionale, europeo e mondiale, quindi da Nino La Rocca a Roma. Dopo due successi casalinghi Ungaro si ripresentò all’appuntamento tricolore, per il vacante titolo, nel gennaio 1982 a San Ginesio, in provincia di Macerata, finendo squalificato nell’ottava frazione dinanzi al marchigiano Luigi Marini. Cinque mesi dopo a Boario Terme, in provincia di Brescia, Ungaro conquistò infine il titolo italiano al termine delle 12 riprese combattute con lo stesso Marini. Il regno nazionale di Ungaro si concluse tre mesi dopo a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, di fronte al pistoiese di origine laziale Rosario Pacileo che gli portò via il primato nell’ottava sessione. In quel settembre 1982 Ungaro chiuse la carriera di pugile, dopo 33 incontri: 23-10-0. (pubblicato il 12 dicembre 2016) 13 dicembre Piero Rollo pareggia con Ugo Milan Nel secondo regno italiano dei pesi gallo il sardo Piero Rollo si trovò a fronteggiare il veneziano Ugo Milan, determinato a togliergli il titolo. Lo scontro avvenne a Torino il 13 dicembre 1960 e si concluse con il risultato di parità. Rollo, figlio di un secondino pugliese in servizio nel penitenziario di Cagliari, iniziò la luminosa carriera professionistica nell’aprile 1950 con un risultato nullo rimediato al termine di 6 riprese. Dopo una lunga inattività tornò a cimentarsi nell’aprile 1952, inaugurando una serie di vittorie che lo condussero a conquistare il vacante titolo nazionale dei pesi gallo. Cosa che avvenne nell’aprile 1955 a Cagliari, dopo 12 riprese combattute con il romano Roberto Spina. Mantenne la cintura nel gennaio 1957 a Varese contro il toscano Giancarlo Dugini, nell’ultima frazione, e nell’ottobre dell’anno seguente a Cagliari, con un’affermazione sul più noto toscano Mario D’Agata, ex campione del mondo, al quale tolse la corona europea al termine di 15 tempi. Lasciò la fascia tricolore per custodire il dominio nel vecchio continente. Difese la nuova cintura a Cagliari, dove nel maggio 1959 pareggiò con lo spagnolo Juan Cardenas e nell’ottobre seguente vinse contro il marchigiano Federico Scarponi, squalificato nella quinta ripresa. In novembre lasciò il primato continentale a Londra, dopo una lunga battaglia sostenuta con il nord irlandese Freddie Gilroy, guardia destra come lui. Nell’agosto dell’anno successivo, sempre sul ring amico di Cagliari, spodestò dal trono italiano il livornese Mario Sitri. Lasciò la seconda cintura tricolore per sfidare il campione mondiale Eder Jofre, affrontato a Rio de Janeiro, in Brasile, nel marzo 1961 per una lotta durata 9 assalti. Fallito il tentativo iridato, per Rollo si aprirono nuovamente le porte del vecchio continente. Sconfitto nel novembre 1961 a Cagliari dal belga Jean Pierre Cossemyns, si rifece a Bruxelles nell’aprile 1962, rovesciandolo in 5 tempi ed ottenne la seconda cintura europea. Perse il secondo titolo continentale in giugno a Tel Aviv, Israele, ad opera del francese Alphonse Halimi, già campione del mondo. La riconquistò per la terza volta in ottobre a Cagliari, a spese dello stesso transalpino Halimi. La lasciò definitivamente nel luglio 1963 a Madrid, dove prevalse lo spagnolo Mimoun Ben Ali. Dopo poche apparizioni Rollo, anche campione italiano tra i dilettanti nel 1947, rinunciò all’attività nel marzo 1964 dopo 81 incontri: 61-13-7. (pubblicato il 13 dicembre 2016) 14 dicembre Alvaro Nuvoloni s'impone a Giovanni Fattori Il romano Alvaro Nuvoloni affrontò il concittadino Giovanni Fattori il 14 dicembre 1950 a Cagliari, senza mettere in palio la sua cintura nazionale dei pesi gallo, e vinse nella quinta ripresa per abbandono dell’avversario. Nuvoloni debuttò tra i professionisti nel marzo 1944 a Milano e si presentò per la prima volta nella capitale nel gennaio di due anni dopo. La sua prima occasione tricolore dei pesi gallo arrivò nel dicembre 1947, quando sfidò a Roma il titolare Guido Ferracin, futuro campione europeo, perdendo ai punti in 12 riprese. La seconda opportunità si concretizzò per il titolo vacante nel settembre dell’anno seguente, ancora a Roma, dove rimase sconfitto dopo 12 tempi dal ternano Amleto Falcinelli, con il quale aveva pareggiato l’anno precedente. La terza chance la mise in atto nell’ottobre 1950 a Verona ed ottenne l’esito positivo sulla lunga distanza, togliendo il titolo italiano dei pesi gallo allo stesso Falcinelli. Nel giugno 1951 sfidò a Madrid, Spagna, il campione continentale dei pesi gallo Luis Romero, impegnandolo per 15 assalti. Nel settembre seguente mise in gioco per la prima volta la fascia nazionale a Cagliari e la mantenne con il risultato di parità, deciso dopo 12 tempi combattuti con il locale Gianni Zuddas. La seconda difesa del titolo italiano lo indusse a raggiungere Terni nell’aprile 1952 ed affrontare per la quarta volta il locale Amleto Falcinelli, al quale dovette cedere il primato con verdetto ai punti. Nuvoloni seguitò a combattere fino all’ottobre 1952, quando lasciò il ring dopo 84 combattimenti: 49-18-17. Sul suo record si trovano altri nomi importanti di quegli anni, quali Nazzareno Giannelli, Antonio Morabito, Gino Cattaneo, Danilo Pasotti, Alvaro Cerasani, Gino Bondavalli, Dante Venturi, i britannici Danny O’Sullivan e Bobby Boland, il sudafricano campione del mondo Vic Toweel, il titolare francese ed europeo Maurice Sandeyron, il sudafricano Alby Tissong ed Altidoro Polidori. (pubblicato il 14 dicembre 2016) 15 dicembre Correggioli, seconda vittoria su Bondavalli Il sedicesimo campione italiano dei pesi piuma, il rodigino Enzo Correggioli, mise in palio per la prima volta il suo titolo a Ferrara la sera del 15 dicembre 1947, concedendo la chance ad un avversario che aveva sconfitto due anni prima ai punti, il veterano reggiano Gino Bondavalli, già titolare nazionale ed europeo dei piuma e gallo, affermandosi nel corso della sesta ripresa per squalifica dell’avversario. Il veneto chiuse l’esperienza dilettantistica con un primo posto ai campionati assoluti del 1944 a Novara, ed iniziò la carriera professionistica nell’agosto dell’anno seguente, tra la sua gente di Rovigo. Disputò il suo primo campionato italiano, il vacante dei pesi piuma, nel dicembre 1946 a Lugo, in provincia di Ravenna, battendo sulle 12 riprese il locale Danilo Pasotti, vendicando la sconfitta in 10 tempi riportata tre mesi prima sullo stesso ring. La seconda difesa della fascia tricolore portò Correggioli a L’Aquila, nel settembre 1948, quando respinse il locale Alfredo Vivio con decisione ai punti. Perse il primato italiano nella terza difesa, al termine di 12 sessioni combattute a Roma nel maggio 1949 contro il capitolino Alvaro Cerasani, dal quale era stato sconfitto una prima volta nel febbraio dell’anno precedente. Correggioli continuò a calcare il quadrato fino all’agosto 1953, quando decise di lasciarlo dopo 50 confronti: 34-13-3. Il veneto fece alcune trasferte all’estero: a Barcellona, Spagna, dove si misurò con Antonio Marti, Luis Romero e Ferdinand Bonet; a Manchester, in Inghilterra, affrontò Ronnie Clayton ed a Glasgow, in Scozia, fronteggiò Jim Kenny; a Ginevra, Svizzera, si espose contro Sigi Tennenbaum. (pubblicato il 15 dicembre 2016) 16 dicembre Sugar Ray Robinson in Svizzera Uno dei più grandi pugili a livello mondiale, l’americano Sugar Ray Robinson, al secolo Walter Smith Jr, originario della Georgia e residente a New York, durante la sua prima trasferta in Europa, il 16 dicembre 1950 si esibì a Ginevra, in Svizzera, dove affrontò e sconfisse sulle 10 riprese l’ex campione francese dei pesi welter Jean Walzack, già superato sulla stessa distanza nel precedente febbraio a Saint Louis, in Missouri, e che lo batterà per la terza volta a Liegi, in Belgio, nel giugno dell’anno successivo con una soluzione trovata nel sesto tempo. Quella tournée, divisa in due parti, lo vide trionfare 10 volte contro 1 insuccesso ed un risultato di no-contest. Robinson iniziò la strepitosa carriera professionistica nell’ottobre 1940 e continuò a combattere fino al novembre del 1965, quando lasciò la boxe dopo 200 confronti: 173-19-6-1 NC. Robinson fu imbattuto campione del mondo dei pesi welter, nella cui divisione di peso disputò sei confronti iridati dal dicembre 1946 all’agosto 1950. Passò tra i pesi medi e conquistò per cinque volte la cintura iridata. Nella nuova categoria di peso prese parte a diciotto sfide mondiali in totale, dal giugno 1950 al marzo 1961. Provò a vincere anche la corona mondiale dei pesi mediomassimi nel giugno 1952 ma rimase sconfitto da Joey Maxim nel quattordicesimo e penultimo round. Robinson fece ritorno nel vecchio continente nell’autunno del 1962 con due successi ed una perdita. Si ripresentò in altre due trasferte tra il 1963 ed il 1964 e, nonostante i 42-43 anni di età, rimase sconfitto una sola volta a fronte di 9 vittorie e 2 risultati di parità. (pubblicato il 16 dicembre 2016) 17 dicembre Vincenzo Burgio batte Antonio Puddu Il fiorentino di origine palermitana Vincenzo Burgio fu chiamato a difendere il titolo italiano dei pesi leggeri per la prima volta contro lo sfidante ufficiale Antonio Puddu, ex campione nazionale ed europeo della categoria. Il match fu organizzato a Milano e si svolse il 17 dicembre 1976: i due pugili si affrontarono sulla distanza delle 12 riprese ed il risultato ai punti premiò il campione. Burgio debuttò a torso nudo nel febbraio 1973 nella sua città d’adozione e nel luglio 1976, ad Empoli, in provincia di Firenze, disputò il primo campionato italiano dei pesi leggeri contro il titolare Giancarlo Barabotti, fiorentino di Pontedera, e si aggiudicò il verdetto al termine delle dodici riprese. Burgio, dopo la prova positiva offerta contro il valente Puddu, tornò nel capoluogo lombardo per confrontarsi con il secondo sfidante, il campano Franco Diana, nell’aprile 1977. Due mesi dopo il campione, ancora invitto, dovette imbattersi in un altro ex possessore del titolo nazionale, il sardo Giancarlo Usai, cagliaritano di Carbonia, ritornato ad interessarsi della fascia tricolore dopo due fallite sfide continentali. Quella sera Burgio dovette arrendersi al challenger nel settimo tempo, lasciandosi portar via il primato italiano dei pesi leggeri. Burgiò salì sul ring ancora una volta, nell’ottobre 1978 a Firenze, dove aveva iniziato la carriera professionistica, e lasciò la boxe con l’ultima vittoria dopo 24 incontri: 22-1-1. (pubblicato il 17 dicembre 2016) 18 dicembre Mazza e Morri vincitori a Milano In una riunione a carattere internazionale tenuta a Milano il 18 dicembre 1981, negli incontri di contorno si affermarono prima del limite il mosca Umberto Morri, al suo primo anno di attività professionistica ed il piuma Pasquale Mazza. Il riminese Morri, campione italiano tra i minimosca dilettanti del 1980, vinse per abbandono di Corrado Infanti, ma in seguito tradì le aspettative e lasciò il pugilato nel luglio 1985 senza affermazioni degne di nota, dopo 14 confronti: 6-7-1. Il brindisino Mazza, impegnato a torso nudo dal maggio 1979, si affermò sul pistoiese di origine potentina Marco Gallo, già titolare italiano dei pesi superpiuma, quando l’ex campione fu fermato dal medico nell’ottavo tempo a causa di una ferita. Quel successo consolidò l’aspirazione del pugliese a competere per il titolo tricolore dei pesi piuma. L’appuntamento per il campionato italiano si presentò nel maggio 1980 a L’Aquila con il detentore Loris Stecca, in seguito vincitore della cintura europea piuma e della corona mondiale WBA supergallo. La chance di Mazza si concluse nella quarta frazione, quando una ferità gli precluse la prosecuzione del confronto. Al pugliese venne concessa una seconda opportunità nel giugno 1984, contro il campione italiano dei pesi piuma Salvatore Bottiglieri, affrontato a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, ed impegnato per 12 riprese. Mazza lasciò il pugilato quella sera, dopo 24 combattimenti: 14-6-4. (pubblicato il 18 dicembre 2016) 19 dicembre Antonio Puddu vittorioso a Milano Il peso leggero cagliaritano Antonio Puddu chiuse anche il secondo anno a torso nudo da imbattuto, dopo che la sera del 19 dicembre 1967, a Milano, dispose nella terza ripresa dell’uruguayano Antonio Villasantes. Il sardo, professionista dal marzo dell’anno precedente, continuò ad avere il record immacolato fino al luglio 1968, quando una ferita determinò la sua prima sconfitta dinanzi a Carmelo Coscia. I due pugili si ritrovarono di fronte solo quattro anni dopo, quando il cagliaritano si rivalse in due tempi. Puddu arrivò al primo appuntamento tricolore nel settembre 1970, a Cagliari, e fece suo il vacante titolo dei pesi leggeri dopo aver assoggettato il ravennate Enrico Barlatti nella settima frazione. Nel gennaio 1971 disputò il primo campionato europeo leggeri, pareggiando in 15 tempi a Barcellona con il campione Miguel Velazquez. Sei mesi dopo a Cagliari piegò lo spagnolo nel quarto round, togliendogli la cintura continentale. Il campione cagliaritano mise in gioco il suo primato europeo quattro volte con successo prima di pensare al campionato del mondo. Gli sfidanti del vecchio continente furono i francesi Pierre-Claude Thomias e Jean-Pierre Le Jaouen, il romano Enzo Petriglia ed il transalpino Dominique Azzaro. Nell’ottobre 1973 a Los Angeles, California, provò a destituire dal trono iridato WBC il messicano-californiano “Gato” Rodolfo Gonzalez, ma rimase sconfitto nel corso del decimo assalto. Nel maggio dell’anno successivo a Cagliari dovette lasciare il primato europeo nel sesto round allo scozzese Ken Buchanan, ex campione del mondo. Il sardo pensò di tornare sul trono continentale tra i superpiuma e nel giugno 1975 volò ad Oslo per tentare di spodestare il detentore Sven Erik Paulsen, ma il campione norvegese trionfò dopo 15 tempi. Nuovi successi sospinsero nuovamente Puddu alla caccia del titolo italiano dei pesi leggeri, contro il titolare Vincenzo Burgio che lo superò ai punti nel dicembre 1976 a Milano. Salutò il ring ed i suoi tifosi tre anni dopo, nel dicembre 1979 con una vittoria, quando scrisse il suo incontro numero 74: 65-8-1. (pubblicato il 19 dicembre 2016) 20 dicembre Alessandro Nardi supera Natale Vezzoli A volte capita che il trionfo di un atleta coincida con l’abbandono dell’attività da parte dello sconfitto. Questo accadde ad Ostia, in provincia di Roma, la sera del 20 dicembre 1980, quando il romano Alessandro Nardi conquistò il vacante titolo italiano dei pesi superpiuma nella decima ripresa per abbandono del co-sfidante bresciano Natale Vezzoli, già titolare tricolore di quella categoria di peso ed ex campione europeo con dieci confronti combattuti in due anni e mezzo. Nardi salì sul trono nazionale e Vezzoli chiuse la sua avvincente carriera professionistica. Il regno del capitolino si conclude tre mesi dopo nella città di Lucca, a causa della squalifica che l’arbitro gli inflisse nella decima tornata, mentre era impegnato a contrastare lo sfidante campano Luigi De Rosa. Il laziale iniziò l’esperienza a torso nudo nel marzo 1975 e, dopo una manciata di confronti pochi impegnativi, affrontò avversari animati dal suo stesso spirito. Pareggiò con il conterraneo Carlo Frassinetti, futuro campione nazionale; lo stesso fece a Bastia, in Corsica, con il marsigliese Gabriel Lamperti; sconfisse l’ex sfidante al titolo italiano Renzo Battistelli; tornò a Bastia e perse il suo primo incontro da Alain Le Fol, in seguito campione francese e sfidante europeo. In seguito, archiviati altri due successi, rimase sconfitto da Marco Gallo, poi titolare italiano piuma e superpiuma, e Franco Siddu, altro pretendente al campionato tricolore. Fece ancora pochi incontri prima di appendere i guantoni al chiodo, dopo 26 combattimenti (18-6-2), con l’ultimo trionfo nel maggio 1985, seguito dal tentativo di togliere a Marco Gallo il primato italiano superpiuma, nel marzo 1984 a Viterbo, dove concluse la sfida nella decima sessione a causa di una ferita. (pubblicato il 20 dicembre 2016) 21 dicembre Arturo Paoletti si afferma contro Gino Bondavalli Il veneziano Arturo Paoletti divenne il quindicesimo campione italiano dei pesi gallo a Lucca, la sera del 21 dicembre 1945, quando tolse il titolo nazionale al reggiano Gino Bondavalli, celebrato campione anche europeo dei gallo e piuma, per abbandono nella nona ripresa. Il veneto venne privato della titolarità l’anno seguente, periodo nel quale si esibì con continuità a Barcellona, Spagna, per non aver difeso la cintura. Disputò un altro campionato nel gennaio 1949 a Terni, dove cedette al locale campione Amleto Falcinelli con verdetto ai punti sulle 12 riprese. Paoletti si affacciò al mondo professionistico nel dicembre 1943 dopo aver coronato il sogno tricolore tra i dilettanti: vinse le finali agli assoluti dei pesi gallo in tre campionati, nel 1937 a Ferrara, nel 1941 a Terni e nel 1942 a Viareggio. I trionfi in campo italiano lo portarono ad indossare con soddisfazione la canottiera azzurra in molte competizioni internazionali. Tra i professionisti affrontò i migliori pugili della sua epoca, connazionali e stranieri, come testimonia il suo lungo record, dimostrando di conoscere il mestiere di pugilatore. Tra i tanti avversari sono da ricordare Gino Cattaneo, Antonio Morabito, Guido Ferracin, gli spagnoli Luis Romero, Francisco La Torre e Mariano Diaz, Ulderico Sergo, i francesi Theo Medina, campione nazionale in due divisioni di peso ed europeo, e George Mousse, titolare transalpino in due categorie, lo svizzero Caliostro Etter ed il più volte campione francese Emile Chemama, gli aretini Ilario Tanelli e Mario D’Agata, vincitore di tutte le cinture. Paoletti lasciò la boxe nell’ottobre 1954 dopo 63 incontri: 42-18-2-1 NC. (pubblicato il 21 dicembre 2016) 22 dicembre Andrea Silanos batte Alberto Serti Il sardo Andrea Silanos mise a segno l’obiettivo tricolore al primo colpo, la sera del 22 dicembre 1964 a Sassari, capoluogo di provincia della sua Alghero, cittadina di nascita, togliendo il titolo italiano dei pesi piuma allo spezzino Alberto Serti, ex campione continentale della categoria, che aveva conquistato la fascia nazionale solo due mesi prima. Il confronto andò al limite delle 12 riprese, le ultime di un brillante percorso compiuto dal campione ligure. Andreino, come venne ribattezzato dai suoi sostenitori, debuttò al professionismo nella sua cittadina natale nel febbraio 1961 e macchiò il suo palmares per la prima volta nell’aprile 1964 a Roma, quando cedette ai punti in 8 tempi al toscano Giancarlo Casti, sul quale vantava un successo sulla stessa distanza ottenuto a Milano nel novembre 1962. Silanos si presentò ai suoi concittadini come detentore italiano dei pesi piuma nel giugno 1965, con l’impegno di respingere lo sfidante ufficiale Mario Sitri, livornese che come dilettante aveva avuto il merito di vincere due campionati assoluti e la medaglia d’argento agli europei, mentre da professionista vantava due cinture italiane dei pesi gallo e piuma. La difesa si concluse a favore del titolare italiano nell’ottava frazione, quando il toscano venne squalificato. Nel marzo 1966 a Sassari il sardo sfidò il gallese Howard Winstone, futuro campione mondiale WBC, con il compito di togliergli la cintura europea dei pesi piuma, ma il suo sogno s’infranse in modo definitivo nel quindicesimo ed ultimo round. In luglio sconfisse il francese Michel Lomora ed in ottobre il ligure di origine piemontese Felice Becco, contro il quale riportò la sua terza sconfitta a torso nudo in dicembre. Silanos chiuse la carriera nel marzo seguente a Melbourne, in Australia, dove affrontò il locale di origine francese Johnny Famechon, in seguito campione iridato WBC, rimediando il quarto insuccesso contro 29 trionfi. (pubblicato il 22 dicembre 2016) 23 dicembre Gino Campagna vince contro Fernando Jannilli Uno dei pugili che trasse buoni frutti dall’emigrazione fu Gino Campagna, originario di Mestre, un anno prima di essere integrata nel territorio municipale di Venezia, che edificò la sua carriera pugilistica a Livorno, dove si presentò per la prima volta a torso nudo nell’agosto 1949, dopo l’avvio del settembre precedente. Nella città ligure il 23 dicembre 1950 arrivò il quarto titolo italiano di pugilato, dopo quello conquistato da Giuliano Secchi nel 1936, Alfredo Oldoini nel 1937 e Bruno Grisoni nel 1938, grazie a Campagna, capace di affermarsi sul romano Fernando Jannilli dopo 12 riprese. Gino “calcio di mulo” si ripeté sullo stesso ring nel giugno 1951 contro lo sfidante Ivano Fontana, abruzzese trapiantato a Lucca, sconfitto con verdetto ai punti in 12 tempi. Cinque mesi dopo, la città che lo guardò trionfare in campo nazionale lo vide capitolare dinanzi al reggiano Ugo Poli, al quale consegnò la fascia tricolore. Campagna provò a riprendere il primato italiano dei pesi medi e nel maggio 1952 affrontò nuovamente Ivano Fontana, per il vacante campionato, perdendo il confronto a Lucca. Nei tre anni che seguirono non ottenne alcuna opportunità di combattere nuovamente per il titolo e lasciò la boxe nel settembre 1955, dopo 51 incontri: 35-8-8. (pubblicato il 23 dicembre 2016) 24 dicembre Fighting Harada sconfigge Hiroyuki Ebihara Nella terra del sol levante combattere il 24 dicembre, quando ricade la nostra vigilia di Natale, è una cosa abituale. Capitò anche al futuro campione del mondo Fighting Harada, al secolo Masahiko Harada, di esibirsi in tale data, ed il 24 dicembre 1960 a Tokyo affrontò e sconfisse sulle 6 riprese il connazionale Hiroyuki Ebihara, altro pugile predestinato al titolo iridato. Harada chiuse da imbattuto quell’anno d’esordio, iniziato a torso nudo nel febbraio precedente. La prima sconfitta gliela propinò il peso gallo messicano Edmundo Esparza, sullo stesso ring nel giugno 1962, al termine di 10 tempi. Il giapponese non si perse d’animo e quattro mesi dopo conquistò la cintura mondiale dei pesi mosca, togliendola al thailandese Pone Kingpetch con una soluzione anticipata raggiunta nell’undicesima frazione. Nel gennaio dell’anno successivo a Bangkok, in casa del thailandese, restituì a Kingpetch la corona iridata dopo 15 riprese. Harada riprese a combattere nella categoria dei pesi gallo e, dopo alcuni successi, incappò in una battuta d’arresto da parte di un altro messicano, il campione nazionale Joe Medel. Il nipponico riprese la via dei trionfi e nel maggio 1965, a Tokyo, salì sul trono mondiale dei pesi gallo togliendo lo scettro al brasiliano Eder Jofre con verdetto deciso dopo 15 sessioni. Il regno iridato di Harada fu costellato da due importanti affermazioni, entrambe ai punti sulle 15 riprese: la prima contro il messicano Joe Medel, suo vincitore, superato a Nagoya; la seconda verso il colombiano Bernardo Caraballo, sconfitto nella capitale giapponese. La terza difesa del titolo mondiale fu segnata dall’ascesa dell’australiano Lionel Rose, che nel febbraio 1968 a Tokyo gli portò via il primato al termine di 15 tempi. Harada invase anche la divisione di pesi dei piuma, nella quale incappò nell’americano Alton Colter che lo sconfisse in 10 riprese. Nonostante l’imprevisto stop il giapponese sfidò due volte il campione mondiale WBC, l’australiano Johnny Famechon, perdendo a Sydney ed a Tokyo. Nel gennaio 1970 abbandonò i guantoni, dopo 62 confronti: 55-7-0. (pubblicato il 24 dicembre 2016) 25 dicembre Jean-Pierre Coopman batte Kilani Ramdan Il primo anno professionistico del belga Jean-Pierre Coopman si concluse nella data natalizia del 25 dicembre 1972, nel comune fiammingo di Izegem, con una vittoria contro il tunisino con licenza tedesca Kilani Ramdan. Il "Leone delle Fiandre" debuttò a torso nudo nel settembre precedente dopo una carriera dilettantistica che lo vide rappresentare la sua nazionale ai campionati europei del 1971 a Madrid, nella categoria mediomassimi. Iniziò il 1973 con una sconfitta ad Oslo dal norvegese Harald Skog. Tra i vari successi di quella stagione registrò anche una inaspettata battuta d’arresto dal mancino Ireno Werleman, tesserato olandese originario di Aruba, sconfitto nella rivincita dell’anno seguente. Un'altra sconfitta la riportò contro il campione olandese dei pesi massimi Rudi Lubbers, reduce dalle sfide portate al campione europeo Joe Bugner ed al grande Muhammad Ali. Il belga riprese la striscia positiva dei risultati che gli garantirono la chance al campionato mondiale e nel febbraio 1976, in Portorico, si presentò al cospetto del titolare assoluto Muhammad Alì che lo ridimensionò nella quinta ripresa. Squalificato nel match con l’olandese Hennie Toonen, il fiammingo lo superò nella rivincita. Sconfitto dal francese Lucien Rodriguez nel gennaio 1977 a Bruxelles, conquistò la cintura europea due mesi dopo, disponendo dello spagnolo Jose Manuel Urtain in quattro tempi ad Anversa, nella cui città, in maggio, lasciò il titolo al transalpino Lucien Rodriguez. Sei mesi dopo tentò nuovamente la strada del campionato continentale ma lo spagnolo di origine uruguayana Alfredo Evangelista lo freddò nella sessione iniziale a Bruxelles. Il belga disputò il suo unico match valevole per il titolo nazionale nel settembre 1978, quando Rudy Gawe si aggiudicò la vacante cintura. Inattivo per 17 anni, dal 1982 al 1998, ritornò a combattere nell’aprile 1999. Il suo record conta 54 incontri: 36-16-2. (pubblicato il 25 dicembre 2016) 26 dicembre Alfredo Mulas supera Potito Di Muro Uno dei pugili dalla carriera breve ma intensa fu Alfredo Mulas, che il pomeriggio del 26 dicembre 1979, in uno dei tanti tradizionali Santo Stefano pugilistici, vinse il suo secondo titolo italiano, sul ring di Lugo, in provincia di Ravenna. Il risultato arrise a Mulas nella nona ripresa, quando il campione Potito Di Muro venne fermato a causa di una ferita. La nuova sovranità durò tre mesi, giacché nel marzo 1980, sullo stesso ring che lo vide trionfare, dovette arrendersi in tre tempi alla veemenza di Marco Gallo. Si concluse lì l’esperienza professionistica di Mulas – iniziata a Milano nel marzo 1977 – dopo 20 combattimenti: 17-2-1. Il dilettante Mulas si fregiò della fascia tricolore agli assoluti di Cagliari del 1975, nella categoria dei pesi mosca. Tra i professionisti, dopo l’avvio nei pesi mosca, iniziò a combattere tra i pesi gallo. Nel marzo 1978 conobbe la prima sconfitta a torso nudo per mani del francese Laurent Grimbert a Milano, dove si rivalse nella rivincita due medi dopo. Il transalpino divenne campione nazionale dei gallo e piuma, nelle cui divisioni disputò il titolo continentale. In luglio Mulas impegnò per 15 riprese a Roma il campione europeo dei pesi gallo Franco Zurlo, ottenendo il risultato di parità che lo consacrò come uno dei migliori di quella categoria. In ottobre a Ravenna conquistò il suo primo titolo italiano, al limite dei pesi gallo, vincendo sulle 12 riprese il confronto con Luigi Tessarin. Chiuse quell’anno con un successo a spese di Franco Buglione, campione italiano mosca e gallo e sfidante al titolo europeo. (pubblicato il 26 dicembre 2016) 27 dicembre Archie Moore abbate Charley Doc Williams Lo statunitense Archie Moore combatteva come professionista da 13 anni quando a il 27 dicembre 1948 a Baltimore, nel Maryland, affrontò e sbaragliò nel settimo round il connazionale Charley Doc Williams. Nato con il nome di Archibald Lee Wright nello Stato del Mississippi, debuttò tra i “paid boxers” nel settembre 1935 ed in pochi anni si affermò nel resto del paese, fino a guadagnarsi l’appellativo “vecchia mangusta” che racchiudeva tutte le sue qualità di combattente singolare. Durante la sua permanenza in California conquistò il titolo statale dei pesi medi nel maggio 1943 e dei mediomassimi nel luglio 1947. Si fece apprezzare anche fuori dai confini statunitensi, in Australia nel 1940, a Panama ed ancora più a lungo in Argentina nel 1951. Moore divenne campione del mondo dei mediomassimi nel dicembre 1952 con un successo in 15 tempi sull’italo-americano Joe Maxim, reduce dal formidabile successo su Sugar Ray Robinson. Continuò a regnare fino al 1961, mettendo in fila tutti gli sfidanti che provarono a spodestarlo: altre due volte Joe Maxim; Harold Johnson, che lo aveva sconfitto anni addietro dopo due affermazioni; Bobo Olson, titolare iridato dei pesi medi; Yolande Pompey e Tony Anthony; due volte con il canadese Yvon Durelle e l’italiano Giulio Rinaldi, dal quale era stato sconfitto a Roma senza titolo il palio. Nel corso di quegli anni provò senza riuscirci a destituire dal trono dei pesi massimi Rocky Marciano e Floyd Patterson. Nella massima divisione di peso riportò successi significativi nei confronti di Pete Rademacher e dello sfortunato argentino Alejandro Lavorante, ma finì sotto i colpi del giovanissimo Cassius Clay. La carriera di Moore si concluse nel marzo 1963, a 46 anni compiuti, dopo 227 combattimenti: 189-26-10-1 NC. (pubblicato il 27 dicembre 2016) 28 dicembre Luigi Malè sconfigge Giuseppe Fusaro Il primo campione di Viterbo e provincia fu Luigi Malè che il 28 dicembre 1949 conquistò il titolo italiano dei pesi leggeri. Sul ring di Milano, con verdetto deciso al termine di 12 riprese, il laziale tolse la cintura al vercellese di origine rodigina Giuseppe Fusaro, sconfitto nove mesi prima a Roma in 10 tempi. I due pugili si ritrovano a Milano nell’aprile 1950, quando Malè mantenne la corona con il risultato di parità, la stessa decisione che ottenne in novembre, ancora nel capoluogo lombardo, nella difesa del titolo contro Duilio Loi. L’anno seguente “Giggetto” Malè lasciò il titolo per problemi di peso e continuò a combattere nella divisione dei welter. Il viterbese si fece valere anche nella nuova categoria ed ottenne due occasioni di competere per il campionato italiano, pur perdendo le sfide portate al romano Luigi Valentini, a Civitavecchia nel novembre 1952, ed al lombardo Giancarlo Garbelli nel settembre 1957 a Viterbo. Malè smise di calzare i guantoni nel dicembre 1958, dopo 72 confronti: 38-23-11, con un record colmo di altri nomi importanti quali Bruno Bisterzo, Ray Famechon, Roberto Proietti, Emilio Marconi, Luigi Coluzzi, Italo Scortichini, Umberto Vernaglione, Gheresellasie Fretzghi e l’americano Don Johnson che affrontò in Australia, dove si misurò con i locali Derby Brown, Rod Litzow e Clarrie Grogan. Fronteggiò a Londra, Inghilterra, il campione britannico Joe Lucy ed a Ginevra, Svizzera, il campione francese Maurice Auzel. (pubblicato il 28 dicembre 2016) 29 dicembre Giorgio Merlin supera Domingo Gimenez Negli anni ’70 la tifoseria del pugilato novarese sostenne la carriera pugilistica del superpiuma Giorgio Merlin, giunto a Novara dalla provincia di Rovigo, dove era nato. La sera del 29 dicembre 1972 affrontò nella città piemontese lo spagnolo Domingo Gimenez, futuro campione nazionale e due volte sfidante europeo del norvegese Paulsen e dell’italiano Vezzoli, e vinse il confronto nella quarta ripresa quando l’iberico venne fermato a causa di una ferita. Merlin fece il suo ingresso positivamente nel mondo professionistico nel marzo 1969. In seguito il suo percorso fu molto travagliato, con molti risultati negativi rispetto a quelli affermativi. Debuttò con successo a Novara nel marzo 1971, e da allora continuò a migliorare il record fino ad affermarsi su Carlo Frassinetti, futuro titolare nazionale, e sul campione in carica Mario Sanna, senza titolo il palio. Squalificato l’anno seguente a Novara contro il marocchino Haddu Abadeselan Manan, si rifece sullo stesso ring a spese dell’ex campione spagnolo Valentin Loren. Pareggiò ad Aosta con Paolo Russo e lo stesso fece con Mario Redi, il primo campione italiano superpiuma, a Novara, dove seguitò a vincere contro Salvatore Spera e Domingo Gimenez. Sullo stesso ring superò il francese Jean Pierre Demarthe ed il più volte campione italiano Nevio Carbi; lasciò la vittoria a Thomas Matthews di Trinidad a causa di una ferita e chiuse l’anno ad Oslo cedendo al norvegese Svein Erik Paulsen, in seguito campione continentale. Nel febbraio 1974 sfidò a Marsala il campione italiano superpiuma Giovanni Girgenti, perdendo ai punti sulle 12 riprese. Merlin portò avanti la carriera ancora per un altro anno e lasciò la boxe nel novembre 1975, dopo 39 confronti: 15-20-4. (pubblicato il 29 dicembre 2016) 30 dicembre Giuseppe La Vite sconfigge Larbi Houidi Il 30 dicembre 1981 a Loano, in provincia di Savona, il peso piuma Giuseppe La Vite prese parte alla riunione imperniata sul campionato italiano superpiuma tra il titolare Raininger e lo sfidante Paciullo, ed affrontò sulla distanza delle 8 riprese il tunisino con licenza svizzera Larbi Houidi, vincendo il confronto con decisione ai punti. Il siciliano, originario di Camporeale, in provincia di Palermo, si affacciò al professionismo nel marzo 1980, dopo aver indossato per due anni consecutivi la fascia tricolore agli assoluti: nel 1977 a Napoli, tra i pesi gallo, e nel 1978 a Castelfranco Veneto, nei pesi piuma. Cresciuto a torso nudo senza accelerazioni precipitose, arrivò con il record intatto al primo campionato italiano, vacante, sostenuto nel luglio 1983 a Siracusa, con il locale Salvatore Melluzzo, contro il quale perse nell’ottavo tempo quando l’arbitro lo squalificò. La Vite tornò ai successi militando tra i superpiuma, nella cui categoria giunse a competere per il titolo italiano nell’aprile 1985 a Chiavari, in provincia di Genova, sfidando il campione Marco Gallo, sconfitto sulle 8 riprese nel settembre di tre anni prima. Nel confronto titolato il risultato fu decisamente diverso per il siciliano che venne fermato nella quinta sessione. In settembre La Vite ottenne una nuova chance da Gallo e si giocò la carta tricolore a Lucca, dove una ferita lo eliminò nella decima frazione. Il siciliano salì sul ring ancora una volta, nel maggio 1986, e dopo quella vittoria lasciò il pugilato con il record di 28 incontri: 25-3-0. (pubblicato il 30 dicembre 2016) 31 dicembre Danny Nardico s'impone a Jake LaMotta Il più eloquente risultato ottenuto dall’italo-americano Danny Nardico porta la data del 31 dicembre 1952, nella quale affrontò l’avversario più eminente della sua carriera, l’ex campione del mondo dei pesi medi Jake LaMotta, altro statunitense figlio di immigrati italiani. Sul ring allestito nel Coliseum di Coral Gables, in Florida, il match durò 7 riprese e si concluse alla fine di quel round quando “Bronx Bull” venne fermato dai suoi secondi. Un potente destro di Nardico obbligò al tappeto l’avversario, che superò il conteggio dell’arbitro ma venne fermato dai suoi secondi durante l’intervallo, prima dell’ottavo round. Nardico debuttò a torso nudo in California, nell’agosto 1949, e si trasferì in Florida una anno dopo, alimentando la sua fama di combattente spettacolare con prestazioni significative. I continui successi calamitarono le attenzioni di organizzatori di Chicago, New York, Cleveland, Louisville, Milwaukee ed altre città statunitensi per incontri equilibrati, dai risultati aperti a qualsiasi soluzione. In quelle trasferte affrontò sia i pesi medi Robert Villemain, Joe Blackwood e Cecil Hudson che i pesi massimi Nick Barone, Harry Matthews, Bill Wilson, Dan Bucceroni, Larry Watson e Charley Norkus. Tra i mediomassimi perse dall’ex campione mondiale Joey Maxim e sconfisse Reuben Jones, Dick Wagner e Lalu Sabotin, tra gli altri. Nardico sostenne l’ultimo incontro nell’ottobre 1956, dopo un anno d’inattività, e lasciò la boxe con il record di 68 combattimenti: 51-13-4. (pubblicato il 31 dicembre 2016) |
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