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Al "Principe" l'ex plurimondiale debutta, pensando all'europeo welter.In programma i rientri Moscatiello e De Donatodi Giuliano Orlando MILANO. L’”intuizione” della OPI2000, chiamata Pauli Malignaggi (nella foto) non poteva essere migliore. I motivi sono palesi e partono dal fatto che l’ex campione mondiale superleggeri e welter è il più italiano degli americani di vertice con radici nostrane. Anche se ha compiuto 35 anni, e l’apogeo agonistico possa definirsi dietro le spalle, situazione più che giustificata dopo 15 anni d’attività superlativa, affrontando i migliori delle due categorie, ben dieci incontri per un mondiale, basterebbe ricordare Porter, Broner, Hatton, Khan, Cotto, Judah, Ndou, l’impresa contro l’imbattuto Senchenko (32) a Donetsk, nel 2012, quando scalzo l’ucraino dal mondiale welter, fino a Danny Garcia, per quantificare il valore del pugile. Il cui legame con l’Italia è sempre rimasto solido. Doveroso dare atto alla OPI2000 dei Cherchi e in particolare all’intuizione di Alex il più giovane della famiglia, di cercare sempre qualcosa che stuzzichi l’interesse del pubblico per continuare nel cammino di una rinascita del pugilato a Milano. L’operazione partita il 5 maggio 2014, riaprendo il Principe di Milano, dopo un silenzio di oltre mezzo secolo, ha percorso tappe importanti con titoli italiani, due europei e una cintura Silver, premiata dalla partecipazione del pubblico, segnale importante di una piazza che si era disamorata per silenzi troppo lunghi. Dopo la pausa estiva, serviva un richiamo importante per ridestare gli stimoli giusti.. Rafforzato dalla sua storia personale, come ricorda il padre che vive in Sicilia e lo accoglie ogni volta che Pauli torna in Italia.“Anche se ha svolto l’attività pugilistica negli Usa, gli è sempre rimasto il cuore italiano e non poteva essere diverso. Paul è nato a New York nell’80, un anno dopo esserci trasferiti in America dalla Sicilia. Io giocavo al calcio, me la cavavo bene, ho disputato anche un paio di campionati negli USA e pure in Messico, ma se come calciatore funzionavo, in famiglia non era la stessa cosa. Un momento difficile: ci dividemmo, io restai a New York, mia moglie col piccolo tornarono in Sicilia. A 6 anni Paul rientra a New York, accolto dai nonni e dagli zii che lo accudiscono con amore. mentre io rientro definitivamente in Sicilia. Che fosse un ragazzino sveglio non c’erano dubbi, ma il quartiere dove viveva non era come Manhattan. E se la necessità aguzza l’ingegno, esasperava anche l’aggressività del piccolo, per cui il nonno decise di portarlo in palestra, per contenere nei limiti l’esuberanza. Aveva 15 anni, e fu una buona scelta, visto che oltre ad aver vinto diverse volte il Guanto d’Oro, se le scelte fossero state corrette e non politiche, avrebbe meritato la maglia di titolare nel 2000 ai Giochi olimpici di Sydney. Come conferma il titolo USA assoluto conquistato nel 2001, prima di passare professionista. Dove i risultati parlano da soli, nonostante abbia spesso combattuto col solo sinistro, perché la destra l’ha fatto soffrire fin dal tempo dei dilettanti. Non ricordo neppure più quanti interventi ha subito. Adesso non deve dimostrare più niente, ma questo desiderio di arrivare all’europeo da italiano mi trova d’accordo. Intanto l’esordio in Italia è una bella notizia e spero che i milanesi ne capiscano l’importanza, andando a vederlo. Paul sa offrire spettacolo, è un cultore della belle boxe, quindi è una garanzia. D’altronde questo desiderio gli fa onore, perché una volta raggiunto il traguardo continentale non gli mancheranno le prospettive future. Preparatissimo, conosce quattro lingue, come intervistatore televisivo, ruolo che svolge ormai da tempo, conosce tutto il mondo americano della boxe, ha grande personalità e professionalità, nel giro di pochi anni saprà ripetere quanto ha fatto sul ring”. Le dichiarazioni del papà, illustrano il valore di questo campione che sabato sera al Principe di Milano, per la Principe Boxing Events, esordirà nella patria dei genitori, con la dichiarata intenzione di combattere da italiano per la cintura europea, al momento detenuta dal Gianluca Branco, pronto a mettere la cintura in palio, per un derby che ci riporta a sfide storiche del passato. Avversario, il magiaro Lazslo Fazekas (Ung. 27-21-1-1nc), già visto in Italia, battersi con Alex Caccia a Roma nel 2014. Nel corposo cartellone, in programma, un altro rientro importante, quello di Moscatiello (18-2-1), l’esplosivo welter, già campione italiano, fermo per un intervento alla retina, ben deciso a recuperare il tempo perduto. Un altro beniamino dei milanesi, il mancino Renato De Donato (15-3) da superleggero, col proposito di tornare al titolo nazionale. Anche per loro rivali magiari, si tratta di Jozsef Gerebecz (7-13-2) e Gyula Tallosi (9-5). Da non sottovalutare la presenza di ben otto neo pro. Il futuro della nostra boxe, dopo l’istituzione della Lega Pro, anche se l’AIBA, allontanato il coreano Kim, direttore esecutivo, potrebbe rivedere la situazione sia dell’APB che delle normative restrittive messe in atto. I biglietti si possono acquistare presso la OPI Gym (Corso di Porta Romana 116/A, tel. 02-89452029, sito web www.opigym.com) e il negozio Leone 1947 (Via Crema 11, tel. 02-90725198, sito web www.leone1947.com). Giuliano Orlando |
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